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il 30 Lug 2020

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Una vittoria nata quasi per caso: Nicolò NNWPT Nassetti racconta il primo posto al Main Event Stadium Series

Una vittoria nata quasi per caso: Nicolò NNWPT Nassetti racconta il primo posto al Main Event Stadium Series

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Si era preso una lunga pausa dal poker dopo la full-immersion della quarantena.

Poi un amico gli ha ricordato che domenica ci sarebbe stato il Main Event Stadium Series, e fu così che Nicolò Nassetti arrivò alla vittoria.

Al 33enne di Bologna sono servite un paio di giornate per metabolizzare il primo posto da oltre 50 mila euro.

Smaltita la botta di adrenalina, poche ore fa Nicolò ci ha raccontato la straordinaria cavalcata da una spiaggia della riviera romagnola dove è andato a passare qualche giorno in relax assieme alla figlioletta.

 

Una partecipazione nata per caso

Nicolò spiega che negli ultimi due mesi si era preso una pausa dopo i ritmi folli del periodo della quarantena:

“Durante il lockdown ho grindato come un pazzo, iniziavo alle 15 e finivo a mattina. Ho fatto diversi risultati, tra cui una vittoria da 17.000€ a un torneo da 100€ di ingresso, e alla fine avevo bisogno di staccare la spina. Non stavo giocando da due mesi”

Poi l’amico Michael gli ha ricordato che su PokerStars stava arrivando il Main Event Stadium Series:

“A quel punto l’ho dovuto giocare, sono andato a casa sua e mi sono iscritto a tutti gli eventi delle Stadium Series in programma quella sera, sono arrivato a tutti a premio credo, al torneo da 125€ ho anche preso tre o quattro taglie prima di trovare l’eliminazione in cooler con un set-overset”

Alla fine del Day1 Nicolò ha imbustato 60 big blind di stack. E il bello doveva ancora venire.

 

Un Day2 sugli scudi

Dopo che gli amici gli avevano ricordato del Main Event, il tormentone era che Nicolò lo avrebbe vinto:

“Glielo dicevo un po’ per scherzo ma in realtà sono un tipo che ha sempre tante aspettative. Che vada male o bene poi non importa troppo visto che è la fortuna a farla da padrone, l’importante è dare il massimo ed essere positivi”.

Anche perchè la fortuna aiuta gli audaci e Nicolò riconosce di avere avuto un bell’aiuto dalla fortuna in un episodio del torneo vinto:

“A 20 left ho shovato 18bb da small blind con A-J l’apertura di un giocatore da late position che stava aprendo davvero tutto. Quando ho visto il giocatore su big blind cold-callare il mio shove ho creduto che il mio torneo fosse finito. Infatti ha girato A-K ma è sceso un bellissimo flop A-Q-J che su turn e river bianchi mi ha consegnato il raddoppio”

 

Le mani più belle

Al di là della singola mano fortunata, Niccolò crede di aver espresso un poker di livello sopraffino:

“Ho giocato due o tre mani molto belle. In una ho chiamato al river lo shove avversario con una coppia di Otto, in base al flow della partita mi sentivo buono e infatti l’avversario ha girato Asso carta alta. Un’altra in blind war contro un giocatore casuale che spewava a manetta”.

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Il vero hero-call però Nicolò lo ha piazzato nel testa a testa conclusivo:

“Ho chiamato l’avversario con Jack carta alta, in base a flow e history mi sentivo buono e infatti lo ero”

 

Un 3 left delicato

Parlando del testa a testa conclusivo Nicolò riconosce che quella è stata la fase più delicata di tutto il torneo, quella in cui il sogno della vittoria, in cui aveva creduto fin da quando aveva saputo del Main Event Stadium Series, stava un po’ cedendo il passo alla sfiducia:

“Quando siamo rimasti in tre ho avuto  un passaggio in cui non mi sentivo troppo confident, io avevo 18-20x, un avversario 70-80x e l’altro intorno ai 40x. Entrambi sapevano giocare bene e aggredivano, a differenza degli altri giocatori del Tavolo Finale che erano un po’ più tendenti al nitty”.

Ma la testa è rimasta sull’ obiettivo finale anche quando i due avversari hanno ventilato in chat l’ipotesi di un deal:

“Volevano splittare ma io in chat non ho scritto niente e sono rimasto tranquillo. Alla fine mi trovo meglio a giocare con 15-20x di stack che non con 80-100x. Riconosco che questo può essere un limite. Ma con 15x ancora sentivo di poter dire la mia…”

 

L’esultanza con gli amici

Dopo l’ultimo showdown Nicolò spiega di aver esultato insieme agli amici che lo stavano seguendo:

“Eravamo a casa di Michael, c’erano anche altri ragazzi, ho abbracciato tutti… In realtà mi sono serviti un paio di giorni per metabolizzare il tutto, anche se sicuramente non è il primo big shot in carriera”

Nicolò infatti arriva da lontano e nella sua bacheca ci sono già tutti i più importanti major di poker online, con una eccezione:

“Gioco a poker da tantissimo tempo, ho iniziato conoscendo i vari Chiarato, Di Lauro, De Paz, considera che dieci anni fa conoscevo Musta e Sammartino, parlo di molto prima che diventassero le stelle di prima grandezza che sono oggi. Negli anni ho vinto i più importanti tornei di poker online a eccezione del Sunday Special, in cui feci secondo quando era un torneo ricchissimo” 

 

Consigli e dediche

La dedica di Nicolò è per la figlioletta:

“Si chiama Diletta, ha 3 anni e 4 mesi, la vittoria ovviamente è dedicata a lei!”

Nel momento in cui ci parla il bolognese non ha ben chiaro quale sarà il suo futuro pokeristico. Ha invece ben chiaro cosa serve per avere un futuro nel poker:

“Secondo me il nostro sport è stupendo però va fatto con criterio, bisogna essere in gruppi particolari, non bisogna focalizzarsi troppo sul parlare sempre e solo di mani… Servono serenità e tranquillità. Davvero non è retorica dire che per fare il poker player bisogna avere una serie di cose dietro: bisogna allenarsi, fare sport, prestare la dovuta attenzione alla alimentazione se non vuoi finire fulminato. Poco prima del Main Event vinto avevo ripreso ad allenarmi, e mentre giocavo non avevo affatto l’agitazione di dover vincere soldi. Perchè se giochi a poker con la pressione di dover vincere per poter mangiare, finisce che giochi male”

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