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il 31 Ago 2020

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Intervista a Emanuele Monari, runner up alle WSOP Online!

Intervista a Emanuele Monari, runner up alle WSOP Online!

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Poteva essere il secondo braccialetto italano in queste WSOP Online, ma ancora una volta abbiamo solo sfiorato l’impresa. Certo per Emanuele “BudSpencer” Monari (che forse molti conoscono con il suo nick italiano “barramp9k8“) è stato comunque un successo incredibile, non solo perchè la seconda moneta dell’evento WSOP #75 Double Stack porta in dote oltre 100 mila dollari di premio, ma anche perchè il il coach dei ragazzi di In The Zone lottare fino all’ultima mano (letteralmente) per vincere il prezioso cimelio è già qualcosa di importantissimo.

Ce lo racconta lui stesso, raggiunto proprio mentre è in quel di Rozvadov insieme agli altri colleghi della scuola, tra cui Simone “spera91” Speranza che parimenti si è cimentato fino ad ora in diversi tornei di queste Series.

Emanuele Monari “Runner Up” all’evento #75

Partiamo dall’inizio però, con l’evento di sabato sera delle Series che ha portato ai tavoli ben 3.552 player, merito anche di un buyin piuttosto popolare da “soli” 300 dollari di ingresso. Come sempre per queste series, la possibilità di giocare era preclusa ai giocatori italiani, ma molti grinder si sono trasferiti all’estero per poter giocare in tutta tranquillità questo evento così importante.

Anche Emanuele Monari infatti, si era spostato a Rozvadov (dove si stava svolgendo l’IPS) per unire il gioco ai tavoli live con quello delle WSOP. E la scelta si è rivelta felice perchè proprio sabato notte è arrivato a giocarsi il titolo e il braccialetto.

Torneo difficile, proprio perchè con un field molto eterogeneo dove può capitare di tutto. La vera bravura quindi sta più che altro nell’essere arrivato fino in fondo, peraltro arrivando al final table con lo stack più alto di tutti, e con praticamente solo un avversario da battere (quello che poi è stato il vincitore finale, il norvegese Trygve “FullSendWig” Leite) visto che tutti gli altri avevano uno stack decisamente più basso.

Proprio l’heads up finale è forse quello con più motivo di rammarico, perchè il “cooler” dell’ultima mano è davvero imparabile. Ce lo facciamo raccontare direttamente da Emanuele, prima di approfondire anche le altre emozioni di quella serata.

“La mano finale è un cooler bello tosto. Limpo Q8 a fiori con l’avversario che raise a x4 (era un giocatore molto preparato ma avevo notato che stava isolando un po’ a caso diverse volte) e chiamo. Il flop è un Q 5 6 con due cuori, con Leite che betta ancora un terzo Pot e chiamo. Il Turn è un Jack di fiori che per me è un’ottima carta perchè porterà oppo a bettare ancora tutto ciò che può aver preso equity, come i vari progetti e in generale tutto il suo range più basso, quindi quando betta tre quarti piatto chiamo. Il River chiude in effetti qualcuno di quei progetti, ma il suo check mi fa pensare più a qualche mano di medio valore che si è messa in check/call. Ovvero tutte quelle mani che con la doppia batterei, per questo shovo i 28 bui rimasti. Poi gira 9 10 per la scala quindi gli è andata bene, ma credo che il suo check non sia profittevole perchè prende poi valore solo da eventuali doppie (come la mia) che mettono resti, ma lo perde da tutte quelle Qx che magari avrei checkato dietro tranquillamente”.

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Un cooler finale che lascia probabilmente con un po’ di amaro in bocca, quando si arriva così vicino a un titolo che non sono in molti a poter vantare, specie ad appena 22 anni.

“Sì credo che sarei stato il più giovane italiano braccialettato, ma sinceramente non ho nessun rammarico. Credo di aver giocato bene e dato il massimo spot dopo spot, per cui anche avessi finito 20° o 80° non ci sarebbe stato niente da dire. Ho come sempre pensato solo al denaro in palio, che cresceva eliminato dopo eliminato, soprattutto al tavolo finale quando sono arrivato con uno stack da 80x e avevo quasi tutti short intorno a me. Guardando il payout c’era da sentirsi male! Al braccialetto ho pensato poi solo in heads up, quando l’arrivo era veramente a un passo. Però più che altro ricorderò quell’atmosfera incredibile che si era create a Rozvadov insieme agli altri ragazzi di In The Zone, visto avevo costantemente il tifo di Simone Speranza, Andrea Montanari e Daniele De Feo”.

Un torneo con un field di questo genere ha bisogno di qualche adattamento rispetto ai classici tornei del punto it?

“Giocare un torneo così variegato richiede una grande capacità di adattamento. Trovi davvero di tutto ai tavoli: da player amatoriali che letteralmente te le tirano addosso, a campioni pazzeschi con cui hai quasi timore reverenziale nel giocarci contro (ho avuto per un poco alla mia sinistra Niklas Astedt, conosciuto come LENA900 o Payandplay, che credo sia tra i più forti grinder online del mondo). L’approccio va di pari passo con l’avversario che hai di fronte, sapendo che per ogni mano contano sempre e solo due cose: range in gioco e size”.

Cosa è cambiato in te dopo una prestazione del genere?

“Credo che debba ancora scoprirlo del tutto. Spero però che questo risultato pazzesco mi regali un po’ più di fiducia nei miei mezzi, ma non credo di cambiare nè il modo di giocare nè il livello: continuerò con il mio solito ABI, per ora almeno. Da coach invece posso dire che in questa esperienza ho capito ancora di più il significato della parola pazienza, cosa che forse non ho avuto in molti late stage passati, ma che invece qua è stata determinante (capire quando frenare, non puntare a vincere tutti i colpi per forza, gestione dell’ICM… tanta tanta pazienza insomma)”.

Classifica #75 Double Stack

Pos. Nome Paese Premio
1 Trygve “FullSendWig” Leite Norway $130,100
2 Emanuele “BudSpencer” Monari Italy $101,292
3 Anjali “Iwanashipit” Agrawal India $72,204
4 Eliyahu “yaldon” Elyshiv Israel $51,470
5 Gregory “C0bb” Ronaldson South Africa $36,689
6 Paul “Pistolero99” Lozano Spain $26,154
7 Jiahuan “brahms” He China $18,643
8 David “Stoic123” Mitchell United States $13,290
9 Connor Drinan United States $9,473

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