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il 24 Lug 2013

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Luca Moschitta: le sue recenti WSOP ed un futuro ancora da scrivere.

Luca Moschitta: le sue recenti WSOP ed un futuro ancora da scrivere.

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Si sono da pochi giorni concluse le annuali World Series of Poker e tra gli italiani che si sono fatti rispettare maggiormente nelle gremite sale del Rio Casinò c’è stato Luca Moschitta: il forte player catanese, giocando solo 8 eventi WSOP, ha ottenuto un profit complessivo di 31,000$, con un 151° posto al Main Event che gli ha lasciato un mix di soddisfazione ed amarezza, per un sogno intravisto in lontananza, solo sfiorato.

Tornato nella sua amata Sicilia, godendosi un po’ di meritato relax, Luca racconta le sensazioni di questa recente esperienza americana e fa il punto della situazione riguardo le possibilità professionali future ed un amore sempre crescente per il poker live.

 

Tornato da Vegas: come valuti quest’anno la tua spedizione? Diversa dagli scorsi anni?

Più profittevole e sicuramente anche più rilassante. E’ il primo anno che vado a Las Vegas senza pensare che ho un sacco di lavoro da fare “a casa”, dovendo grindare un sacco online. Il tutto si è tradotto in una piacevole vacanza ed a risultati più soddisfacenti ai tavoli, visto che ho potuto concentrare tutto me stesso sui tornei e il cash game live.

A Las Vegas hai fatto vita di gruppo con gli altri italiani o no?

Non uso frequentarmi molto con i player italiani. Pensandoci forse mi frequento di più con i player stranieri. Non so il motivo, anche perché sono comunque in ottimi rapporti con quasi tutti i ragazzi che erano a Las Vegas. Probabilmente il fatto di esser là con Sofia, che ancora non parla perfettamente italiano, agevola il fatto di stare di più con amici che parlano inglese. Comunque la maggior parte del tempo l’ho passato solamente con la mia fidanzata.

Luca, sentivi di dover dimostrare qualcosa quest’anno alle WSOP dopo l’affaire “Pokerstars”?

Il mio valore penso di dimostrarlo ogni giorno e non solo ai tavoli di poker. Ho una community di fan che mi segue e mi sostiene tutti i giorni sui social network, gli unici verso i quali sento degli obblighi sono loro, che credono in primis nei miei valori come personaggio sportivo.

Ti stai quindi concentrando tanto sul live… ma l’online? Ti manca oppure no?

Per adesso sto spingendo molto live per diversi motivi. Sono un giocatore che sulle “.it” ha prodotto ogni anno circa 100.000/150.000€ di rake. Non so chi sarà il mio prossimo sponsor e non so nemmeno se accetterò a breve una delle molte proposte arrivate negli ultimi mesi. Non mi va quindi di iniziare a grindare seriamente su una poker room sapendo magari che poi dovrò chiudere e ricominciare da un’altra parte, soprattutto considerando i vantaggi che porta vip system. Per adesso quindi, dopo 4/5 anni di grinding e vere e proprie fatiche pokeristiche, ho deciso di prendermi una pausa dall’online che non significa uno stop dal poker. Ho in programma infatti di giocare molto live. Il mio ROI nel live si è letteralmente impennato nel 2013 e sarebbe un errore, secondo me, non spingere adesso. Inoltre, non giocando troppo online, la mente è più rilassata e quando gioco la freschezza mentale si nota e molto. Sicuramente però il mio main game rimane l’online, dove riesco a creare volumi che pochissimi al mondo producono.

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Quindi, almeno per ora, vedi lontano un ritorno al grinding che hai sempre fatto?

Si tratta di trovare degli equilibri migliori che concilino online e live.
Prima, nonostante avessi il bankroll, non riuscivo a giocare molto live perché dovevo grindare troppo online e quando giocavo live mi sentivo quasi in colpa perché sapevo che avrei dovuto recuperare quel mancato grinding. Non nascondo che a volte, per questo motivo, nei live non ho giocato il mio A-game. Questa è una cosa che ho capito ancora meglio adesso: non avendo impegni assurdi da rispettare online, riesco a dare veramente il massimo nei tornei importanti. Sono riuscito a capire ancora meglio che non si deve mai esagerare troppo con i volumi, ma bisogna sempre trovare l’equilibrio perfetto in base al proprio stile di vita.

Hai dovuto studiare molto per il passaggio dall’online al live? Hai curato qualche aspetto particolare? 

Probabilmente la mia predisposizione per il live è nata ben prima che conoscessi il poker perché ho passato tutta la mia intera giovinezza giocando a carte, specialmente giochi siciliani, con i miei nonni per migliaia di ore. Quando mi siedo al tavolo mi sento quasi sempre a mio agio, riesco ad andare oltre la matematica che ho imparato online (e continuo ovviamente ad applicare) ed a cogliere quei segnali che la natura umana ci spinge a compiere, probabilmente il vero vantaggio del poker player live.

Il non rinnovo da parte di Pokerstars è stato un fulmine a ciel sereno: quanto lo è stato per te? 

Il mio rapporto con Pokerstars resta e rimane un rapporto di reciproco rispetto. Non potrebbe essere altrimenti perché tutt’oggi, da parte di quasi tutti i ragazzi, mi arrivano messaggi di supporto e stima che vanno ben oltre il rapporto lavorativo.

Quanto credi ti sia d’aiuto condividere il lavoro con la tua fidanzata? Significa tanto questo per un professionista?

Non è una cosa essenziale, ma sicuramente è un supporto. Con Sofia sono libero di gestire molto liberamente il mio lavoro. Sicuramente è comodo se pensi che lavoriamo spesso e volentieri l’uno al fianco dell’altra e ci supportiamo a vicenda. E’ davvero bello pensare che quando ho vinto l’IPT di Saint Vincent era il suo compleanno e lei è stata tutto il tempo accanto a me. Sicuramente in termini pokeristici avere la fidanzata giocatrice professionista è Ev+.

Programmi per l’estate? Un po’ di relax per valutare bene le offerte nuove? Ecco, come vedi Luca Moschitta tra un anno?

In primis mi sto godendo l’estate. Vivo in Sicilia e reputo la mia isola uno dei posto più belli al mondo, soprattutto in questa stagione. Ho inoltre comprato la mia prima casa, dunque sono molto impegnato a prendere misure ed a fare acquisti di vario genere per renderla pronta al più presto. Continuerò a valutare sicuramente le offerte che mi sono arrivate e continueranno ad arrivare, ma in quel senso non ho fretta e nel momento in cui avrò davanti un’azienda seria con un buon progetto non avrò problemi a farne parte. Per il resto spero di continuare a giocare live a questi livelli e potermi affermare ancora di più soprattutto a livello internazionale. I media internazionali stanno iniziando a chiedere di me e, dopo essermi affermato in Italia, mi piacerebbe raggiungere un successo oltre confine. Comunque mi manca molto il poker online e nei prossimi mesi deciderò in ogni caso dove giocare. L’online resta sempre il miglior modo per tenersi allenati. Se il live è la partita della domenica, il poker online sono gli allenamenti durante la settimana: l’uno prescinde dall’altro!

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