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il 9 Ott 2013

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Alessia De Bonis: “Ho scoperto un mondo bellissimo…”

Alessia De Bonis: “Ho scoperto un mondo bellissimo…”

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Ci sono pokeristi che, nonostante guadagni da urlo e uno stile di vita, almeno in apparenza, comodo, condito anche da una vena “baller”, decidono di arrestare la corsa, lasciare spazio alle riflessioni oltreché al grinding, fino a decidere di cambiare vita, per allontanare quel pericolo di “alienazione” che, alla lunga, rischia di allontanarli dalla socialità. Quella socialità che, invece, dovrebbe essere ingrediente di base della vita di un ventenne di oggi, eppure questo fattore manca sempre più, a pokeristi e non solo.

Ne parliamo, in una piacevole chiacchierata notturna, quando i pensieri più trasparenti corrono veloci e liberi, anche se racchiusi nella comoda virtualità targata Skype, con Alessia De Bonis, ormai “ex” pokerista, che ha deciso di fare un passo indietro ed abbandonare tornei, chips, three-bet, insomma, un mondo che le ha dato soldi, quel po’ di visibilità che non guasta ed uno stile di vita, almeno potenzialmente, agiato.

Ciao Alessia! Da quanto tempo, ormai, manchi dal poker online?

Ciao Marco! Ormai non grindo più da circa un anno e mezzo, anche se ogni tanto mi concedo qualche piccolo mtt pomeridiano, tanto per non dimenticare che da bottone tutto è concesso (ride).

Attualmente la mia voglia di stare ore ed ore al pc è calata drasticamente, mi sono resa conto che mi toglie energie, quindi preferisco impiegare il mio tempo in altre attività capaci di rendermi una persona più soddisfatta, più serena, e non solo un “robottino” grinder con un portafoglio più pieno ma sempre più povero di vita reale .

Devo fare una premessa. So che questo potrebbe essere un giudizio duro e che potrebbe far storcere il naso a molti di voi, soprattutto a coloro che, con questa frase, si potrebbero sentire in qualche modo offesi perché sto “sputando nel piatto in cui ho mangiato a lungo”, ma è la mia esperienza e credo sia davvero importante per dare spunti di riflessione a quei giocatori che, ogni giorno, si domandano “ma chi me lo fa fare?”, “il gioco vale la candela?”. Coloro che grindano ore e ore alienandosi dalla realtà. Se, invece, siete dei giocatori occasionali e lo fate solo per divertimento e non per soldi, credo che voi siate a posto, fuori da ogni tipo di pericolo.

Ovviamente è solo il mio parere e spero davvero ci sia qualcuno che sia riuscito a trovare un equilibrio tra vita reale e “giochino”. Io, da brava scorpione ascendente acquario, mi sono incaponita, tirando troppo la corda. Con la testardaggine che contraddistingue il mio segno, continuavo a sbattere la testa contro il muro, non riuscendo a fermarmi pur avendo superando i limiti da un bel pezzo. So che l’astrologia è una scienza prettamente femminile, ma a volte ci azzecca, quindi, che ne so, se siete capricorno o bilancia potete star tranquilli.

Cosa ti ha spinta ad abbandonare il poker, Alessia?

Una serie di motivi. Quello principale è stato l’aver sconvolto i bioritmi naturali, per troppo tempo, infatti, ho vissuto come un vampiro, giocando gli mtt serali. Iniziavo a grindare alle 9 per finire verso le 3/4 di notte, poi ci voleva un’ora per smaltire le varie delusioni e gli scoppi o l’adrenalina di una vittoria, così prendevo sonno verso le 6 quando ormai era giorno, per svegliarmi alle 14 e fare il brunch (ride). Questo mi ha causato non pochi problemi: la pastasciutta appena svegli, ad esempio, resta facilmente sullo stomaco.

No, seriamente, non so davvero come ho fatto a condurre quello stile di vita per quasi due anni… nei giorni invernali vedevo si e no 3 ore di luce. C’è da dire anche che, nella notte, mi facevano compagnia su Skype altri “screanziati” come me, che approfitto per salutare, quindi, tutto sommato, è stato divertente, ma il mio fisico non era dello stesso parere.

Oltre a questo mi ero resa conto, da un certo punto in poi, di prendere tutto troppo sul serio: da puro piacere, soddisfazione e modo per far soldi, era diventato quasi un’ossessione. Giocare la domenica era fondamentale: Pasqua? Noi giocavamo! Ferragosto capitava di domenica? Noi eravamo lì a cliccare mentre gli altri erano fuori a divertirsi. Solo un’amica mi mise la pulce nell’orecchio. Una sera mi disse chiaramente “Che fine hai fatto? Ti rendi conto che quando esci la sera in settimana (era estate) è un evento straordinario? Ci siamo abituate alla tua assenza”.

I miei genitori mi avvisarono, perché non li ascoltavo? Semplice, mi ero messa in testa di diventare pro, avrebbe significato tornei live gratis tutto l’anno, con la possibilità di vincere cifre più importanti e posti meravigliosi da scoprire, perché io amavo viaggiare. Spostarmi e prendere l’aereo lo odiavo, ma andare a Malta a parlare in inglese e scattare foto, sentirmi estranea e poi abituarmi ad una vita diversa dalla routine era favoloso.

Per ultimo, ma non meno importante, mi sono resa conto che no, non era il mio talento. Quello bravo era Donato (De Bonis) dico “era” perché si sa, con gli ex si usa il passato (ride). A lui devo tutto il mio successo. Mi ha insegnato le basi e mi sgridava quando al river, invece di bluffare, checkavo. E’ quindi doveroso citarlo. Prendere coscienza di questo è stato un altro passo in avanti: quando sono arrivata 13° al “Malta Poker Dream” ho sentito di non essere all’altezza e che, forse, una vita da professionista non faceva per me.

Ho iniziato per pagarmi i miei hobby creativi e mi sono lasciata prendere un po’ la mano. Volevo ottenere a tutti i costi una sponsorizzazione tramite il conseguimento di tanti risultati, ma il destino o chissà cosa ha voluto che non riuscissi a raggiungere questo tanto agognato obbiettivo. Questo, forse, ha creato in me un rifiuto verso il poker, tant’è che per mesi e mesi non sono riuscita a giocare: questo “insuccesso”, credo, è stata un’altra delle cause che mi ha fatto decidere di abbandonare.

Anche qui, se voi pensate di aver quel “quid” in più degli altri, continuate a dannarvi, perché se è quello il vostro vero talento, la vostra “leggenda personale”, citando Coelho, allora continuate a sbattere la testa contro il muro! 

de bonis

Non so se hai letto l’intervista a Michele Garzelli: anche tu stavi rischiando di “alienarti” dalla vita reale?

Si, esattamente. Non sono stata coraggiosa come lui, ma ho comunque deciso di cambiare vita ed abitudini, cercando di tornare a ritmi naturali e seguire quello che sento essere il mio talento. Ho scelto uno stile di vita più semplice, quasi zen (ride).

Quanto è difficile lasciare un mondo ed un lavoro che ti ha portato diversi soldi?

Per quella che è stata la mia esperienza, è stata una scelta obbligata. Mi è servita soprattutto per prendere coscienza del valore che ha ogni esperienza e che, ogni giorno, va vissuto al massimo. Il poker mi ha aperto gli occhi su chi voglio essere e cosa voglio nella vita, quindi non rinnego nulla, è stato una sorta di percorso purificatore insomma. Forse qualcuno di voi penserà che io sia esagerata, ma la notte le riflessioni sono più oneste e sincere… avete mai visto qualcuno scrivere un diario appena sveglio?

E’ soddisfatta l’Alessia di oggi? Di cosa ti occupi adesso?

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Abbastanza soddisfatta. Attualmente ho ripreso gli studi abbandonando informatica per una nuova facoltà: sarebbe un controsenso continuare a studiare per stare davanti al pc. Penso di essermi persa un po’ di vita universitaria, dunque devo assolutamente recuperare.

Poi sto dando voce alla mia vena creativa, partecipando a concorsi ed uscite fotografiche. Mi sto occupando anche di un blog personale, in cui parlo delle mie passioni e sto scrivendo, in conclusione, per un blog di una profumeria locale. Insomma vivo comunque a pieni ritmi, non imparo mai! (ride)

Nel tuo futuro credi ci sarà ancora spazio per il poker oppure hai appeso per sempre il mouse al chiodo?

Credo sinceramente che non grinderò mai più con i ritmi assurdi dei “tempi d’oro”. Mi concederò ogni tanto un mtt relax pomeridiano od un evento tipo Sunday Million, giusto per cercare di shottare un bel piazzamento. Mi piacerebbe anche giocare qualche live prima o poi, magari a Venezia od a Campione, posti nei quali non sono mai stata. A questo proposito, se qualcuno vuole levarmi l’insoddisfazione dell’obbiettivo non raggiunto e vuole sponsorizzarmi perché sono tra l’outsider/la bella presenza/la più o meno brava giocatrice, insomma un misto tra Vanessa Rousso, Cecilia Pescaglini e Cristina Quaranta, fate ancora in tempo (ride).

Ah, poi tra l’altro, una sponsorizzazione me l’avevano offerta quando ancora grindavo, solo che poi si è rivelata fuffa.

Ti manca qualcosa, nello specifico, di quello che facevi?

Non sarei onesta se ti dicessi che non mi mancano le vincite. Avere delle buone entrate mensili per togliermi gli sfizi e continuare a guadagnare per poter investire in qualcosa che mi desse un’indipendenza economica lifetime, non era una brutta cosa visti i tempi. Per fortuna non ho necessità, per adesso, di grandi somme per vivere, ho davvero cambiato stile di vita e questo ha ripagato ogni mancanza economica, dunque i soldi sono passati in secondo piano. Poi, per ogni vincita, c’erano altre mille serate in cui ti scoppiavano, quindi, come ho sempre detto, anche se nel poker a lungo termine vinci se sei bravo, tu, da persona reale, devi viverlo giornalmente ed è, spesso, frustrante.

Dal punto di vista umano, invece, mi mancano soprattutto i tornei live: là ho conosciuto tanta gente e visto tanti posti nuovi che, detto così, sembra banale, ma vivere emozioni sulla pelle è sempre più bello che farlo davanti ad un monitor. L’adrenalina dei coin flip al tavolo finale di un torneo importante resta, comunque, un’emozione indescrivibile, forse pari soltanto al momento in cui ho conosciuto il mio attuale ragazzo.

La tua scelta è stata improvvisa oppure l’hai maturata pian piano?

Come tutte le scelte importanti è stata maturata incosciamente. Ho iniziato a salire verso un apice e poi, piano piano, ci sono stati dei sintomi che mi hanno fatto ridurre i tempi di gioco: prima ci dedicavo tutto il giorno, gradualmente ho ridotto giocando solo la sera, poi ho avuto la crisi (ride).

Quanto è difficile, per una donna, ottenere il rispetto dei “colleghi” in un mondo a prevalenza maschile quale il poker?

Secondo me non è difficile. Se vali come giocatrice, il rispetto lo ottieni facilmente. Abbiamo diversi esempi di bravissime ragazze italiane ed internazionali temutissime o comunque rispettate. Diciamo che come donna, poiché il numero è minore, desti maggiore attenzione, quindi hai, in un certo senso, più aspettative concentrate su di te, tali da non poterti permettere errori.

A cosa, secondo te, dovrebbero far attenzione i giovani grinder per non rischiare un pericoloso allontanamento dalla “real life”?

Non è semplice, perché se, come me, vi siete messi in testa di vincere o di ottenere buoni risultati, bisogna necessariamente keep calm and grinding on… però valutate sempre se il gioco vale la candela. Chiedete consiglio ai vostri amici, dedicatevi a qualcos’altro oltre al poker.

Quando dicono dipendenza è anche questo, credo. Non è soltanto giocarsi tutto lo “stipendio” come fanno le pensionate al “Perla” di Nova Gorica. Non fate il mio stesso errore e moderatevi: se vi rendete conto che gli state dando davvero troppa importanza, staccate per una settimana ed andatevi a fare una vacanza oppure un giro all’università… chissà che non vi torni la voglia di studiare (sorride).

Spero di avervi strappato un sorriso ed un pensiero profondo, ci vediamo ai tavoli, forse.

 

 

 

 

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