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il 22 Lug 2015

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“Indagini partite per una estorsione, i giocatori potranno chiedere il dissequestro dei fondi” Parla il Colonnello responsabile dell’Operazione Gambling

“Indagini partite per una estorsione, i giocatori potranno chiedere il dissequestro dei fondi” Parla il Colonnello responsabile dell’Operazione Gambling

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Non sono ancora terminati i sequestri dell’operazione Gambling in questo che è già stato definito il mercoledì nero del poker italiano.

Nel mirino delle Forze dell’Ordine, insieme a piattaforme punto com, sono finite anche alcune skin punto it del gruppo Microgame – People’s Poker, facendo sprofondare nel dubbio i giocatori che vi avevano dei fondi depositati (consulta l’elenco completo delle società poste sotto sequestro).

Non appena si è diffusa la notizia, infatti, molti si sono collegati per richiedere un cashout, ritrovandosi davanti la schermata inequivocabile che vedete in alto.

Spiegandoci che il sequestro dei siti è stato effettuato dal Nucleo Speciale Frodi Telematiche con sede a Roma, per il colonnello della Guardia di Finanza di Reggio Calabria Domenico Napolitano, responsabile dell’Operazione Gambling, i player regolarmente iscritti alle piattaforme online poste sotto sequestro potranno rivedere i fondi depositati:

“Fermo restando che è un problema dare adesso questo tipo di risposta, visto che stiamo ancora eseguendo i sequestri preventivi, chiunque avrà la possibilità, tramite legale e quanto altro, di richiedere il dissequestro della somma depositata, nel momento in cui possono dimostrare che sono titolari effettivi di conto gioco”

Quindi tutti i player che hanno un regolare account intestato nelle skin poste sotto sequestro possono stare (relativamente) tranquilli.

Discorso diverso invece per chi giocava da uno dei 1.500 punti commerciali finiti nel mirino delle Forze dell’Ordine: in questi casi infatti non esiste un conto intestato al giocatore ma al titolare del punto gioco, secondo un meccanismo che sarebbe anche servito per riciclare denaro sporco, come spiegato dal comunicato diramato questa mattina dalla Guardia di Finanza:

“Il titolare dell’agenzia ha usufruito di uno o più “conti di gioco” (conto “master” o conto di gioco intestato a soggetto compiacente) per consentire on line l’effettuazione delle scommesse o la partecipazione a tornei di poker da parte di una terza persona (il “cliente finale”) che non ha un conto gioco proprio. In pratica, il cliente, senza registrarsi, effettua la puntata tramite un “conto di gioco” nella disponibilità dell’agenzia che gli rilascia una ricevuta. L’eventuale vincita viene, poi, pagata dal PDC in contanti (anticipando, quindi, le relative somme per conto del “bookmaker”, che in ogni caso ha messo a disposizione dell’agenzia un “fido” per consentire le giocate). Ciò in spregio alla normativa di settore che esclude in modo categorico la circolazione di denaro contante, sia per quanto concerne i singoli giocatori, che per i concessionari dei PDC ai quali non spetta alcuna forma di “fido” da parte del gestore del sito”

Il colonnello spiega quindi le tempistiche e le modalità dell’indagine:

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Questo comparatore confronta i bonus di benvenuto attualmente verificabili sui siti degli operatori italiani. Questa tabella ha una funzione informativa e gli operatori sono mostrati in ordine casuale.

“Tutto è partito tre anni fa a seguito di una estorsione con atteggiamento di concorrenza sleale aggravato dall’articolo 7 ovvero dall’attività mafiosa. Un soggetto fu minacciato ricevendo un ‘consiglio’ di iniziare a usare il brand riferibile alla associazione criminale. Da lì sono partite le indagini che hanno rilevato come questa organizzazione ad ampio raggio avesse creato una struttura per la diffusione di questo brand, ma soprattutto per acquisire sempre più società sia nazionali sia internazionali con l’obiettivo di riciclare denaro sporco. Al momento la valutazione del giro di affari è di due miliardi di euro, ma è solamente una stima visto che i sequestri sono ancora in corso. Solo nella città di Reggio Calabria abbiamo sequestrato più di 200 punti gioco”.

A bocce ferme, ovvero quando le Autorità avranno terminato i sequestri del caso, sarà possibile capire meglio i contorni della vicenda e le effettive conseguenze che avrà sui player.

 

IL RICHIAMO ALLA CALMA DI MICROGAME

Nella serata di ieri Microgame ha diramato un comunicato stampa in cui rassicura i player:

“Il Gruppo Microgame nella persona del suo Consiglio di Amministrazione in carica, a seguito del sequestro preventivo di alcune aziende del Gruppo, sottolinea che, conformemente alle modalità di amministrazione prevista dal provvedimento cautelare, sono in corso tutte le procedure e attività atte a mantenere la piena continuità aziendale e, in ogni caso, sono garantiti i diritti di tutti i terzi aventi rapporti con il Gruppo. In particolare, sono assolutamente garantiti i depositi relativi ai conti dei giocatori registrati presso la concessionaria People’s, sui quali, allo stato, non sono state rilevate anomalie in termini di operatività aziendale”.

 

Intanto stiamo aspettando una risposta da AAMS sui meccanismi che tutelano quei giocatori che avevano un regolare conto sulle piattaforme punto it sequestrate nella giornata odierna.

 

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