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il 6 Lug 2016

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Via dalla Slovenia per espandersi in America, ma quello di PokerStars è un arrivederci!

Via dalla Slovenia per espandersi in America, ma quello di PokerStars è un arrivederci!

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Qualche giorno fa è stato annunciato da PokerStars il ritiro dell’offerta di partite a soldi veri per la Slovenia.

Essendo Stars la più grande room a disposizione nel panorama internazionale, questo è stato un duro colpo da sopportare per i grinder sloveni e anche per gli Italiani che hanno passato il confine est dell’Italia per avventurarsi nella giungla del punto com.

La notizia è arrivata così, senza tanto preavviso né molte spiegazioni: il management team ha rilevato un rischio per l’azienda e ha deciso di ritirare l’offerta, idea che è diventata effettiva dopo tre giorni. Lo stesso è accaduto anche in Israele (curiosamente il paese di nascita del fondatore di PokerStars) e Repubblica Ceca.

Qualche dettaglio in più è arrivato pochi giorni fa dal portale CalvinAyre, che ha fatto notare che tutti questi stati non hanno un’effettiva regolamentazione sul gioco online, i così detti mercati grigi.

La scelta di ritirarsi dalla Slovenia ha quindi senso per PokerStars, che proprio ora sta lottando per espandersi in America e sta affrontando molte difficoltà da parte di chi si oppone al gambling online. Molto meglio evitare altri problemi simili e ritirarsi dal mercato sperando/promettendo di tornare quando la situazione si farà più chiara.

Un dettaglio importante da considerare è che l’operare in mercati grigi di PokerStars potrebbe diventare un’arma a disposizione di coloro che hanno interesse ad impedire una diffusione del gioco online negli U.S.A.

Questa mossa quindi potrebbe essere fatta anche in via preventiva per tentare di vincere la battaglia su suolo americano: perderanno un numero relativamente basso di giocatori per qualche tempo, ma aumenteranno le loro possibilità di riconquistare il mercato più grande a disposizione.

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PokerStars si augura con tutto il cuore che questo sia un arrivederci: “Speriamo di riuscire ad ottenere una licenza in Slovenia appena sarà possibile” ha detto a Calvinayre un portavoce della picca rossa.

Nel 2012 la Slovenia ha bloccato l’accesso ai siti di gambling esteri, un blocco che poi è stato aggirato dalle stesse compagnie cambiando il dominio dei siti, e nel 2013 il ministro della finanza sloveno ha avviato un iter per regolamentare il gioco online, ma l’approvazione della Commissione Europea ha dilungato i tempi, con il risultato che la Slovenia è ancora in zona grigia nonostante le leggi siano ben che pronte.

Si spera che nel 2017 il paese balcanico avrà una regolamentazione adeguata in materia di gaming.

Il “pericolo” -per così dire- è che si adotti un sistema di mercato chiuso, come quello italiano o spagnolo, che sarebbe impraticabile in un luogo così piccolo, e porterebbe molto probabilmente tutti i giocatori di stake più elevati a trasferirsi all’estero.

L’obiettivo di Stars quindi è quello di operare solo dove esiste un regolamento che lo preveda, ed è per questo che si vocifera della Polonia, patria di giocatori come Urbanovich e Panka, come prossima vittima. Altre zone grigie si trovano in Messico e Canada ad esempio, ma essendo paesi molto più grandi e dal traffico più elevato, il loro blocco potrebbe avere un impatto importante sul

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