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il 14 Lug 2016

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Poker e musica: gli Eagles, il gruppo rock innamorato del poker che ne inventò addirittura una variante

Poker e musica: gli Eagles, il gruppo rock innamorato del poker che ne inventò addirittura una variante

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L’arte è da sempre influenzata dalle proprie passioni, e il poker di certo non fa eccezione.

Per fare qualche esempio, i primi che ci vengono in mente, I bari di Caravaggio, o i cani che giocano a poker di Cassius Marcellus Coolidge nella pittura, e canzoni come Ace of Spades dei Motorhead, o Poker Face di Lady GaGa.

Nell’universo musicale è doveroso segnalare gli Eagles, una delle band più influenti della storia del rock, formatasi nel 1971 e sciolta pochi mesi fa a causa della morte del cantante chitarrista Glenn Frey.

Glenn è stato uno dei membri fondatori della band, e a quanto risulta dal blog di PokerStars era un appassionato giocatore, spesso coinvolto in lunghe maratone di poker di cui aveva addirittura inventato una variante chiamata “Eagle Poker“.

Tutto ebbe inizio nel 1971, quando Frey conobbe Don Henley, membro della band che si sarebbe formata, altrettanto innamorato del gioco. I due furono chiamati a suonare per la band di Linda Ronstadt, e nei momenti di calma nel backstage giocavano a poker sia tra loro che con altre band, dato che chiunque conosceva almeno le regole di base del gioco.

Ad una di queste partite partecipò anche la leggenda del rythm and blues Smokey Robinson, e Glenn Frey dimostrò subito un certo livello di skill nel gioco, al punto che Ronstadt lo ammonì: “Basta vincere!“. Linda ricorda: “Glenn è sempre stato più furbo e meglio preparato di quanto avresti pensato, come nelle sue partite a poker. Entravi in gioco contro di lui, pensando di potergli portare via tutto, ma alla fine usciva sempre vincitore.

Nel 1974 Frey si trasferì in una casa che assunse addirittura il nome di “Kirkwood Casino“. Ogni lunedì durante la stagione di football si seguivano le partite in televisione dalle 18.00 alle 21.00, e poi si giocava a poker fino a fare le ore piccole… finché c’erano abbastanza giocatori che volevano continuare la partita andava avanti. Molti musicisti di successo sono passati per il tavolo verde del Kirkwood Casino.

Don Henley, da buon texano, amava il football e il poker, in particolare la variante Texas Hold’Em (ovviamente), mentre Frey preferiva un’altra variante di sua invenzione: l’Eagle poker. Sostanzialmente era un derivato dell’Acey Duecey (Red Dog), le regole erano semplici: bisognava scommettere se il valore di una terza carta sarebbe stato in mezzo al valore delle altre due oppure no. Questo gioco venne perfezionato nel tempo da tutta la band durante una trasferta in Gran Bretagna.

Il meglio di sé Henley lo diede contro David Briggs, uno dei produttori di Neil Young, con il quale era in continuo litigio. Don decise di risolverla al tavolo di Eagle Poker, e dopo una lunga maratona sul tour bus vinse la bellezza di $7.000, che all’epoca avevano un valore molto più alto di quello attuale.

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Gli stake erano piuttosto alti anche nelle partite “amichevoli” comunque, come racconta Don Felder: “Mentre registravamo Hotel California c’erano moltissimi tempi morti, e noi giocavamo sempre a poker in quei momenti. Lo chiamavamo ‘Sbrigati e aspetta’, perché dovevamo essere puntuali in studio e poi aspettare, aspettare, aspettare. Giocavamo maratone di Eagle Poker che andavano avanti anche per giorni. Una notte persi $1.800 in una singola mano… fece così male che non giocai mai più a poker!” 

Dopo questa passione quasi maniacale (davvero non perdevano occasione di tirare fuori le carte) pensate che nelle loro canzoni manchino riferimenti al poker?

“You got to gamble on your story
You got no guts, you get no glory
And I’m bettin’ my money on an ace in the hole
Think I’m gettin’ out of control”

(“Devi scommettere sulla tua storia, se non avrai fegato non avrai gloria. E io sto scommettendo i miei soldi su un asso nella manica, credo di essere fuori controllo”)

Tratta da Out Of Control dell’album Desperado, dopo i consigli di Jackson Browne di importare un tema più western, qualcosa che avesse a che fare con le carte “Qualcosa di cui facevamo parte in fin dei conti” spiegò Hentley.

Desperado, la title track dell’album, raccontava la storia di un cowboy solitario sfortunato con le donne, e Frey ed Hentley non persero occasione di associare la ricerca dell’amore al gioco:

Don’t you draw the queen of diamonds, boy
She’ll beat you if she’s able
You know the queen of hearts is always your best bet
Now it seems to me, some fine things
Have been laid upon your table
But you only want the ones that you can’t get”

(“Non pescare la donna di quadri ragazzo, ti batterà se può farlo. Lo sai che la donna di cuori è sempre la tua scommessa migliore. Ora mi sembra che molte belle cose sono state lasciate sul tuo tavolo, ma tu vuoi solo quelle che non puoi avere”)

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