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il 3 Lug 2017

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Norme antiriciclaggio in vigore dal 4 luglio: un poker online più pulito

Norme antiriciclaggio in vigore dal 4 luglio: un poker online più pulito

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E’ ufficiale: il decreto legislativo del 25 maggio entrerà in vigore con un decreto attuativo domani, 4 luglio 2017. Si tratta dell’attuazione delle direttive UE in materia di antiriciclaggio.

Il gioco del poker è strettamente collegato agli altri ambiti dei giochi d’azzardo, nella sua forma online è governato da AAMS – Monopoli di Stato, e per sua natura coinvolge denaro che va da un giocatore all’altro: naturale quindi che questo decreto attuativo coinvolga anche il nostro mondo.

Spulciando le 122 pagine di decreto, però, non compaiono particolari sorprese, in particolare non troviamo grandi notizie negative. Ogni volta che la giurisprudenza entra nel mondo del poker possono succedere grandi sconvolgimenti, ma pare proprio che non sia questo il caso.

L’idea di base di questo decreto, infatti, non sembra essere un radicale cambiamento. Non è cambiato cosa si può o non si può fare: il multiaccounting, il chip dumping e le altre procedure poco corrette continuano a essere bandite dal tavolo da poker, mentre il normale gioco a ogni livello continua a essere consentito e regolamentato esattamente come prima.

Quel che sembra essere cambiato è la responsabilità degli operatori concessionari AAMS, che dovranno mettere a disposizione più mezzi e consentire controlli più approfonditi per individuare e bloccare i comportamenti irregolari.

Andiamo a esaminare nel dettaglio alcuni punti della parte di decreto che riguarda il gioco (Modifiche al Titolo IV del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231).

Il principio di base di cui parlavamo poche righe fa è illustrato nel primo punto dell’articolo 52:

“I concessionari di gioco adottano procedure e sistemi di controllo adeguati a mitigare e gestire i rischi di riciclaggio e finanziamento del terrorismo

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Le procedure consentiranno di monitorare “la tipologia delle operazioni di gioco e le possibili anomalie, i comportamenti che favoriscano o comunque non riducano il rischio di irregolarità”. In particolare arriva un’ infilata di casistiche specifiche per il gioco online. Si potranno e dovranno controllare:

4.1. lo stato dei conti di gioco ed in particolare quelli sospesi e quelli su i quali vi siano movimentazioni rilevanti;
4.2. i conti di gioco caratterizzati da una concentrazione anomala di vincite o perdite in un arco temporale limitato, specie se verificatesi su giochi in cui c’e’ interazione tra giocatori;
4.3. la tipologia degli strumenti di ricarica utilizzati;
4.4. la frequenza e le fasce orarie delle transazioni di ricarica del conto di gioco;
4.5. l’individuazione di anomalie nell’utilizzo del conto di gioco per come desumibili dal rapporto tra depositi e prelievi;

Risulta molto chiara la linea dura assunta dalla commissione UE e attuata in questo decreto: i conti gioco delle room devono servire solo ed esclusivamente per il gioco, e per un gioco corretto. La pratica del chip dumping potrebbe essere vista come un modo molto semplice per trasferire soldi a un’altra persona, ma è totalmente vietato, come questi punti appena elencati (in particolare il 4.2) stabiliscono con estrema chiarezza. Il rischio è quello che viene definito al punto successivo: “immediata estinzione del rapporto contrattuale”.

L’articolo seguente, numero 53, ha invece a che fare con l’identificazione e la verifica dell’identità dei giocatori. Per ostacolare anche quelle procedure meno “dirette” del chip dumping, ma che consentirebbero comunque trasferimenti di denaro mal documentati, il decreto impone maggior severità sui controlli riguardanti codici fiscali, documenti di identità, indirizzi IP e metodi di pagamento.

Gli operatori dovranno consentire operazioni di ricarica dei conti gioco “esclusivamente attraverso mezzi di pagamento idonei a garantire la piena tracciabilita’ dei flussi finanziari connessi alle operazioni di gioco”. L’archivio della storia dei prelievi, depositi, movimenti di ogni utente, con cronologia e indirizzo IP, dovrà essere conservato per un periodo di dieci anni dall’acquisizione!

Un effetto collaterale di questa lotta al riciclaggio sarà quindi la maggiore difficoltà nel fare multiaccounting: niente più “è l’account di mio padre”, impossibile giustificarsi con “ho ricaricato con la carta di credito di mio cugino”.

L’unico dubbio che può sorgere, a una prima impressione, riguardo a questa manovra è il punto 4.1 dell’articolo 52 già descritto in precedenza: “sui quali vi siano movimentazioni rilevanti”. Mentre più avanti nel testo si parla di controlli per singole scommesse superiori ai 2000 euro, il che non dovrebbe quindi toccare il mondo poker italiano a meno di piatti enormi su tavoli cash game, non è chiaro cosa possa succedere ai conti che vengono ricaricati di grosse cifre in brevi archi di tempo. Quella del testo è una frase dal significato molto vago, l’aggettivo “rilevanti” non è una cifra precisa e non è stato definito un criterio di valutazione preciso.

Questo aspetto potrebbe portare noie per i giocatori MTT e cash dallo spending più alto, questi player potrebbero diventare oggetto di controlli approfonditi che potrebbero possibilmente comportare anche la chiusura temporanea del conto. Ipotesi problematica, specialmente in vista della liquidità condivisa che darà accesso a tornei più ricchi e potrebbe anche portare a un rialzo della quota massima di buy-in.

Ci auguriamo quindi che questo decreto sia applicato nel modo corretto e senza esagerazioni, che i controlli siano fatti con cognizione di causa e senza arrecare troppo disagio a chi del gioco pulito fa un mestiere ogni giorno, e comunque che se qualche giocatore verrà selezionato per un controllo sarà in grado di portare pazienza capendo che è per il bene dell’ecosistema poker che si effettuano queste valutazioni.

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