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il 12 Feb 2019

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Andrew Robl racconta: “Pulivo bagni per rifarmi il bankroll. Volevo la libertà ma temevo di fallire”

Andrew Robl racconta: “Pulivo bagni per rifarmi il bankroll. Volevo la libertà ma temevo di fallire”

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Volete un consiglio? Concedetevi qualche minuto per godervi l’intervista strappata da Lee Davy all’americano Andrew Robl, 31enne molto emotivo e riservato che alle spalle vanta oltre un decennio di poker ad altissimo livello.

Sicuramente vi sarà capitato di vedere Robl in azione a qualche tavolo televisivo in passato. Magari si presentava ancora con la chioma bionda sparata verso l’alto.

Dimenticate quel look e non solo. Robl oggi è una persona cambiata. Ecco come si presenta a Davy: “Sono un uomo sposato che ama passare del tempo con la sua famiglia e il suo cane. Ma mi piace ancora gamblare“.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, ancora teenager, Andrew guardava le WSOP alla televisione insieme a suo padre e sognava di fare il pro.

Mi piacciono i giochi in generale. Ho iniziato a giocare a poker durante la high school con gli amici. Ero attirato semplicemente dalle meccaniche di gioco; poi l’elemento del gambling lo ha reso più emozionante. A volte i giochi sono ripetitivi, ma nel gambling ogni giorno è differente. Non sai mai cosa può succedere“.

Robl si è dimostrato un talento pokeristico precoce: “A circa 17-18 anni ho cominciato a fare soldi veri con il poker. Mi sono ritrovato con 80.000 dollari sul conto. Per me era fantastico. Ero attirato da un lavoro che non mi rinchiudesse in un ufficio. Non ho mai voluto fare qualcosa di conformista. Volevo diventare un poker pro da quando ho visto il poker in TV, anche se tutti mi dicevano che ero pazzo“.

A un certo punto della sua vita Robl si è ritrovato però a fare il bidello, quando le cose con il poker non andavano benissimo: “Pulivo i bagni per recuperare un po’ di bankroll e ho imparato in quel momento ad avere più rispetto per i soldi“.

Robl non si è arreso ed è tornato ai tavoli. Di nuovo ha vissuto una bad run, restando con 50mila dollari circa di bankroll. Robl addirittura piange quando rivive quel periodo: “Pensavo di dover tornare a scuola e tutti mi rinfacciavano la mia scelta. Sono andato all’aeroporto per volare dal mio amico Phil Galfond. Ho avuto un attacco d’ansia lì per la prima volta, pensando alla mia carriera in bilico. Poi ho osservato Phil giocare per una settimana e ciò mi ha portato una rinnovata fiducia. Mi sono reso conto che sapevo ancora giocare. Tutti mi davano contro e pensavano che sarei diventato un drogato dipendente dal gioco, ma io non ho mollato“.

Si parla di preconcetti sul gambling e del segreto di Robl: “Volevo essere libero ma al tempo stesso avevo paura di fallire. Queste due cose mi hanno sempre spinto a migliorarmi nel poker“.

Robl parla perfino di miliardari che hanno troppa paura di fallire: “La paura è una lama a doppio taglio. Conosco miliardari che non riescono a godersi la vita perché il denaro non fa la felicità. Ho conosciuto tante persone che sono ai vertici del loro settore lavorativo e non sono felici. Bisogna cercare positività nei piccoli momenti quotidiani“.

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A proposito, ecco i piani del family guy Robl: “Ho in programma in questo anno di disegnarmi una casa insieme a mia moglie. Lei è molto estroversa, è completamente diversa da me. Mi comprende e mi sostiene. È la persona più importante della mia vita. Per me significa molto, perché solitamente non ho mai voglia di conoscere nessuno. Quando vado in palestra non saluterei nessuno, anche se poi nei rapporti che ho cerco sempre di trasmettere positività e aiutare tutti. Un tempo ero molto più disciplinato, mi davo un sacco di regole. Mia moglie me lo ha fatto notare e mi ha cambiato.

Nei prossimi anni ha intenzione inoltre di costruire una vera famiglia. Alla fine apparteniamo al regno animale e la riproduzione è appunto uno dei nostri scopi più importanti“.

E il poker? Non è solo un ricordo: “Mi sono mantenuto con il poker per 13 anni e imparo ancora cose sul gioco ogni giorno, perché è ricco e profondo. Ti rende umile e ti incoraggia sempre a far meglio. Io non ho bisogno di fare altri soldi col poker ma è importante avere sempre uno scopo“.

Robl parla di Phil Hellmuth e altri suoi colleghi: “Nel poker c’è molta fortuna ed è impossibile dire chi è il più forte al mondo. Una volta ero invidioso di quelli che vincevano i tornei solo perché mi sentivo insicuro. Ora sono più sicuro e non invidio nessuno“.

A 31 anni Robl ci spiega come avere successo nella vita lavorativa: “Bisogna sempre lavorare e migliorare. Come quando è accaduto il Black Friday. Per tantissimi giocatori americani è stata una disgrazia, la fine di un percorso. Io l’ho visto solo come un ostacolo. Ho lavorato per trovare altre soluzioni. Per me è stata una cosa positiva perché ho scoperto nuove location come Macao. Non avrei ottenuto certi risultati continuando a stare a casa giocando online. Bisogna avere la mente aperta e guardare il lato positivo di ogni cambiamento nella vita“.

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