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il 30 Mag 2019

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Come stare ai tavoli WSOP: i consigli del dealer dell’anno

Come stare ai tavoli WSOP: i consigli del dealer dell’anno

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Se le WSOP sono il momento caldo dell’anno per i giocatori, figuriamoci per coloro che si trovano dall’altra parte del tavolo. Stiamo parlando dei dealer, gli “arbitri” di ogni singolo tavolo che con il loro shuffle up and deal decretano in parte il destino dei giocatori. Fra questi il migliore delle WSOP 2018 è stato Daniel Harris, eletto direttamente dai colleghi come miglior dealer della manifestazione.

Così i colleghi di Pokernews.com hanno colto l’occasione per intervistarlo alla vigilia delle WSOP 2019. Una lunga intervista, dove il buon Daniel ha parlato sia del riconoscimento ottenuto, ma anche dato consigli a giocatori e colleghi sulla linea da adottare al tavolo. Una piacevole “lezione” che vale la pena leggere. Perché se è vero che giocando si affinano le qualità, anche osservando da “arbitro neutrale” si possono mettere assieme un sacco di informazioni utili.

Harris ha iniziato a parlare in primis della sua storia. “Sono 14 anni che faccio il dealer e fino allo scorso anno non ero mai arrivato alle WSOP di Las Vegas. Solitamente cerco di passare l’estate in famiglia e negli altri mesi dell’anno seguo la carovana delle WSOP Circuit. E’ li che mi troverete sicuramente. La scorsa estate però servivano soldi per mandare al College i figli e allora ho deciso di fare questo piacevole “sacrificio” e per la prima volta ho varcato da dealer le porte del Rio“.

Emozione e paura allo stesso tempo per Daniel Harris. “Durante le prime mani che ho servito ero teso come una corda di violino. Poi ho rotto l’indugi e dopo due giorni, sembravo li da una vita. Questo anche grazie alla presenza agli altri tavoli dei colleghi che con me lavorano nel circuito delle WSOP. E’ stato bello ricevere il premio di miglior dealer. A maggior ragione se a darlo sono coloro che lavorano gomito a gomito con te“.

L’occasione è ghiotta per parlare degli errori commessi dai giocatori al tavolo. Non tanto nella parte tecnica, quanto nel “sapere” stare al tavolo. “Una cosa che mi ha colpito, soprattutto fra coloro che sono al debutto nelle WSOP, è quello di affrontare gli eventi come se stessero giocando un tavolo a casa fra amici. E’ la cosa più sbagliata che possono fare. Siamo al mondiale del poker signori. Non esiste mostrare le carte mentre la mano è in corso, non si può parlare durante l’azione se si è fuori dalla mano stessa. Diciamo che molti non sono disciplinati“.

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Ma anche le distrazioni sono tante secondo Harris. “Molti players si concentrano più sul telefono, sulla musica da ascoltare o a scattare foto. E tutto questo rallenta il gioco, creando danni a se stessi e anche agli altri giocatori che siedono al tavolo. Per questo consiglio ai giocatori di mantenere sempre l’attenzione alta sul gioco, specie quando c’è piazzare l’ante, oppure nelle varianti che comportano anche una distribuzione maggiore di carte“.

E poi ci sono consigli per i dealer. “Se siete al debutto, non fatevi prendere dall’ansia o dalla paura. Ci sono floorman distribuiti in mezzo ai tavoli pronti a supportare il vostro lavoro. Con i giocatori cercate di essere comprensivi e ascoltate le loro richieste. Cercate di essere amichevoli, alla fine si tratta di clienti che portano soldi alle WSOP e di conseguenza a noi“.

Infine svela un piccolo, ma utile trucco. “Spesso i giocatori al tavolo non ricordano lo schedule della giornata con gli altri eventi in programma e quindi porto con me sempre il programma quotidiano dei tornei. Così se chiedono, mostro loro il suddetto foglio. Non solo, ma ho sempre con me le regole principali per le varianti più complicate o per i giochi mixed che controllo in caso di dubbio. Sono piccoli accorgimenti che possono migliorare il nostro lavoro“.

Parola di Daniel Harris, miglior dealer alle WSOP 2018.

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