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il 24 Giu 2020

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Poker live: stress e caffeina, i nemici al tavolo da gioco

Poker live: stress e caffeina, i nemici al tavolo da gioco

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Abbiamo da poco parlato di come la gestione del sonno risulti essere un elemento fondamentale sia per la salute di noi stessi, sia per l’efficacia dei nostri risultati al tavolo.

Arriva a fagiolo, pertanto, la riflessione del noto giocatore olandese Bahman Zarghami, che analizza al meglio possibili elementi di ansia e tensione in relazione al poker.

Uno su tutti, il caffè: è opinione comune che un buon caffè possa aiutare a restare svegli e a focalizzarsi sul gioco; tuttavia, Zarghami equipara la caffeina ad una perdita ai tavoli molto probabile.

Che cos’è lo stress al tavolo da gioco?

Da giocatori di poker abbiamo molta familiarità con lo stress, ma per comprendere veramente ciò che influenza così tanto mente e corpo, ne vanno compresi i meccanismi che lo generano.

Lo stress è una reazione fisica, mentale o emotiva del proprio corpo a tutto ciò che nella vita necessita di attenzione diretta.

Tale reazione si concretizza quando subiamo un brutto colpo, o perdiamo la connessione durante un tavolo finale o quando il giocatore più chiuso del tavolo ci opera un check-raise all-in al river quando possediamo il second nuts.

Com’è colpito il corpo dallo stress?

Per rispondere a questa domanda, Zarghami fa un paragone piuttosto estremo.

Supponiamo che di notte, finchè dormiamo, si sentano dei rumori dal piano di sotto. Scendiamo a vedere e notiamo dei malintenzionati essere entrati in casa nostra.

Le persone che irrompono in casa sono un fattore scatenante dello stress e immediatamente l’allarme si attiva nel corpo. L’ipotalamo, una regione del nostro cervello, invia il segnale alle ghiandole surrenali. Le ghiandole surrenali producono immediatamente due tipi di ormoni:

  • Cortisolo: un ormone dello stress che il corpo produce per svegliarsi al mattino e regola anche il metabolismo;
  • Adrenalina: un ormone che il cervello rilascia fortemente solo in una situazione di paura o pericolo.

In una situazione come questa si passa attraverso tre fasi, e questa prima si chiama fase di allarme.

Durante la fase di allarme, il corpo resisterà alla fame, si avvertirà meno dolore e sarà meno difficile affrontare una situazione di lotta o fuga. Ma tutte le cose hanno il loro prezzo…

 

Quando lo stress se ne va…

Prosegue infatti Zarghami:

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La seconda fase è la cosiddetta fase di resistenza,  chiamata così per una ragione. Il corpo sta sgonfiando la fase di allarme.

A breve si raggiungerà la fase tre, chiamata fase di esaurimento. Qui pagheremo dazio dell’aver vissuto un periodo (quello di allarme) in cui le nostre capacità risultavano potenziate.

Ora arriva la stanchezza, magari non fisica, ma mentale. Stanchezza che ci può rendere:

  • Irritabili;
  • Senza voglia di interagire col prossimo;
  • Soggetti a prendere decisioni sbagliate.

Le conseguenze fisiche dello stress, invece,  consistono nel:

  • Aumento del peso;
  • Problemi di sonno;
  • Problemi cardiaci;
  • Problemi di memoria.

E tutto ciò, purtroppo, costituisce un buon viatico per l’arrivo dell’ansia, lo stato psicologico che tanto ci condiziona in vari momenti della nostra vita.

 

Cosa c’entra tutta questa analisi col caffè e con il poker?

Dal momento che la caffeina induce buona parte dei medesimi effetti dello stress, infatti, per ottimizzare la permanenza ai tavoli da gioco (sia live che online), sarebbe utile eliminare ogni ulteriore elemento che genera stress o che ne acuisce gli effetti. Come il caffè, appunto.

Il poker, lo sappiamo, necessita della massima attenzione e concentrazione per riuscire a esprimere il proprio A-game utile a prendere le decisioni giuste in ogni momento della partita.

Per esprimersi ad alto livello, e mantenere alti standard di concentrazione, ansia e stress vanno minimizzati cercando di seguire magari una dieta equilibrata, unitamente ad un esercizio fisico adeguato. Bibite energetiche e caffè risultano essere – pur in minima parte – sostanze che alterano la mente, generando inequivocabilmente, alla lunga, gli effetti dello stress, e portandoci magari a compiere delle scelte sbagliate.

Perché, quindi, regalare dei vantaggi ai propri avversari?

La sfida di Bahman Zarghami è la seguente: propone di fare un sacrificio per 30 giorni e di evitare tutte le bevande contenenti caffeina, e di misurare i propri risultati al tavolo in quel periodo, scommettendo sul fatto che saranno migliori.

E voi? Siete d’accordo con l’olandese? Fareste a meno del caffè se migliorasse i risultati al tavolo da gioco?

 

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