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il 16 Gen 2021

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L’adattamento all’online durante la pandemia dei giocatori di tornei live: parola a Enrico Mosca

L’adattamento all’online durante la pandemia dei giocatori di tornei live: parola a Enrico Mosca

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Tra gli effetti nefasti della pandemia di coronavirus per noi amanti del poker c’è stato senza dubbio il blocco totale del gioco live.

Uno stato delle cose che ha obbligato quegli appassionati che hanno nella dimensione dal vivo il loro terreno d’azione preferito, a spostarsi online per continuare a giocare.

In alcuni casi i risultati sono stati incoraggianti: pensiamo per esempio all’exploit di Antonio Crocetta, 50enne torinese amante del poker live che il mese scorso ha vinto il Main Event XL Winter Series di 888poker.

Oppure, uscendo dai confini italiani, al clamoroso braccialetto vinto dal 70 enne statunitense Ron McMillen la scorsa estate mentre si cimentava nel suo primo torneo online di sempre.

In altri casi, probabilmente la maggior parte, l’adattamento non è invece riuscito al meglio: ce ne parla Enrico Mosca.

 

Linee calde

Il rounder torinese spiega che dall’inizio della pandemia ha ricevuto tantissime telefonate di amici che giocavano dal vivo e che volevano effettuare il passaggio all’online per continuare a coltivare la passione per le due carte nei giorni del coronavirus:

“C’è stata una marea di gente che prima della pandemia non sapeva nemmeno accendere il pc e adesso sono diventati maghi del computer e dei software di supporto del poker online – spiega Enrico.

Nella stragrande maggioranza dei casi, dice, il passaggio non è stato affatto indolore:

“Qualche anno fa c’era un’aspra polemica su chi fosse migliore tra i giocatori live e quelli online. Oggi quelli che al tempo dicevano che il vero poker era dal vivo si sono dovuti giocoforza buttare sull’online e hanno ritrovato le classiche problematiche del giocatore live che deve effettuare il passaggio”.

 

Un passaggio difficoltoso

Il primo dei problemi è quello della impalpabilità della azione di dare le carte:

“La lamentela che mi sono sentito ripetere più spesso è che il server non è trasparente nella distribuzione delle carte mentre dal vivo è possibile osservare il dealer nell’atto fisico di mescolare.”

Da qui la sequela di luoghi comuni sui server di poker online che si sono accumulate negli anni:

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“Ho sentito accampare le solite scuse assurde, ‘il server ti fa uscire se sei corto’, ‘devono finire presto il torneo e lo fanno finire facendo vincere tutti i colpi al chipleader’ e così via”.

Per Enrico però ciò non fa che confermare una verità molto spesso scomoda per i torneisti live che arrivano a cimentarsi online:

“La verità è che chi faticava live, online fa molta più fatica e invece di cercare di migliorare con lo studio o il confronto accampa scuse ridicole. Sarà un caso ma da giocatori live bravi non ho sentito discorsi del genere. Questo perchè il giocatore live capace riesce ad adattarsi molto più facilmente al gioco online. Diversi amici si sono adattati bene e hanno vinto subito anche online”.

 

I leak più comuni

Enrico spiega che i giocatori di tornei live hanno alcune caratteristiche di base che in automatico diventano dei leak nel gioco online:

“Cambia veramente tutto. Dal vivo vengono distribuite molte meno mani rispetto all’online. I giocatori di solito tendono a entrare in un numero di mani superiore a quelle che dovrebbero giocare da un punto di vista strettamente tecnico. Ci sono molti più multiway, chi non rinuncia a vedere il flop coi connectors anche se fuori posizione o con uno stack risicato, pochi attaccano la deadmoney, gli squeeze non sono per niente frequenti.”

Da qui derivano le principali difficoltà:

“Il giocatore live è tendenzialmente un giocatore da mischia, da flop, coi range preflop si trova in difficoltà. Non riuscendo a calibrarli bene di solito tende a fare l’errore opposto rispetto a quello che fa dal vivo, ossia online inizia a chiudersi troppo. Tra i 10 e i 20bb tanti giocatori live continuano a non avere dei range di shove preflop e continuano a fare call. Non ci sono steal: immaginiamo di avere tra i 10 e i 20bb di stack su big blind dopo apertura di cutoff e flat dello small blind, si dovrebbe pushare, invece il giocatore che arriva dal live chiama. Per non parlare delle coppiette, davvero un disastro: anche con 10bb di stack le giocano per settare. Online ci sono delle move obbligate che sono standard a livello tecnico, non ammettono il dubbio ‘lo faccio o non lo faccio’. Online non si gioca ‘a sensazione’

 

Chi la studia la vince

Per Mosca le principali armi a disposizione dei giocatori live per adattarsi al meglio ai tornei online sono studio e ampliamento del bagaglio tecnico:

“In tante telefonate mi sono sentito dire ‘quando gioco live vinco, adesso invece online perdo’. Di solito chi dice così si basa sui pochi tornei giocati dal vivo, in cui magari hanno raggiunto la zona premi con mezzo buio di stack; online invece giocano magari 60 tornei in un mese e fanno un bagno di sangue. Come ho già detto, chi giocava live a un buon livello si è adattato all’online abbastanza velocemente. Chi invece faticava dal vivo, online è stato letteralmente spazzato via.”

 

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