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il 18 Apr 2021

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Stefanie Ungar racconta il giorno in cui morì il padre Stu

Stefanie Ungar racconta il giorno in cui morì il padre Stu

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22 novembre 1998, nella stanza numero 6 dell’Oasis, un motel a basso costo al termine della Strip di Las Vegas, viene rinvenuto il corpo di Stu Ungar.

Nella camera in cui il più talentuoso pokerista di tutti i tempi era entrato due giorni prima, la polizia trova 800$, che poi si scopriranno essere parte di un prestito di 25 mila dollari ricevuto da Bob Stupak.

Non c’è droga, anche se l’autopsia ne rileva tracce nel corpo di Stu. Non sono comunque sufficienti ad averne causato la morte, dice il coroner che poi attribuirà il decesso al cuore provato dagli anni di abusi.

Ricordando quel giorno, Doyle Brunson disse che tutti erano affranti, “ma non fu una sorpresa” perché conoscevano bene le sue abitudini.

Chi invece restò di sale fu la figlia di Stu, Stefanie, all’epoca sedicenne.

 

Un fulmine a ciel sereno

Su Instagram l’erede di Stu Ungar ha pubblicato un lungo post in cui ha ricordato il giorno in cui morì suo padre:

“Onestamente, pensando oggi a quel giorno, posso dire che ero in uno stato di shock. Qualcuno si potrebbe chiedere come mai fossi shockata visto che era risaputo che mio padre lottava con la dipendenza. Ma io lo vedevo come quell’uomo che faceva percepire la sua energia ogni volta che entrava in una stanza e che avrebbe fatto ogni cosa che sentiva di fare. Aveva questa capacità di vedere nelle persone cose che neanche loro stesse riconoscevano, e gli piaceva dire cosa vedeva in loro. L’ho sempre visto così pieno di vita e di carisma che non mi rendevo conto di quello che stava succedendo. D’un tratto se ne era andato.”

 

Il sostegno di Bob Stupak

La famiglia Ungar venne circondata dall’abbraccio della comunità dei gambler amici di Stu, a iniziare da Bob Stupak:

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“Bob avrà sempre un posto speciale nel mio cuore – scrive Stefanie – Il giorno in cui mio padre morì Bob ci raggiunse e insistette per incontrarci. Ci trovammo a un ristorante, quando arrivammo Bob ci stava aspettando insieme alla figlia. Quella notte parlammo, piangemmo e qualche volta ridemmo pensando alle cose che avrebbe fatto mio padre.”

A volte, per trovare un po’ di conforto, basta semplicemente avere accanto qualcuno che ti vuole bene:

“Non dimenticherò mai quella notte con Bob e sua figlia – scrive la figlia di Ungar – Erano amici veri che si sono seduti al tavolo del nostro dolore. Bob si assicurò che non ci preoccupassimo del funerale di papà perché aveva parlato agli altri amici e mi disse che avrebbero pensato loro alla cerimonia funebre.”

 

Un gruppo di gambler incalliti, ma con un forte codice morale

Secondo Stefanie, un po’ è anche a quel giorno e agli insegnamenti degli amici del padre, cui deve il senso di lealtà nelle relazioni che ha sviluppati negli anni:

“Il mondo del gambling a quei tempi era così, sembrava una grande famiglia. Quando qualcuno andava giù gli altri gli si stringevano intorno. Nessuno avrebbe detto che una giovane ragazza come me, crescendo, avrebbe potuto imparare cosa significano la lealtà e le relazioni da un gruppo di gambler incalliti. A loro sarò per sempre grata!”.

Nel tempo Stefanie ha mantenuto i rapporti: giusto qualche giorno fa ha pubblicato una foto in cui è assieme a Jack Binion, il boss delle World Series Of Poker.

“Ho passato il mattino con il meraviglioso Jack Binion! Siamo stati seduti per più di due ore e mi ha raccontanto tante storie su papà. Questi sono i momenti che mi tengo stretti nel cuore! – ha scritto Stefanie.

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