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il 29 Apr 2021

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Le differenze tra amatori e professionisti di poker secondo Jaime Staples

Le differenze tra amatori e professionisti di poker secondo Jaime Staples

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Tra chi si dedica a poker per divertimento e chi invece lo fa per lavoro, l’approccio al gioco cambia di anni luce.

Non solo da un punto di vista tecnico ma a 360 gradi: linguaggio, bankroll, gestione dei tilt e degli stati emotivi

I giorni scorsi ne ha parlato in modo approfondito Jaime Staples. In seguito a un tweet in cui si lamentava della sua run dell’ultimo periodo, l’ambasciatore di partypoker si è reso conto che i suoi ‘follower’ amatoriali avevano interpretato quel ‘cinguettio’ in modo diverso dai professionisti.

Da qui un lungo excursus sulle differenze tra le due categorie di giocatori, con particolare attenzione al linguaggio e al significato delle parole per l’una e per l’altra.

 

Bankroll

La prima distinzione tra chi gioca a poker for fun e chi per professione, ovviamente, riguarda il bankroll, ossia il capitale a disposizione per il gioco.

“I giocatori per hobby hanno un bankroll limitato. E’ una entità separata da quella che usano nel resto della vita e perdere il bankroll significa perdere il loro hobby. Delle grandi fluttuazioni nel bankroll da una settimana all’altra sono attese e, probabilmente, divertenti.”

Per un professionista, invece, l’approccio al bankroll – che Staples definisce “rete di valore” – deve giocoforza essere diverso:

“I giocatori professionisti hanno un capitale per le operazioni. Hanno una “rete di valore” e ne usano una parte per investire nel gioco a loro scelta. Il rischio di andare broke in un paio di settimane di brutti risultati non esiste. Le partite che giocano i professionisti sono veramente piccole in rapporto alla loro rete di valore. Se un professionista investe una porzione più grande della sua rete di valore è perché a fronte di un piccolo downside ci può essere una alta aspettativa di vincita, o una ragionevole aspettativa di vincita alta. I professionisti vincono su base regolare, ma anche a loro capita di perdere. La differenza con gli amatori è che lo mettono in conto e se lo aspettano.”

Il problema del linguaggio

Staples ravvisa poi una sostanziale differenza di linguaggio tra amatori e professionisti.

“Sentire un amatore dire che ha bruciato soldi può significare che ha perso il dieci per cento del suo bankroll in un determinato giorno, e ha fatto qualche giocata in cui non aveva possibilità di vittoria. Per un giocatore professionista la stessa frase vuol dire che ha perso tra l’uno e il due per cento della sua rete di valore e ha piazzato qualche giocata al di fuori dell’ottimale probabilmente per poca pazienza. Non una cosa come ‘andare allin preflop con 7-2’, ma più tipo ‘ho raisato in bluff in uno spot in cui era troppo ottimistico, probabilmente non avrebbe funzionato una percentuale sufficiente di volte’, o ‘non ho abbastanza valore per giustificare un bluff qui’ e così via”.

Il gemello di Twitch fa poi l’esempio in cui sentiamo qualcuno dire: “Sono davvero inca***to per la sessione di oggi, ho giocato in modo orribile! Batterò questi avversari domani”. A seconda del tipo di giocatore ci dovremmo preoccupare o meno:

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“Se fosse un amatore a dire quelle parole mi preoccuperei per il suo stato. Gli direi di rallentare un po’ e di valutare di essere nel pieno controllo delle emozioni e delle finanze. In generale vorrei sincerarmi che riceva abbastanza gratificazione sul lungo termine al di fuori del poker. Se invece sentissi dire quella frase da un professionista i miei sentimenti sarebbero di ammirazione per la voglia di vincere: l’impulso a migliorare è bello”

 

La risposta al tilt

Nervosismi e colpi gobbi della sorte possono facilmente portare gli amatori a cadere preda del tilt:

“L’amatore gioca per divertirsi. Se non si sta divertendo, ma decide di continuare a giocare senza essere consapevole di dover cambiare atteggiamento, può diventare impulsivi. C’è una linea qui che è difficile da disegnare. Lavorando per un obiettivo difficile da raggiungere, che prevede fallimenti nel breve periodo, è naturale essere frustrati. Ma una frustrazione cronica per lunghi periodi inizia a diventare controproducente e un problema. Se il poker causa problemi finanziari a un amatore, è SEMPRE un problema che deve essere affrontato.”

Per un professionista invece è diverso:

“Il professionista gioca per vincere. Se un professionista inizia ad avere problemi di tilt lavora per risolverli, identificando i sentimenti da cui nasce la frustrazione e reinquadrandoli da un punto di vista più salutare. Per qualche pro la strada migliore è mettere in pausa il gioco per un po’ di tempo. Per me personalmente è lavorare sul problema e affrontare a viso aperto quei sentimenti. Continuare a giocare e lavorare attivamente per risolvere il problema del tilt è parte del processo di migliorare a poker.”

Controllo delle emozioni e delle reazioni

Staples dice di aver capito questo punto grazie ai messaggi di preoccupazione che ha ricevuto il suo Tweet. Venivano da giocatori occasionali.

“Il professionista mantiene il controllo, pianifica, ed è fiducioso che andrà tutto bene. L’amatore rischia di perdere il controllo e non può avere lo stesso livello di fiducia. Mi sono trovato davanti a questo dilemma appena ieri quando ho dato sfogo alla mia frustrazione su Twitter. Gli amatori hanno reagito con preoccupazione, come se in qualche modo fossi a rischio di qualcosa. Si sono messi nei miei panni e hanno tratto le loro conclusioni”.

Da questa storia Staples ha tratto un insegnamento:

“Il modo in cui i giocatori ascoltano e decodificano i messaggi conta. C’è un obbligo morale ad avere cura di questo processo. Soprattutto, qualsiasi cosa io dica, in qualsiasi modo la dica, deve essere vera al 100%. Non c’è spazio per deviare da questo precetto[…] In quel tweet, fondamentalmente, mi rivolgevo ai professionisti. La prossima volta starò più attento.”

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