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il 29 Mar 2022

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La storia delle WSOP – Prima parte

La storia delle WSOP – Prima parte

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Le WSOP 2022 sono dietro l’angolo. E quale migliore metodo, per scandire la marcia di avvicinamento ai Campionati del Mondo di poker del 2022, di ripercorrere alcune delle vicissitudini che hanno portato Las Vegas ad essere il centro dell’universo del Texas Hold’em?

Andiamo a conoscere alcuni aneddoti che hanno portato le WSOP ad essere quelle che sono oggi.

Benny Binion, che innovatore

È difficile credere che quando le World Series of Poker iniziarono, nell’ormai lontano 1970, nell’intera città di Las Vegas vi erano meno di 50 tavoli da poker . Estendendo poi la ricerca a tutto lo stato del Nevada, poi, i tavoli da poker erano a stento 70.

Il Casino Binion’s Horseshoe, dove si sarebbero tenute le WSOP, all’epoca non aveva nemmeno una poker room. Infatti, la competizione che avrebbe decretato il primo campione del mondo di poker era una sala allestita casualmente all’interno del Casino, poco più grande di una camera d’albergo.

Benny Binion, patriarca di Horseshoe Casino e icona del poker, è ampiamente accreditato di aver inventato il formato del campionato così come lo conosciamo oggi. Ma gli allori dovrebbero probabilmente andare anche a due uomini molto meno conosciuti: Tom Moore e Vic Vickrey. Moore, texano, era comproprietario dell’Holiday Casino di Reno. Vickrey, invece, era un insider del gioco d’azzardo, un uomo visionario con grandi idee e grandi sogni. Nel 1969, Moore e Vickrey invitarono insieme diversi appassionati di poker a Reno per partecipare alla prima (e quella che si rivelò essere l’unica) Texas Gamblers Reunion. Tra coloro che hanno giocato in diversi cash game high-stakes distribuiti in diversi giorni c’erano Jimmy “The Greek” Snyder, Rudy “Minnesota Fats” Wanderone e Benny Binion. Anche alcuni famosi giocatori di poker si aggregarono, tra cui Doyle Brunson, “Amarillo Slim” Preston, Johnny Moss e Puggy Pearson. Senza saperlo, stavano piantando il seme che alla fine avrebbe fatto sbocciare le World Series of Poker.

In effetti, c’è da chiedersi se e come il poker potrebbe essere diverso oggi se Moore e Vickrey non avessero organizzato quell’incontro. Perchè ispirato da ciò che aveva visto a Reno alcuni mesi prima, Binion – capito il business – si è lanciato su quella che immaginava come un’opportunità d’oro, organizzando le World Series of Poker nell’anno 1970.

Le prime WSOP

Quelle del 1970 sono state le prime World Series of Poker, con poco più di una manciata di giocatori, e non hanno attirato l’attenzione del pubblico e hanno avuto poca copertura da parte della stampa. Nessuno al di fuori di Las Vegas sapeva delle World Series of Poker – o si preoccupava del risultato. Il campione del mondo inaugurale, Johnny Moss, non ha nemmeno vinto un torneo di poker. È stato eletto “miglior giocatore a tutto tondo” in una votazione dai suoi colleghi dopo diversi giorni di gioco di poker high stakes.

Binion capisce che era necessario apportare miglioramenti se le World Series of Poker volevano ottenere il prestigio suggerito dal nome. L’anno successivo, infatti, promuove la modalità  freeze-out: sette giocatori di poker hanno versato una quota di iscrizione di $ 5.000. Fu Johnny Moss, stavolta vincendo il torneo, a conquistare “sul campo” il suo secondo titolo.

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Ma la vera spinta mediatica è arrivata l’anno successivo, con la vittoria di “Amarillo Slim” Preston, che deve venire considerata come uno dei momenti più significativi nella storia del gioco. Sebbene fosse uno dei soli dodici partecipanti di quell’anno, trasformò il suo trionfo personale in un’ondata di pubblicità che inondò la nazione, grazie alla sua personalità e loquacità, che l’hanno fatto diventare un ambasciatore a tutto tondo del poker.

Ed è stato sull’onda mediatica scatenata da Preston che le WSOP hanno catturato la fantasia del pubblico.

Il seguito mediatico

Così, nel 1973, la CBS Sports ha iniziato a trasmettere per la prima volta le World Series. Le immagini del quarto campionato mondiale annuale di poker farebbero oggi sorridere rispetto agli standard moderni (con sigari accesi e abbigliamento più che stravagante al tavolo finale), ma è stata comunque una bella vetrina per il poker in tutti gli Stati Uniti. Tuttavia, Puggy Pearson ha conquistato una meritata vittoria, e in quell’occasione le WSOP sono state inoltre ampliate per includere quattro eventi preliminari: Seven-card Stud, Razz, Deuce-to-seven Draw e un evento No Limit Hold’em con buy-in inferiore. Pearson ha vinto anche due di quegli eventi, confermandosi protagonista dell’annata.

Dopo che Johnny Moss ha vinto il suo terzo campionato l’anno successivo, Doyle Brunson ha consolidato la sua posizione di uno dei migliori giocatori di poker vincendo due titoli consecutivi e consegnandosi alla leggenda delle due carte.

Un successivo ulteriore cambiamento nel formato è stato istituito nel 1978 quando il montepremi del Main Event è mutato, divenendo da “winner takes all” ad essere spalmato tra i primi classificati. I giocatori a premio, in quella occasione, sono stati cinque. Ed è stato, il 1978, anche il primo anno in cui una donna è entrata alle WSOP: Barbara Freer è diventata la prima giocatrice a rompere la barriera del sesso, prendendo il suo posto in quella che era stata – fino a quel momento-  una confraternita di poker tutta al maschile.

 

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