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il 20 Set 2022

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Cosa ha fatto Espen Jorstad nei primi due mesi da campione del mondo di poker

Cosa ha fatto Espen Jorstad nei primi due mesi da campione del mondo di poker

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Il 17 luglio Espen Jorstad regolava l’australiano Adrian Attenborough nell’ultimo showdown del Main Event WSOP andando a vincere braccialetto e prima moneta di dieci milioni di dollari.

Da allora sono passati due mesi: cosa ha fatto in questo periodo il norvegese?

Il neo-campione del mondo di poker lo ha raccontato ai colleghi di PokerNews.

 

Il party per la vittoria

La notte dopo essere diventato il numero uno, Jorstad si è chiuso in una suite del Bally’s assieme a un gruppo di amici mettendo fine a un periodo di astinenza dall’alcol che durava da due mesi:

“Dopo due mesi senza una singola goccia di alcol mi sono ritrovato in modalità full grinding. Siamo andati un po’ sopra le righe quella notte”.

Quella notte Jorstad ha dormito due ore, la seguente tre. “Alla fine ero esausto, completamente prosciugato – ha detto.

Nelle giornate seguenti Jorstad è stato bombardato da tantissime richieste: “Le persone mi chiedevano di tutto, c’era chi voleva interviste, chi soldi, chi attenzioni, chi voleva che analizzassi le mani che aveva giocato la sera prima… Dopo il day 7 del Main Event ho spento il telefono per sei giorni.”

Not a material boy

Una cosa è certa: i dieci milioni di dollari incassati tutti in un colpo non hanno portato a spese folli.

“Non ho comprato nulla, assolutamente nulla, e non ho nemmeno nulla da comprare.”

Il norvegese ha chiarito di aver acquistato solamente piccole cose che hanno migliorato la qualità della sua vita, ma ha un approccio ai beni materiali piuttosto particolare:

“Voglio possedere meno cose possibile. Sono contento così con la mia vita. Ho tutto quello di cui ho bisogno. Credo che il possesso materiale sia un po’ una lagna. Sai, vengo da una cittadina di 20 mila abitanti, non mi ci vedo a presentarmi con un Rolex al polso e delle scarpe di Gucci”.

Piuttosto, Jorstad userà una parte del gruzzolo vinto per cercare di garantirsi un futuro tranquillo, a iniziare da una casa a Londra.

“Comprare cose come macchine o orologi o altri status symbol non fa per me. Credo che investirò la maggior parte della vincita in un mix tra stock, immobiliare e crypto”.

 

Il ritorno al poker giocato

Dopo la vittoria al Main WSOP Espen ha messo in pausa il poker per due settimane. Poi è tornato al tavolo verde per giocare qualche torneo del Seminole Hard Rock Poker Open, inclusi gli eventi da 50 e 25 mila dollari di buy-in.

“Tanti mi dicevano di prendermi del tempo libero, di rilassarmi, andare in spiaggia, alle Hawai… Ma per me è il momento di cavalcare l’onda e battere il ferro finché è caldo. Adesso sono rilevante. Le persone vogliono la mia attenzione. Quindi credo che sia una buona opportunità per provare a costruire un mio brand personale che possa aiutare il poker a crescere”.

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Dopo i tornei del Seminole, Jorstad si è seduto al Live At The Bike a Los Angeles per giocare la partita cash più ricca della sua carriera:

“Era un tavolo 100$/200$/400$/800$ che è il più costoso che abbia mai giocato. Era grande, ma è stato divertente. C’erano diversi ricreativi. Ho perso 100 mila dollari che poi ho recuperato in parte in altre partite. Ma ero seccato perché sentivo che non stavo giocando al meglio. Non mi sono aggiustato abbastanza, il tavolo era un po’ pazzi. Non ho mai giocato cash live più di tanto… Il 70% dei giocatori al tavolo erano miliardari annoiati che facevano mosse a caso. Quindi credo di non essermi aggiustato bene”.

 

Un ambasciatore per il gioco

Ora Jorstad sente l’onore e l’onere del titolo che porta.

“Se gli altri vincitori del Main Event WSOP non voglio fare da ambasciatori del gioco o stanno bene coi dieci milioni che hanno vinto possono fare qualcos’altro. Mi sembra giusto. Non credo che abbiano degli obblighi al riguardo. Ma per quanto mi riguarda, sento come una specie di responsabilità di essere un buon ambasciatore del gioco, oggi come oggi”.

Per questo motivo dice che il prossimo anno cercherà di partecipare a più tornei live possibile, e di produrre dei contenuti sul poker da diffondere sul web.

Di sicuro a breve termine lo vedremo ai tavoli dell’EPT Londra e delle WSOPE Rozvadov, oltre che, forse, al WPT World Championship in programma al Wynn di Las Vegas a dicembre.

 

L’appello per la salute dei pokeristi

Nel ruolo di ambasciatore del poker, Jorstad vuole promuovere una particolare attenzione alla salute dei pokeristi.

“Voglio sensibilizzare i pokeristi a uno stile di vita più salutare. Credo che ci siano troppi che se ne fregano della loro salute. Nel poker, in generale, è difficile combinare il gioco professionale con il restare in forma. Siccome stai seduto tutto il giorno, e specialmente se giochi dal vivo non hai grandi possibilità per quanto riguarda il cibo…. Me ne sono accorto anche io sulla mia pelle durante le WSOP. Non sono state un qualcosa di troppo salutare.”

Il campione del Main WSOP 2022 crede che il punto di forza del suo gioco stia anche in questo. “Mangio in modo salutare, faccio esercizi, medito ed ecco tutto”. La netta linea di demarcazione con gli avversari sta tutta nella testa.

“Penso di avere un mindset super forte e che questo sia il mio principale punto di forza a poker. Non tilto, non mi annoio. Mantengo la linea , che è una cosa buona e insieme anche brutta”.

Non specifica però cosa ci sia di brutto in un pokerista con la testa sulle spalle, capace di mantenere la linea e che ha la ferma intenzione di promuovere il lato positivo del gioco. Noi non riusciamo a vederlo.

 

Immagine di copertina: Alec Rome / PokerNews

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