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Guy Laliberté: “a poker ormai solo con gli amici, ma la One Drop rimane viva”
La storia di Guy Lalibertè è sempre stata una specie di film incompleto di cui occorre sapere il finale, tra intuizioni imprenditoriali geniali e tanta, tanta beneficenza.
Nei giorni scorsi Laliberté si è ripresentato al grande pubblico del poker moderno, sedendosi ai tavoli del WSOP Circuit al Playground Poker Club di Montreal.
Sparito dalla scene, lavora sottotraccia
In realtà la sua organizzazione filantropica, la One Drop Foundation, passata alla storia per aver messo insieme tutta una serie di tornei che hanno racimolato una cifra mostruosa sia in termini di Buy In che in termini di aiuti verso persone meno fortunate che vivono in parti meno comode del pianeta, rimane in sella e con ogni probabilità tornerà a splendere a breve con un nuovo evento.
Al torneo canadese da $2.500 di Buy In, tra una pausa e l’altra, il co-fondatore Cirque du Soleil, ha rilasciato un’intervista a Poker.org.
E’ passato molto tempo da quando giocavo a poker in maniera continuativa, comincia Lalibertè, ma la verità è che i tornei richiedono troppo tempo e non sempre posso dedicarne tanto.
Ho bambini piccoli, quindi gioco con loro e mi diverto altrettanto. Ultimamente sono stato piuttosto impegnato a lavorare intensamente su cose nuove, quindi sono rimasto lontano dalla grande scena. Mi diverto solo a giocare a casa con gli amici.
Esfandiari e Duhamel tra questi amici
A questo punto Mike Patrick gli rivolge la domanda che gli avremmo chiesto tutti noi, se qualcuno di questi amici è un personaggio conosciuto.
Beh, sì… Jonathan Duhamel. Antonio Esfandiari viene a volte. Giochiamo come amici e ci divertiamo: buon cibo, buon vino e cerchiamo di sfidarci a vicenda.
Ho guardato anche molte delle partite di Triton, che hanno visto protagonisti alcuni dei miei vecchi amici che giocano. Il problema per me è che i tornei possono richiedere molto tempo, e ho talmente tanti impegni nella mia vita che non posso permettermi di stare troppo in giro.
E poi c’è la musica, una delle passioni più grandi.
La musica è sempre stata la mia passione. Così, quando ho deciso di lasciare da parte il poker, ho curato il mio studio a casa. Stiamo suonando e producendo dischi, ed è la mia medicina, per così dire.
Le quote del Cirque du Soleil
Toccando l’argomento del Cirque du Soleil, Laliberté non si pente della scelta di aver venduto le sue quote.
Non mi manca quell’ambiente. Mi mancano i miei amici. Sai, quando prendi una decisione del genere, elabori l’emozione che ne deriva. Sono ancora molto vicino ad essi, e vado a trovarli spesso. È una piccola cerchia, quindi sono rimasto in contatto con buona parte di loro.
E per quanto riguarda il futuro..
Beh, un ragazzo come me non va mai in pensione. In realtà, sto cercando di ritirarmi dallo stress. Ci ho lavorato molto. In questo momento, sono concentrato su questo nuovo capitolo, in cui il mondo digitale e quello fisico devono trovare un equilibrio per il futuro dell’umanità. Questo è ciò con cui sto flirtando in questo momento.