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il 7 Mag 2014

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Poker tips: il Pot Control secondo Giuliano Bendinelli

Poker tips: il Pot Control secondo Giuliano Bendinelli

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E’ una delle strategie più efficaci nel Texas Hold’em moderno: il Pot control rappresenta un’arma indispensabile per ogni poker player, ma come ogni altra “mossa” va bilanciata e gestita con sapienza.

A darci un’interessante chiave di lettura sull’argomento è il nuovo Team Pro di Poker Club, Giuliano Bendinelli: “Partiamo dalle basi: il Pot control si effettua, genericamente parlando, quando si ha una mano di valore, ma non di valore estremo e con la quale non si vuole dunque mettere a repentaglio tutto lo stack o gran parte di esso”.

Giuliano sottolinea subito le fondamentali differenze che ci sono tra questa strategia applicata agli MTT piuttosto che al cash game: “In un torneo il pot control è di vitale importanza: un MTT nasce, di fatto, come gioco di sopravvivenza e ogni chip che si perde pesa di più di ogni chip che si guadagna. E’ dunque importantissimo evitare di giocarci tutto il nostro stack con una mano che potrebbe anche non essere la migliore. Discorso diverso per il cash, disciplina nella quale devi cercare di estrarre sempre il massimo valore per cui, se siamo sufficientemente convinti di avere la mano migliore, possiamo tranquillamente bettare su tutte e tre le strade”.

Per esemplificare questo concetto, Giuliano ci propone due interessanti esempi in cui ‘potcontrollare’ diventa utile o addirittura indispensabile: “Ipotizziamo di aprire J10, trovare un call e affrontare un flop J72. Decidiamo di c-bettare e lui chiama. Avendo top pair e kicker medio difficilmente riusciremo ad estrarre tre strade di valore. Su turn 3 potremo dunque applicare questa strategia e decidere di bussare. Qualora seguisse il check dietro, a seconda del river potremo decidere di valuebettare o check/chiamare la puntata del nostro avversario. Ovviamente possiamo mixare anche checkando flop per poi puntare turn. Questo diventa molto profittevole quando magari siamo soliti checkare flop per poi give uppare la strada seguente. In tal caso dovremo poi bilanciare i nostri range checkando ogni tanto anche se abbiamo over pair o set. Riuscendo a gestire bene il nostro range percepito potremo talvolta far overvaluare second pair al nostro avversario che sarà dunque molto propenso a pagare almeno due strade.”

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Analizzando il medesimo spot giocato in posizione Giuliano predilige la seconda linea sopra citata: “In posizione preferisco checkare flop per poi bettare turn. Qualora fossimo out of position meglio bettare al flop sul check del nostro avversario per poi checkare behind, essenzialmente per due motivi: la c-bet al flop funziona sempre bene considerato anche il livello di floating che è aumentato parecchio. E allo stesso modo il check al turn lavora altrettanto bene rappresentando spesso molta debolezza (finta, in questo caso).”

Per schiarirci ulteriormente le idee, “giuli90” ci propone un esempio in cui il pot control diventa praticamente obbligatorio: “Apriamo con A10 e chiama solamente il big blind. Il flop recita A92. Lui checka, noi c-bettiamo, lui chiama. Turn 6. Lui checka e ci ritroviamo di fronte al classico spot in cui siamo WA (Way ahead = molto avanti) o WB (Way Behind = molto indietro). Il board è molto dry, non ci sono progetti e il turn diventa dunque quasi sempre un check behind: il pot control qui non è un opzione ma, a scanso di particolari info sul nostro avversario, un vero e proprio obbligo. Difficilmente riusciremo a prendere call, tre strade, da un asso più debole. Rischieremo piuttosto di venir rilanciati al turn da set o doppie ed essere troppo spesso costretti al fold. E’ uno spot in cui non necessitiamo di protection quindi bussare una strada è decisamente la soluzione ideale.”

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