Imparare a foldare a poker è il primo passo per la costruzione di un giocatore

Quando si comincia a giocare a poker, una delle dinamiche più importanti da capire, è quando è necessario passare la nostra mano, sia quando ci riferiamo alle carte da scegliere per entrare in gioco, i cosiddetti range di apertura e di call, sia durante le strade successive, flop, turn e river.

La psicologia del fold

Quando si parla di aspetto psicologico del poker, non sono in pochi ad aver studiato delle meccaniche di gioco che mettono in evidenza la relazione che esiste tra il comportamento nella vita di tutti i giorni e la strategia che viene utilizzata in game. 

Una di queste correlazioni fa capo a quel modo di interpretare la vita di tutti i giorni, lo studio, il lavoro, lo sport, i rapporti di tutti i tipi ecc., che ti portano a non voler “abbandonare il colpo“, per qualsivoglia ragione, è spesso lo stesso che, al tavolo, non ci fanno foldare una mano che palesemente è battuta.

Per molti che si avvicinano al Texas Hold’Em per la prima volta, questo gesto è il simbolo della sconfitta.

“Perché sono venuto a giocare se poi non gioco?”
“Perché dovrei foldare se magari al flop scende qualcosa che mi può aiutare?”
“Magari bluffava, magari vincevo io…”

Nel poker, il fold non è una resa, è un’arma. È una decisione consapevole. È uno dei segreti per durare più di due mani, e per non bruciare tutto lo stack prima della pausa cena.

Avere il controllo del risultato immediato

In tutta questa pappardella di roba che vi abbiamo appena scritto, il protagonista è l’ego, che non accetta nemmeno lontanamente l’idea di non poter controllare il risultato immediato della mano, a favore di quello del lungo periodo che è invece ciò di cui dovremmo preoccuparci maggiormente.

Significa dire: “Questa mano non la vinco, ma va bene così. Aspetterò la mia occasione.”
E questa frase, nella testa di chi è alle prime armi, suona come un fallimento.

Ma i giocatori vincenti ragionano al contrario, fanno di tutto per combattere contro il proprio ego, sanno che il denaro risparmiato è denaro guadagnato, sanno che le chips non buttate sono armi da usare meglio, in una seconda occasione, e soprattutto sanno che il fold non è una sconfitta: è una scelta strategica.

La potenza dell’esperienza

Ma per mettere in chiaro una volta per tutte cosa dobbiamo aspettarci da una strategia sbagliata di questo tipo, dobbiamo anche mettere in conto che ci vuole del tempo per abituare il cervello ad una situazione che a lui è nuova.

D’altronde parliamo di decisioni che ci costano soldi e se giochiamo a poker, i soldi vogliamo vincerli, non perderli, a prescindere dal fatto che, ovviamente, si inizia per giocare per divertimento e non per diventare Bezos in due giorni.

Ed è soprattutto per questo motivo che l’esperienza gioca un ruolo fondamentale nel gioco del poker, state sicuri che, mazzulata dopo mazzulata, sportellata dopo sportellata, pezzi di bankroll che se ne vanno in gran quantità, solo perché il nostro ego ci consiglia di non abbandonare il colpo, prima o poi il tasto fold lo schiaccerete con frequenza maggiore.

Imparare a foldare

Se vuoi crescere come giocatore — che tu giochi per passione o con ambizioni più serie — devi imparare a foldare.

Non si tratta solo di sapere quando, ma anche di accettarlo senza remore e retropensieri di sorta; niente tilt, niente “mo gliela faccio vedere io”, niente “la prossima rilancio a caso”, sono tutti atteggiamenti deleteri che ci metteranno in condizione di alzarci dal tavolo con quel malessere per non aver fatto la cosa corretta.

All’inizio della vostra carriera pokeristica, è sempre meglio foldare troppo che foldare troppo poco e se pensate di dover rendere conto a qualcuno che al tavolo, sia esso online oppure live, vi apostrofi come braccino corto, sorridete e andate avanti, aspetteremo di vedere passare il suo cadavere passare sul letto del fiume tra qualche tempo.

Nei prossimi articoli di strategia, impareremo le fasi più corrette per cliccare sul tasto fold.