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il 4 Lug 2012

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WSOP 2012 – Si fanno i soldi col Cash Game a Las Vegas? Parte III

WSOP 2012 – Si fanno i soldi col Cash Game a Las Vegas? Parte III

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Nella terza e ultima parte della nostra indagine affrontiamo i dissidenti, ovvero quei giocatori che non sono affatto d’accordo con l’opinione generale, ovvero che i soldi a Vegas si facciano con facilità.

Io non gioco moltissimo cash a Vegas, perché affiancare il cash ai tornei non è mai cosa buona” – confessa Andrea Benelli – “ma le partite che ho giocato a limiti alti erano tutto fuorché facili. Giocatori preparati, aggressivi e molto molto confidenti col gioco. Se devo scegliere una partita di cash, beh non ho dubbi scelgo il field di uno dei nostri casinò“.

Sammartino, considerato uno dei migliori cash gamer italiani, probabilmente riassume bene la situazione: “Se sei un giocatore di cash abituale allora fai profitto. Ti sembrerà una banalità, ma quanti sono i giocatori in Italia a potersi definire giocatori abituali di cash e quanti sono in grado di reggere sessioni live da 11-12 ore ogni giorno? A queste condizioni allora il profitto è assicurato ma credimi che per quanto profitto tu possa fare, compensare i buy in di queste WSOP è davvero impossibile. Se vai alle World Series metti in conto che stai andando a shottare il colpo live, non a campare di cash game live”.

Ma Dario azzarda anche qualche percentuale: “Degli italiani presenti a Vegas, ti confesso che almeno un 60% non ha proprio idea del cash e delle dinamiche del cash. Quindi se se ne vanno vincitori è solo merito di una buona run, mentre se perdono…beh non lo saprai mai“.

Sammartino ormai è fine conoscitore delle partite di Vegas e oltre a confermare la figura nitty passive dell’americano medio ci indica “gli spot” migliori: “la partita che preferisco è quella del Bellagio perché è molto eterogenea, io preferisco sia il giocatore chiuso tradizionale che gioca abc ma anche il gambler del casinò, bello spewer che mette dentro “i fagioli” come se stesse giocando alla roulette o alle slot.

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All’Aria o al Rio invece trovi un field che gioca solo per valore: significa che decisamente i tuoi soldi non sono a rischio ma è anche vero che faticherai a stackare l’avversario”.

Il concetto che voglio ribadire è questo: qui il livello è molto più alto che in Italia. Cioè la media dei giocatori è molto ma molto più brava della media italiana: sono abituati al gioco, sono abituati a provare quelle emozioni e sanno stare benissimo al tavolo… vi assicuro, è un piacere giocare qui. In Italia alla minima “mossa” la psiche avversaria ne esce devastata e poi giocano malissimo tutto il resto della sessione. In America siamo anni luce avanti.”

Nicola Pegoretti ci parlava anche dell’incredibile presenza delle donne: ” tu non hai idea di cosa ti cambia avere una donna al tavolo. Già qui il clima è sereno, se poi ci sono anche delle donne la partita di fa emotivamente quieta e tranquilla.
Per concludere il mio consiglio è uno soltanto: se venite a Vegas, non potete non sedervi al cash. Ma sedetevi per il piacere di farlo, non per un presunto vantaggio. Vi perdereste davvero molto, del godersi Las Vegas.”

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