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il 21 Giu 2019

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La strategia che ha permesso ad Andrea Buonocore di arrivare quarto al Double Stack WSOP

La strategia che ha permesso ad Andrea Buonocore di arrivare quarto al Double Stack WSOP

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Ho un piccolo problema, sono senza voce. Mi son svegliato col raffreddore!

La cavalcata che ha visto protagonista il nostro Andrea Buonocore al Double Stack da 1.000$, chiusa con un bellissimo 4° posto per la bellezza di 235.000$, lascia qualche strascico anche a livello fisico.

Cinque giorni di un’intensità pazzesca: “Sembrava il Main Event in versione ridotta” – racconta Andrea – “Struttura molto, molto bella e field enorme. Ho fatto 3 ingressi e nei primi 2 non ho vinto un piatto. Sembravo il pollo del tavolo ogni volta!

Quella buona è sempre la terza…

Dio benedica la formula re-entry. Una novità assoluta per le WSOP, che hanno deciso di adattarsi ai trend del momento, almeno per quanto concerne la metà degli eventi in palinsesto.

E’ proprio grazie alla possibilità di tornare in gioco che Andrea riesce a trovare la strada giusta per quella deep-run che rimarrà impressa a lungo nei suoi ricordi.

Tutto comincia, o ri-comincia, alle casse. Terzo buy-in pagato e Andrea ritorna in gioco a Day in corso:

Al terzo bullet decido di rientrare a metà giornata e riesco a double-uppare alla prima mano. Subito dopo mi son trovato a giocare un piatto da più di 200 BB contro David Williams, che aveva fatto secondo a un Main – quello del 2004 vinto da Greg Raymer ndr. -”

Lo spot contro Williams che lancia Andrea nel count

Se partire col doppio delle chip alla prima mano può essere senz’altro una bella notizia, raddoppiare ulteriormente lo stack qualche minuto dopo è qualcosa di sublime:

Lui decide di aprire da CO a 2.000 su blind 400/800, io 3-betto da SB con A A a 10.400 e lui 4-betta enorme a 37.000. Gioco. Al flop cascano 9 10 3, check to check. Su turn J checko, lui shova e io chiamo. Gira A Q e il colpo regge…E lì volo nel count. All’ultimo livello di giornata però, ho splashato un po di stack come mio solito 😬


L’intoppo a inizio Day2 e le montagne russe al Day3

Allo start del Day2 ho giocato subito un pot enorme dove bluffo su open di UTG un board che oppo non può mai callare. Invece decide bene di non foldare A-A su 5-6-3-2-8, dove check-callo flop, leado turn e shovo river. Insomma, riesco a scendere a tipo 30x quasi subito dopo l’inizio del Day. Poi ho ripreso a macinare, con in mezzo le solite montagne russe per farla breve. 

A una certa ero quasi sicuro di uscire: dopo la pausa cena, con qualcosa come 60/70 player rimasti, ho perso un pot gigantesco preflop con A-K vs A-Q per poi shovare da SB J-9 e trovare A-K. Ero rimasto praticamente con 9 big blind, con Suriano e Petrone al tavolo.

Miracolosamente invece riesco a vincere A-5 vs A-2 e (finalmente!) sculo un piatto A-9 vs A-Q riportandomi a 40 big blind. Verso l’ultimo livello di giornata riesco anche a bullare un po’ il tavolo e a fine Day3 imbusto uno stack in average, chiudendo 11 di 40.

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Andrea Buonocore.

La limp strategy al Day4: il vero Asso nella manica

“Il Day 4 è ripartito 40 left e in 2 ore eravamo già 2 tavoli left. Tutti si giocavano lo stack in maniera aggressiva, così ho adottato una strategia di limping che mi ha portato davvero tanti frutti.

Gli avversari non sapevano aggiustare il loro gioco e sono rimasti spiazzati: penso sia stata la chiave che mi ha permesso di arrivare al final table perché mi ha consentito di aumentare l’edge che avevo sul field medio nel giocare i board.

Per il giocatore medio è facile shovare quando apri, mentre in una situazione del genere fa più fatica ad adattarsi. Alla fine ho trovato uno che si è tuffato quando avevo K-K!

Il final table e la nottata a studiare coi tedeschi

“Al final table invece non ho potuto fare molto perché per ICM, considerato che al tavolo avevo 3/4 stack super short, sono stato costretto a restare abbastanza fermo. Nella notte prima del ritorno a 6-left, assieme a due amici top reg tedeschi, abbiamo simulato uno scendario di un paio di orbite e studiato su un software la strategia ottimale da adottare. 

Insomma, rimasti 4 left avrei dovuto centrare un double-uppare per poi riprendere a giocare per il braccialetto. Purtroppo però sono uscito al primo showdown: peccato perché con un raddoppio penso che sarei arrivato in heads-up senza troppi problemi. 

Escluso Cheong, che tra l’altro conosco piuttosto bene giocandoci contro cash-game e vedendolo spesso in giro, gli altri due erano davvero abbordabili. Il più scarso a parer mio era quello che ha fatto l’heads-up, mentre il ragazzo cinese se la cava meglio anche se aveva frequenze troppo alte di call tra flop e turn anche su size enormi per poi passare river. 

Joseph è davvero un martello, non c’è nulla da dire è troppo forte…Di sicuro non gioca GTO, ma sticazzi 😀 Che dire, mi sarebbe piaciuto davvero tanto poter giocare un 4-handed con uno stack decente contro di loro…Ah, tra l’altro la ragazza che ha chiuso al quinto posto è la sua ex!

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Arianna-Son in azione al final table.

 

Photo Credits: Pokernews

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