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il 1 Dic 2015

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Shovare o raisare standard in war blind da short stack? I consigli di Alex ‘Assassinato’ Fitzgerald

Shovare o raisare standard in war blind da short stack? I consigli di Alex ‘Assassinato’ Fitzgerald

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Lui non ha bisogno di troppe presentazioni, visto che oltre a essere un ottimo giocatore è anche un coach eccellente.

Stiamo parlando di Alex ‘assassinato’ Fitzgerald, professionista che dal 2009 risiede nella tranquilla Costa Rica, luogo che gli ha permesso di concentrarsi totalmente sul poker, analizzandone infiniti aspetti.

Recentemente su americascardroom.eu Alex ha focalizzato l’attenzione sulla gestione di uno stack short in mtt (12-20 blind), cercando di capire cosa sia meglio fare in war blind.

La domanda chiave è questa: “Quando raisare e quando andare direttamente all-in?”.

E’ necessario innanzitutto valutare le tendenze dell’avversario, ovvero se è più incline al flat o allo shove.

Se il big blind ha la tendenza al call – spiega Fitzgerald – è consigliabile pushare più spesso, mentre se solitamente va all-in o folda, può lavorare bene un raise standard.

Ma quali sono, in sostanza, le mani con le quali provare a ‘trappare’ il big blind?

Per ‘assassinato’ è corretto raisare dallo small blind con assi accompagnati da un buon kicker, perché il big blind potrà shovare spesso assi peggiori e in tal caso ci troveremo al 70% allo showdown.

Discorso diverso, invece, con broadway e coppie piccole. Il nostro avversario può andare all-in sulla nostra apertura con mani come 10-9 suited o A-2 off, in tal caso non ci troviamo comodissimi allo showdown con roba come K-J/6-6/5-5 e combo simili. Il push diretto, di conseguenza, è la soluzione meno rischiosa.

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COSA FARE DA BIG BLIND

Alex sottolinea innanzitutto quanto sia importante valutare la giocabilità della nostra mano nel postflop.

Assi e small pair, ad esempio, non sono il massimo postflop. Se hittiamo un asso è difficile che lo small blind ci conceda molte chips, a meno che non abbia un kicker migliore del nostro o doppia, invece le coppie piccole raramente hittano bene, dunque sono di complessa gestione. Anche in questi casi, perciò, il push è la soluzione più profittevole.

Flattare l’apertura dello small blind è una move buona da fare, secondo Fitzgerald, con suited one gapper e carte alte, assi esclusi.

Con una mano come K-J, ad esempio, possiamo inventarci un bluff con un check-raise su flop come 5-2-4, che dovrebbe funzionare spesse volte. Se poi hittiamo un king o un jack, chiaramente, vinciamo il piatto con un’altissima frequenza.

Per quanto concerne i suited one gapper, invece, sono combo ottime perché ci danno spesso draw di scala e di colore e possiamo decidere di giocarli con un lead-out oppure con un più classico check-raise, azioni che dovrebbero portarci buoni risultati.

 

 

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