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il 29 Lug 2015

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Occhio non vede… baro in azione! Il maestro Preverino: “Ci sono tante cose che sfuggono ai giocatori”

Occhio non vede… baro in azione! Il maestro Preverino: “Ci sono tante cose che sfuggono ai giocatori”

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Pochi giorni fa, Gianfranco Preverino ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un video che ricorda un celebre episodio di cheating avvenuto al WPT di Barcellona 2010.

In quell’occasione, Ali Tekintamgac sfruttò un suggerimento in codice di un blogger stazionato proprio dietro al suo avversario.

Eppure, l’occhio di Preverino, che ricordiamo essere uno dei più grandi esperti per quel che concerne le tecniche truffaldine al tavolo verde, ha notato qualcosa che è passato inosservato all’occhio dei più:

preve

“Non posso esserne certo al 100%, però ci sono due cose che mi lasciano perplesso. Anzitutto la procedura: la dealer esegue il taglio con due mani quando invece va eseguito sempre e solo con una mano. Guardando il filmato al rallentatore non riesco a vedere la parte superiore del mazzo andare verso destra come dovrebbe. Inoltre, subito dopo che le mani si separano, la porzione di sinistra sembra leggermente, quanto insolitamente, sollevata dal tavolo, e non c’è una vera spiegazione a questa cosa…”

Ecco il video in questione:

httpv://www.youtube.com/watch?v=NYZcPXef4yU

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Tralasciando per un attimo questo eclatante episodio, abbiamo chiesto a Gianfranco quali e quanto frequenti sono le circostanze in cui un giocatore non riesce a percepire quel che sta accadendo proprio sotto i suoi occhi…

“Ovviamente la situazione di gioco è ciò che distrae di più: l’attesa di una carta che possa formare il punto vincente o un piatto particolarmente grande che stiamo giocando possono distogliere l’attenzione da quel che sta accadendo intorno a noi. L’unico rimedio per evitare di diventare vittime di bari è quello di conoscere i metodi dei bari e provare a riconoscerli stando molto attenti. Ad occhio nudo, se un baro è davvero bravo, nemmeno io riuscirei a capire se mi sta servendo l’ultima carta del mazzo, ma conoscendo la procedura scatterebbero subito dei campanelli d’allarme. Non bisogna concentrarsi sul gesto singolo quanto sui dettagli che formano l’insieme. La vera difficoltà è capire quando un baro colpisce. Un baro non agirà mai nella prima ora di gioco, sia perché l’attenzione dei giocatori è più alta, sia perché la partita non si è ancora accesa.”

Per spiegare ancor meglio il concetto di attenzione al tavolo da gioco, Preverino prende in esame l’incredibile episodio accaduto poche settimane fa al Super High Roller Cash Game, quando improvvisamente sono comparse due Q al flop:

“Quell’episodio lì, meglio di qualunque altro, dà la misura perfetta di quale sia il grande margine su cui possano operare i bari grazie alla distrazione che c’è tra i giocatori. Pur essendoci dei professionisti al tavolo, quasi nessuno pare essersi accorto di questo evento imprevisto. Ovviamente in quel caso non credo che il cheating c’entri nulla, ma è stato quasi surreale vedere il direttore di sala intervenire, a mano conclusa, per far notare ai giocatori l’accaduto. Sembra quasi siano mazzi appena usciti dalla fabbrica ed è probabile che siano rimaste appicciccate anche a causa del mescolatore automatico.”

Gianfranco fa dunque riferimento ad un altro episodio avvenuto quest’estate a Las Vegas:

“Parlo del Dealer del Rio accusato di cheating. In quel caso faccio molta fatica a pensare sia un baro. Un baro sarebbe molto più raffinato nel fare quel genere dei movimenti E’ talmente grezzo il gesto con cui cerca di allacciarsi il cinturino e mostrare l’ultima carta del mazzo, che si fa davvero fatica a pensare sia in malafede. Non cerca nemmeno di nascondere quello che sta facendo. Penso dunque sia stato un semplice momento di disattenzione nel quale ha commesso questa sciocchezza. Ad ogni modo, in questo e in tutti gli altri casi borderline, non si può quasi mai provare il dolo di un baro perché spesso ci sono tante situazioni ‘naturali’ che possono essere confuse per altro. Io mi limito semplicemente a registrare quelle cose insolite che fanno riflettere e ci fanno sorgere il classico interrogativo: ‘starà barando?'”.

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