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il 9 Dic 2019

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Gli esordi di Dario Sammartino nel poker live

Gli esordi di Dario Sammartino nel poker live

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Vi abbiamo raccontato del giorno in cui Dario Sammartino si innamorò del poker e vi abbiamo parlato anche del perché il campione napoletano abbia cominciato a giocare online.

Ciò che non vi abbiamo ancora detto però è come sia finito a giocare i tornei live, specialmente in quegli anni in cui  tutto era fuorché un torneista.

La sua scalata nella scena cash game ‘punto it’ tuttavia, cominciava ad assumere proporzioni inimmaginabili e il bankroll poteva consentire qualche investimento extra per provare ad affermarsi anche nel poker live…

Ma c’era una promessa fatta alla madre da mantenere, ovvero non andare a giocare nei circoli di Napoli e dintorni.

Alla scoperta dell’ignoto

Se il problema è evitare di immischiarsi con gente poco per bene nei circoli vicino casa la soluzione è quantomai a portata di mano: giocare fuori dalla Campania.

Le opportunità sono tantissime e il Texas Hold’em vive i suoi anni migliori, perché non andare a cercare fortuna altrove?

La prima trasferta risale al novembre 2008, a Sharm El Sheikh. Dario gioca il Main Event da 1.100€ di buy-in e si piazza all’ottavo posto per 3.800€. Sarà il primo di una serie interminabile di risultati che lo porteranno a raggiungere la vetta del ranking nazionale con quasi 15 milioni di dollari in incassi lordi maturati nei tornei live.

Siamo partiti che io giocavo i 5 euro e Dario ricordo che alla prima trasferta aveva 3K di bankroll” –  ricordava Mustapha Kanit qualche mese fa, dopo averci raccontato la cavalcata dell’amico al Main Event delle WSOP dal suo punto di vista.

Ma ora lasciamo la parola al diretto interessato, Dario Sammartino, che ci ha spiegato per bene come andarono le cose in quegli anni…

Una nuova casa chiamata mondo

Visto che praticamente avevo vinto tanto e comunque non avevo più stimoli a cash game, decisi di cominciare a giocare i tornei live perché mi piacevano tanto. All’inizio giocavo soltanto in Italia, poi pian piano in tutta Europa e da diversi anni a questa parte in giro per il mondo.

Ricordo che alle prime trasferte andavo là e perdevo. Il primo anno anno e mezzo, l’anno in cui ho fatto terzo a Malta – Malta Poker Dream, febbraio 2010, 52mila dollari di cash, ndr. – ho centrato qualche altro piccolo risultato, ma il bilancio generale era negativo.

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Col cash game online le cose continuavano ad andare per il verso giusto e vincevo ancora tanto, quindi mi sono permesso il lusso di fare questa esperienza. Il fatto di giocare live era un modo per stare con gli amici e staccare: è il bello della nostra professione in fondo.

Dopo essermi ‘esercitato’ per due o tre anni, dove facevo il cazzaro, il bluffone e buttavo un po’ i soldi in giro, la gavetta fatta ai tavoli ha fatto sì che imparassi a giocare i tornei e col tempo sono arrivati anche i risultati, prima in Italia e poi in Europa.”

IT? Punto

Cominciai a crushare tutti gli IPT, ricordo di aver fatto 3 tavoli finali di fila. Poi iniziai a giocare gli EPT, prima qualche ITM, poi un paio di tavoli finali e poi…Montecarlo.

Giocai il sat per il 100K e lo vinsi, per poi arrivare  4° in quel torneo. Nella stessa trasferta feci ITM al Main e un altro 4° posto a un 25K. In totale tornai a casa con un milione di euro.

Dopo aver capito quale fosse la strada giusta da percorrere, arriva il momento di prendere una decisione:

Sono gli anni in cui decido di trasferirmi all’estero. Mi sposto in Slovenia principalmente perché era l’unico modo per poter giocare al di fuori del ‘punto it’. Il motivo lo sapete tutti: per poter competere a livelli mondiali e restare aggiornato col gioco lasciare casa era l’unica soluzione percorribile.

Dalla Slovenia mi sono spostato a Vienna: dopo il cambio di norme che impediva di giocare sul ‘com’ anche da là, ho pensato di trasferirmi in Austria dove c’erano già dei miei cugini.”

Anche questa scelta si rivelerà azzeccata, come dimostra lo shot clamoroso centrato al 25K High Roller online su PokerStars…

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