Wsop, inno e un 4 luglio sentito ma non troppo

LAS VEGAS – Per un americano vincere il primo braccialetto Wsop ed essere premiato, con tanto di inno nazionale, proprio il 4 luglio, giorno in cui si celebra l’indipendenza statunitense, è sempre qualcosa di speciale. Almeno dovrebbe. E’ capitato oggi a Brendan Taylor, vincitore dell’evento 53, il 1.500 limit hold’em shootout, dopo aver battuto nel testa a testa conclusivo il compagno d’appartamento qui a Las Vegas Ben Yu.

TUTTI IN PIEDI Gli americani, forse, sono più abituati di noi ad ascoltare il loro inno. E’ forse per questo che sono assolutamente più educati a scattare sull’attenti e ad ascoltare le note di “The Star Spanned Bangler”. Ma di emozione nei loro occhi, ad essere sinceri, oggi se ne è vista gran poca.

Nessuno cantava, nella gigantesca Pavillion Room stipata di giocatori impegnati nei numerosi satelliti che caratterizzano la giornata di oggi, l’ultima prima del main event. Che lo spirito patriottico americano stia languendo? O che semplicemente i pokeristi americani – non osiamo pensare che nelle centinaia di giocatori low stakes oggi ammucchiati al Rio per tentare di qualificarsi a “The Big One” non ci fosse una netta predominanza di statunitensi piombati qui da Nevada, California e dintorni per il weekend – siano più interessati ai loro soldi e alle loro chip che alla bandiera Stelle e strisce?

Las Vegas, dal nostro inviato Rudy Gaddo