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il 6 Lug 2010

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Wsop evento 56, Amendola out nono “Ho fatto due errori importanti”

Wsop evento 56, Amendola out nono  “Ho fatto due errori importanti”

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LAS VEGAS – Una delusione cocente. E’ durato solo mezz’ora, minuto più minuto meno, il tavolo finale di Alfonso Amendola. Il texano di Sicilia – che era approdato all’appuntamento conclusivo dell’evento 56 delle Wsop, un 2.500 dollari no limit hold’em, con il sogno di giocarsi il testa a testa finale contro l’altro azzurro Salvatore Bonavena – solo un nono posto per 60.580 dollari.

Ho fatto due errori oggi, lo so – ammette a caldo Amendola, dopo essere andato a rilassarsi in stanza per smaltire l’amarezza -. Però al risveglio questa mattina ho ricevuto dall’Italia una brutta notizia guardando il telefonino e non mi sono potuto presentare con il giusto approccio all’appuntamento”.

MINDSET – Gli americani chiamano l’approccio mentale “mindset”. Ecco, non aiuta molto il tuo, di mindset, svegliarsi alle 13, quando il tavolo finale più importante della tua vita comincia alle 15, e trovarsi il cellulare bombardato di messaggi pieni zeppi di grossi guai. Non di salute, per fortuna. “Ma di business, comunque importanti perché molto grossi. Senza entrare nei dettagli dico che invece che pensare al torneo mi sono dovuto mettere a cercare un avvocato”.

PRIMO ERRORE – Ecco, sedutosi in questo stato al final table, giocato nella enorme Pavillion Room del Rio visto che la Amazon Room e i suoi tavoli televisivi erano occupati oggi dal day1A del Main Event partito un paio d’ore prima, sarebbe stato utile non infilarsi in altri guai.

La mia idea ieri era quella di aspettare tranquillo che uscisse qualcuno per scalare posizione, sperando poi di trovare le occasioni per arrivare più su, magari fino ai primi tre” spiega Amendola.

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Poi invece mi trovo A-10 da early position e decido di andare all in, trovando il call di un cortissimo (Mike Wattel, ndr), che gira K-K. Di assi manco a parlarne e resto con mezzo stack”. E questo è il primo dei due errori che Alfonso sa d’aver commesso.

“PUSHER” – Passa un quarto d’ora, e arriva il secondo errore. Tomer Curcio spinge i resti da mid position e Amendola decide di chiamare A-10, trovando contro A-K che terrà. “Quello era un “pusher”di …, nel senso che continuava a spingere all in. Ci avevo giocato contro a lungo anche ieri e lo conoscevo. Per questo l’ho fatto bianco totale e mi sono giocato il colpo con A-10” spiega il siciliano.

PICCOLI PASSI – “Peccato, peccato davvero – conclude -. Sto continuando a far meglio, ma a piccoli passi però. Nono all’Ept di Berlino, decimo qui alle Wsop in un 2.500 dollari limit/no limit hold’em, ora ottavo. Ancora un po’ e il risultato grosso lo faccio. Promesso”. Presa Alfonso, ti aspettiamo.

Las Vegas, dal nostro inviato Rudy Gaddo

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