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il 4 Lug 2013

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Quanta amarezza: Max Pescatori soccombe alla bolla del Poker Players Championship

Quanta amarezza: Max Pescatori soccombe alla bolla del Poker Players Championship

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Mi sento come un giocatore che ha sbagliato il rigore decisivo ai mondiali di calcio“, diceva Pescatori dopo essere eliminato in 18ª posizione del Poker Players Championship. 18º quando erano 16 i giocatori che sarebbero andato a premio. Una bolla così piena che ci vorrà parecchio tempo per smaltire il tilt.

Prima di raccontare come è andata la giornata di Max bisogna comunque rendere onore al “Pirata”, la nostra prima bandiera a Las Vegas. Il pro di Poker Club ha fatto quattro giorni strepitosi al Poker Players Championship, uno più duro dell’atro, quattro giorni in cui ha sfoderato tutta la sua maestria in ogni singola specialità delle otto in gioco, non come altri giocatori che ne conoscono tre o quattro e nelle altre giocano solo i mostri. Quattro giorni di lotta nel fango, di gomitate, di teste pregiate da portarsi a casa: quella di Schulman, quella di Lindgren… Quattro giorni che confermano che Max, non troppo vicino alla parte più spettacolare del poker internazionale e televisivo, è decisamente uno dei giocatori di poker più forti del mondo.

La giornata, dicevamo, è partita con un carico di tensione solo paragonabile alla bolla dei November Nine del Main Event. 26 giocatori rimasti per 16 premi è veramente una situazione limite. Max ha mantenuto nelle poche ore di Day4 disputate la costante degli ultimi giorni: le montagne russe.

In una delle prime mani di Razz, Max centrava quasi un double-up su Tommy Hang, che rimaneva a sua volta short. Due piccioni con una fava: lui saliva nel chipcount e buttava un giocatore in più nella mischia della bubble zone. La gioia non poteva essere piena e nel giro di poche mani Max tornava a scendere a 210.000 fiches, meno addirittura di quelle con cui aveva iniziato il Day4.

Nemmeno Max riusciva ad aggiornare in tempo il suo Twitter con tutte le cose che succedevano al tavolo: prima saliva ai 400.000 gettoni, poi missava un massive draw e tornava sui suoi passi per toccare subito dopo la magica cifra delle 500.000 in un piatto di Razz contro David Benyamine.

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A quel punto arrivare in the money sembrava fattibile: 19 players left e probabilmente con un altro piatto vinto Max avrebbe potuto farcela. Bastavano uno o due piatti, i bui erano altissimi e già solo prendereli con le ante con qualche puntata significava incrementare lo stack del 30-40%. Mike Leah usciva in 19ª posizione e con un altro paio di eliminazioni Max sarebbe riusciuto almeno a riprendersi il buy-in di 50.000$, un obiettivo non così secondario come in altri tornei.

Pescatori subiva ancora un duro colpo nel Limit, una delle sue migliori armi ma che quest’anno l’ha fatto faticare tanto, come quando ieri perdeva con KK contro A4. Stavolta Max perde una mano con AQ e rimane con poco più di 350.000 fiches.

Il destino comunque è ironico e l’ultima mano di Max sarebbe stata in quel gioco che in questo torneo l’ha aiutato veramente tanto: il Razz. Ancora montagne russe nel corso di una singola mano: quando Max va all-in nella quarta street Tommy Hang ha 6-7-9-T mentre Max ha A-6-7-J. Hang è avanti ma Pescatori ha ancora tante out. Una di quelle arriva in quinta strada: un bellissimo 2 mentre per Hang arriva una Q che rovescia la situazione. Sesta strada: una Q ininfluente per la mano di Max ma Hang riceve un 5, che lo fa andare di nuovo avanti con 5-6-7-9-T, inferiore al J-7 di Max. L’ultima carta non cambia le sorti: un K per Hang ma un altro 2 per Max che accoppia la sua mano e lo fa uscire.

Tanta amarezza per il “Pirata” ma anche per tanti italiani, attaccati al computer per seguire le sue geste come Fantozzi si attaccava alla radio per seguire la partita di Wembley. Siamo comunque fiduciosi per il futuro: giocando a questo livello è praticamente impossibile che Max non riesca a vincere un giorno questo braccialetto. Good game, Max!

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