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il 18 Set 2013

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Rocco Palumbo al King Of Poker: “In un torneo conta il prizepool”

Rocco Palumbo al King Of Poker: “In un torneo conta il prizepool”

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Insieme ad altri campioni del calibro di Andrea Dato, Jackson Genovesi, Gabriele Lepore, Alessio Isaia, Mauro Stivoli e il pilota di Formula 1 Giancarlo Fisichella, a questo King Of Poker sarà presente uno dei pochi giocatori italiani che è riuscito a conquistare il braccialetto alle World Series Of Poker: Rocco Palumbo.

Dopo la sua consacrazione a Las Vegas, “RoccoGE” si è confermato subito online riuscendo nell’agosto successivo ad ottenere un profit di 20.000€ in un mese grindando MTT online. Non contento, a Marzo 2013 conquista il World Poker Tour di Venezia, e sfiora clamorosamente anche il podio del WPT Championship qualche tempo più tardi, fermandosi all’ottavo posto.

Nel mirino di Rocco ora c’è la terza edizione del King Of Poker: il Main Event da 150.000€ garantiti prenderà via al Casinò Perla di Nova Gorica il 26 settembre con l’evento che si avvia verso il sold-out anche grazie ai pacchetti low cost disponibili. In questa intervista, lo special guest del prossimo KOP ci racconta come è cambiata la sua vita da quando è diventato campione del mondo, quali sono i suoi prossimi traguardi, la giornata tipo dal grinding alla famiglia, le caratteristiche che fanno di un torneo live un evento importante e altre curiosità sulla sua carriera.

Poco più di un anno fa vincevi il braccialetto alle WSOP. Cosa è cambiato nella tua vita da giocatore professionista durante questo lasso di tempo? Cosa ti aspettavi dopo il titolo? Cosa non ti aspettavi che invece è successo?
Sicuramente ho aumentato le ore dedicate alle attività correlate al gioco di per se: articoli, rubriche, o anche solo qualche attività imprenditoriale, come Pokeropoly prima e ora Real Poker Academy, che sta veramente diventato qualcosa di grosso. Ho anche aumentato la presenza a eventi di rilievo che prima saltavo, come i buy in alti delle WSOPE o qualche evento in più all’EPT; cosa non è arrivato è un buon deal con uno sponsor di rilievo nel settore, non che me lo aspettassi, però una piccola speranza sopra la avevo.. ma c’è ancora tempo 🙂

Hai aggiunto il titolo WPT a marzo alla tua bacheca, ora ti manca solo l’EPT per la triple crown: se dovesse arrivare, ti sentiresti realizzato come torneista o avresti altri traguardi da raggiungere? Giocherai tutta la stagione EPT per riuscire in questo intento?
Non penso che i singoli risultati possano dare molto adito al tuo curriculum, sicuramente è una gran cosa avere dei primati nel proprio palmares, ma non vedo perché vincere un EPT dovrebbe farmi sentire più realizzato, che ne so, di un altra vittoria WPT o WSOP… o anche IPT o più piccola… Sicuramente, come ho di recente detto in altre interviste, ora metterò parecchio impegno nel risultare vincente online nel field .com che temo non sarà cosa da poco. Del circuito EPT ho gia saltato Barcellona per scomodità delle date, sarò 100% a Londra e credo anche a Praga.. il resto si vedrà!

C’è stata una mano determinante che hai giocato nella tua carriera che, potendo tornare indietro, giocheresti in modo diverso?
Se devo avere del rammarico per una mia mano è quella che ho giocato in bolla il penultimo giorno del WPT Championship contro Rheem, dato che l’ho un po’ overvaluato e pensavo giocasse aggressivo come un tempo, invece evidentemente alcuni suoi problemi di “gestione” di recente lo hanno reso un nitty e l’ho pagato in uno spot in cui invece avrei dovuto decisamente foldare anche il top del mio range…

Hai dimostrato il tuo valore ai live e online con i risultati, ora sei riconosciuto da tutti come uno dei migliori torneisti in circolazione. Hai mai pensato di darci dentro col cash game e puntare agli high stakes?
Sinceramente no, ogni tanto mi attira giocare alcune partite live perché mi piace, ma non mi attira provare la scalata, principalmente perché i tornei mi piacciono davvero tanto tanto di più, e non riesco a fare una cosa che non mi attira al massimo. Inoltre credo di non essere ancora davvero “arrivato” negli MTT, e lasciare le cose a metà non mi piace…

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Hai già sentito parlare del King Of Poker?
Si, sarei dovuto venire anche alla precedente tappa ma un impegno imprevisto alla fine mi ha impedito di partecipare. L’evento è una bella realtà e fa sempre grandi numeri, se poi aggiungi la cornice del Perla che è una delle migliori location per un torneo live direi che il successo è garantito.

Quali sono gli elementi fondamentali che fanno di un torneo live un evento di prestigio e ambito dai giocatori?
Sicuramente la location è una cosa da non sottovalutare; ma alla fin fine, l’unica cosa che conta è il prizepool comparato al buy-in, e di conseguenza diretta la grandezza del field. Anche se fosse un torneo da 100€, se fa 1000 persone sarà un gran successo. Quindi qualsiasi iniziativa o idea che porta giocatori trasformerà l’evento in un successo, l’EPT o le WSOP non sono nati cosi, lo sono diventati col tempo.

Ci descrivi la giornata tipo di un giocatore come te?
Complicato, cambia radicalmente se sono in trasferta o a casa. La sveglia sicuramente è la cosa che cambia meno, sempre fissata poco prima di pranzo, finendo inevitabilmente la notte tarda, c’è poco da fare. Cerco di fare palestra o sport il più possibile sia per tenermi in forma che per aiutare il mindset, serve veramente tanto al tavolo. A casa grindo generalmente 4-5 volte a settimana, e le giornate sono di solito in funzione del grinding, quindi dipende tanto dalla schedule giornaliera. In trasferta invece tutto va in funzione del torneo live, quindi rapporto la mia giornata e il riposo in base a quello, cercando anche li di farci rientrare un po’ di palestra o similia.

Hai mai pensato di smettere con il poker? Fino a quando pensi di continuare?
Sicuramente nei “momenti no” lo penso spesso, ma devo dire che in realtà il pensiero non mi ha mai seriamente sfiorato, mi piace ancora davvero tanto come lavoro e anche se è tosto, è comunque la strada che voglio intraprendere ancora per un po’ nella mia vita. Non so dirti come sarà il futuro, quanto durerà il poker, ma è facile che io non smetta volontariamente.

Tuo figlio si è approcciato al poker? Se volesse prendere questa strada, come lo indirizzerai? Com’è fare il PPP in real life quando devi mantenere una famiglia?
Decisamente presto per parlarne, Gabriele ha 5 anni e per ora conosce giusto i nomi delle carte, e per lui il “Re” o la “Regina” sono come quelli dei suoi cartoni animati. Se un giorno dovesse appassionarsi, o volesse provare a cimentarsi, non vedo come potrei impedirglielo, dopotutto sarebbe un controsenso visto che io nella vita sono andato sempre contro allo standard. Naturalmente non è una vita facile, mantenerci una famiglia ancora meno, ma penso che con alcuni accorgimenti possa essere viabile. Ovviamente da qua a quando sarà maggiorenne lui troppe cose saranno cambiate, quindi aspetto per dire qualcosa di più.

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