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il 16 Nov 2013

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Musso e la “tripla” bad beat: “Fortuna che l’ho fatto per limitare la varianza…”

Musso e la “tripla” bad beat: “Fortuna che l’ho fatto per limitare la varianza…”

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Quante volte avrete maledetto il river? E’ successo a tutti, tranquilli.

Quell’ultima maledetta carta che ci fa perdere il colpo è un classico. Se capita durante un torneo, ahinoi, non c’è più nulla da fare. Out.

Nel cash game, specie quando il piatto è particolarmente rilevante, i giocatori si possono invece accordare per girare parte del board più volte. Solitamente capita dopo il flop, con il dealer che gira rispettivamente turn e river due o più volte. Questa scelta è ovviamente fatta per limitare la varianza ed evitare di giocarsi l’intera posta in una situazione di flip o simile.

In virtù di ciò, Maurizio Musso, pro del team Poker club, impegnato in una partita di cash game in un casinò italiano, concorda per girare ben tre river in una situazione in cui parte nettamente sopra. Ma…

Facciamo un passo indietro e riguardiamo la mano.  Tavolo full ring (10 persone),  bui 5€/10€. Giocatori molto deep e qualche amatore.

Apre 30 € utg+2, che Musso definisce: “Un giocatore abbastanza conosciuto nell’ambiente, non famoso ma noto, molto loose, molto creativo anche se spesso a caso, pensante ma non troppo…”

Flattano in due e Maurizio tribetta a 150€ con AK ricevendo il call di original raiser e middle position.

Su flop A27 Musso cbetta 200€ con 750€ ancora dietro.

L’original raiser descritto in precedenza raisa fino a 450€, middle position folda, il pro di PokerClub flatta.

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Faccio solo call ci spiega al telefono Musso – perché in questo spot non ha alcun senso raisare. Io sono disposto ad andare rotto: il mio avversario con set, in posizione, flatterebbe quasi sempre, quindi non penso lo abbia, se avesse una strana doppia coppia sono costretto a pagarla, mentre se ha aria voglio farlo bluffare anche turn”.

Il turn, per l’appunto è J. Musso checcka, oppo pusha e il “Professore” calla chiedendo al suo avversario: “Ti va di fare tre river?” Il “rivale”, dopo aver mostrato K10, accetta.

Primo river: 5, oppo chiude colore.

Secondo river: Q, scala per l’avversario.

Terzo river: Q altra scala e il pot da 2.285 euro, pur frazionato in tre parti, finisce interamente dall’altra parte.

E’ davvero una delle bad beat più incredibili che abbia mai preso: al flop ero al 94%, al turn al 75%. Fare tre river e perderli tutti? Meno dell’1%. E pensare che se una mano del genere l’avesse giocata un amatore o un giocatore medio, con ogni probabilità l’avrebbe vinta pushando al flop…”

Il disappunto di Musso esula dalla mano in sé e per sé:

La cosa che in tutto questo mi fa più arrabbiare è che questa persona, prima che ci sedessimo al tavolo, si era avvicinata a me complimentandosi per i miei ultimi risultati e chiedendomi di scambiare delle quote per l’Ipt di Saint Vincent. Nonostante il mio gentile rifiuto, al tavolo aveva continuato a “corteggiarmi” con lusinghe varie. Poi, di colpo, s’inventa una mano insensata come questa. Vero che al tavolo da poker tutto è lecito, ma mi è parso un comportamento tutt’altro che rispettoso“.

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