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il 22 Ott 2014

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Nuove licenze in arrivo in Spagna: ma sarà questa la soluzione per il mercato iberico?

Nuove licenze in arrivo in Spagna: ma sarà questa la soluzione per il mercato iberico?

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Paese diverso ma copione molto simile. Anche in Spagna la crisi del gioco online si fa sentire e secondo quanto riportato dal sito pokernewsreport.com, per invertirne la sorte, il prossimo mese verranno rilasciate più licenze.

Ad annunciarlo è stata la Dirección General de Ordenación del Juego (DGOJ, Direzione Generale di Ordinamento del Gioco, ndr) a seguito della pubblicazione dei dati annuali che mostrano un calo del traffico del 6%.

Le licenze saranno distribuite tra gli operatori che ne possiedono già una, e che di conseguenza desiderano espandersi in altri segmenti, e ad altri operatori che vogliono entrare ex novo nel mercato spagnolo.

La DGOJ spera che dando agli operatori la possibilità di aprirsi ad altri settori del gioco online possa portare i player ad aumentare la loro spesa.

Tuttavia la complessa situazione burocratica della Spagna lascia diversi dubbi e non è assolutamente detto che l’aumento degli operatori possa portare dei benefici al mercato spagnolo. Un aspetto, quello legato alla burocrazia, che in precedenza ha convinto alcune aziende come Ladbrokes e Bet365 ad abbandonare il mercato spagnolo.

Per quanto riguarda il poker online le conseguenze della pressione fiscale in Spagna sono tangibili e vanno dall’annullamento delle promozioni all’abbassamento dei premi per i tornei garantiti.

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Dunque non è casuale che la ricerca condotta dalla Universidad Carlos III di Madrid ha concluso che quasi la metà dei player spagnoli giocano su “siti offshore“, mentre alcuni tra i migliori si sono trasferiti in altri paesi, al fine di evitare l’imposta sul 20 per cento delle vincite superiori a 2.500€.

Tutto questo potrebbe far supporre che questa nuova strategia portata avanti dalla Spagna non avrà risvolti concreti. Anche perché gli operatori offshore hanno dalla loro un’ampia offerta di gioco online sotto tutti i punti di

vista. Per questo motivo la scelta di offrire agli operatori la possibilità di allargarsi nel mercato spagnolo non sembra la strada giusta per risolvere la crisi del settore.

In altre parole per curare una malattia non basta tamponare le ferite, ma è necessario scendere in profondità fino alle radici più nascoste. E ormai le barriere create dai mercati regolamentati cominciano ad essere fin troppo strette.

 

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