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il 15 Lug 2016

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Respinto il ricorso del fisco: Dario Minieri chiude i conti con l’operazione all-in

Respinto il ricorso del fisco: Dario Minieri chiude i conti con l’operazione all-in

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L’operazione all in ha tenuto per lungo tempo molti giocatori italiani con il fiato sospeso, mentre speravano di poter avere la meglio contro l’Agenzia delle Entrate che voleva tassare le vincite conseguite nei tornei live all’estero.

Poi un giorno una sentenza favorevole innesca una reazione a catena che libera molti indagati dalla paura: Cristiano Blanco, Carlo Braccini, Jurij Naponiello escono vincitori dalle cause, grazie anche alla Commissione Europea che si è dichiarata contraria all’operazione, ricordando il divieto di doppia imposizione fiscale vigente nell’Unione Europea.

Ultimo a liberarsi di questo problema è Dario Minieri, che è stato preso di mira dall’operazione all in a partire dal 2012.

“Dario Minieri riceveva 4 avvisi di accertamento dall’Agenzia delle Entrate di Roma, ove gli veniva contestata la mancata dichiarazione di vincite all’estero tra il 2006 ed il 2009, con una richiesta di pagamento di complessivi € 1.056.392,42, tra imposte, interessi e sanzioni. Le vincite erano state conseguite in parte Europa ma in maggioranza negli Stati Uniti, sia partecipando al gioco dal vivo, sia a quello telematico.”

Ricorda l’avvocato Massimiliano Rosa.

“Dario Minieri, assistito dall’avv. Massimiliano Rosa e dal dott. Sebastiano Cristaldi, proponeva ricorso presso la Commissione Tributaria Provinciale di Roma, la quale, con Sentenza n. 6064/16/15, depositata il 17/03/2015, accoglieva le richieste della difesa, annullando integralmente la pretesa fiscale, con compensazione delle spese di giudizio.”

Nel 2015 ‘Darietto’ ottiene la sua prima vittoria contro il fisco, salvandosi così da un problema che poteva costare più di un milione di euro.

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L’AdE però non abbandona la mano così facilmente, e propone appello contro la sentenza di I grado, presso la Commissione Tributaria Regionale del Lazio.

Risale a ieri l’ultima buona notizia per il player romano, che esce vincitore anche dall’ultimo appello presentato dall’accusa:

“Commissione Tributaria Regionale del Lazio, Sezione n. 1, alla pubblica udienza del 14 giugno 2016, pronunciava la sentenza n. 4466/2016, depositata l’11.07.2016, con cui il Collegio giudicante rigettava l’appello del Fisco, confermando l’annullamento degli atti impositivi e condannando altresì l’Amministrazione al pagamento delle spese di lite del giudizio di II grado.”

Queste le parole dell’avvocato Rosa, che non nasconde affatto la soddisfazione provata da questo successo:

“Siamo in attesa di leggere le motivazioni della sentenza ma si tratta di un grande successo processuale, in primo luogo, perché è una conferma della vittoria in I grado, legittimata da un più autorevole Collegio Regionale, che va ad annullare nuovamente una pretesa di oltre un milione di euro; in secondo luogo, perché più della metà della contestazione aveva ad oggetto vincite percepite negli Stati Uniti; da ultimo, perché l’AdE è stata anche condannata al risarcimento delle spese di liteQuesta decisione ci conforta altresì su quanto abbiamo già sostenuto in svariate occasioni, ovvero che l’imposizione diretta delle vincite extra UE, così come pretesa dal nostro Fisco, ben lungi dal costituire un fatto acquisito, integri viceversa una modalità di tassazione illegittima, perché contrastante con i principi di diritto tributario internazionale di “tax equity” e di “domestic neutrality”, nonché con quelli convenzionali di “non discriminazione” e di “reciprocità”, e, infine, con quelli costituzionali di uguaglianza e capacità contributiva. La sentenza sarà ora ricorribile esclusivamente presso la Corte di Cassazione, ma riteniamo che per l’Amministrazione Finanziaria sarà assai arduo riuscire a trovare delle valide motivazioni per ribaltarla.”

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