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il 19 Mag 2020

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Phil Hellmuth ricorda i 31 anni dal primo bracciale: vinse il main negando il triplete a Chan

Phil Hellmuth ricorda i 31 anni dal primo bracciale: vinse il main negando il triplete a Chan

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Ieri Phil Hellmuth, con un lungo post sui social, ha ricordato il 31° anniversario del suo primo bracciale alle World Series Of Poker. E non proprio un successo qualunque. Il 18 maggio 1989 “The Poker Brat” entrava di diritto nella storia del poker conquistando il main event.

Un trionfo epico per certi aspetti e ottenuto contro Johnny Chan che aveva vinto gli ultimi due titoli mondiali e si apprestava al terzo di fila. Ma quel giorno Phil Hellmuth decise che era arrivato il momento di cambiare il vento e soprattutto la storia della manifestazione.

Titolo mondiale, ribalta mediatica e il primo dei 15 bracciali vinti fino a questo momento dal player di Palo Alto. Ad appena 24 anni diventò il più giovane di sempre a vincere il main event, un record rimasto intanto fino all’epoca dei November Nine.

Giovane, ma già forte

Phil Hellmuth se non ci fosse, andrebbe inventato. Ma realmente, cosa sarebbe stato il poker senza “The Poker Brat“? Un uragano in tutti sensi al tavolo, capace di giocate sopraffine, come di errori banali, senza dimenticare le sue immancabili sfuriate. E’ il classico personaggio che si ama, oppure si odia. Senza alcuna via di mezzo. Ma nel gioco, ci sono i risultati a parlare per lui.

Da oltre 30 anni sulla cresta dell’onda, impassibile davanti ai terribili giovani dell’online che a loro volta si divertono a stuzzicarlo. Ma alla fine, Phil Hellmuth risponde sempre con i fatti e da 31 anni macina successi e trofei. Ha saputo adattarsi alle varie epoche del poker, con un prima e un dopo, del boom del poker online.

Una metamorfosi del gioco che ha travolto parecchi players della Old School, ma non lui. Il 15 volte campione WSOP ha saputo adattarsi alle esigenze, senza venir meno al suo credo tattico dello small ball. E nonostante il poker moderno si evolva alla velocità della luce, quando si accendono i riflettori delle WSOP, Phil Hellmuth è sempre lì in prima fila a combattere e vincere.

Con quella spavalderia che serve per essere vincenti: non solo nei risultati, ma anche nella mentalità. Senza quell’aria da guascone probabilmente non sarebbe riuscito ad emergere ad appena 24 anni in quel main event, dove i campioni e i vecchi marpioni del gioco dominavano la scena. Eppure, contro ogni pronostico Phil Hellmuth, cambiò la sua storia e quella del poker.

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178 paganti nel main

Il “$10.300 Main Event” alle WSOP del 1989 richiamò l’attenzione di appena 178 players. Si fa per dire appena: in quegli anni erano field da record, considerando che il gioco non aveva l’appeal planetario dei giorni nostri. Con 1.780.000 dollari a comporre il montepremi, in 36 riusciranno ad andare a premio. Cash minimo di 7.500 dollari, ovvero meno del costo di iscrizione e ben 755.000 bigliettoni al futuro campione.

Sulla distribuzione del payout in quegli anni si potrebbe scrivere un libro. Basti pensare che nel main event vinto da Phil Hellumth, ballavano tra prima e seconda piazza la bellezza di 453 mila dollari, visto che al runner up andavano 302.000$.

Discrepanze nel payout a parte, c’è molto di nostalgico in quel campionato del mondo. Scoppiata la bolla, si avviarono alle casse Puggy Pearson (36°), l’immenso David “Chip” Reese (23°), Jim Ward (20°) e gli italo-americani John Bonetti (16°), Carmen Valenti (13°) e John Esposito (11°). Uomo bolla del tavolo finale, Ali Farsai.

Al final table 7 giocatori americani, più, il costaricano Fernando Fisdel e l’irlandese Noel Furlong. Ma tutti gli occhi erano puntati ovviamente sul due volte campione di fila Johnny Chan e l’emergente Phil Hellmuth. Saranno loro a giocarsi il titolo mondiale, con “The Poker Brat” che nella mano finale si presenta con 9-9 vs A-7 del rivale, con 5 milioni di pezzi contro il solo milione del campione uscente.

Il board K-K-10-Q-6 consegna i titoli di coda su quel duello. Phil Hellmuth è nella storia, conquistando il primo dei 15 bracciali, ma soprattutto laureandosi campione del mondo a 24 anni. Per Johnny Chan  fu la fine di un regno durato quasi 36 mesi. Da quel giorno il poker aveva trovato un nuovo fenomenale giocatore.

 

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