Thursday, Apr. 25, 2024

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il 2 Gen 2021

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Separazione consensuale tra Chris Moneymaker e Pokerstars: finisce una lunga storia

Separazione consensuale tra Chris Moneymaker e Pokerstars: finisce una lunga storia

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17 anni di rapporto lavorativo. La più lunga “storia d’amore” nel mondo del poker si eclissa all’alba del 2021. Chris Moneymaker e Pokerstars si dicono addio. Ma è un saluto senza veleni o altro. Una separazione consensuale e verrebbe da dire quasi naturale.

Entrambe le parti hanno i loro giusti motivi: da una parte la voglia di dedicarsi con maggior frequenza alla famiglia e dall’altra aspetti di mercato, oltre che di nuovi orizzonti. Insomma un addio che prima o poi doveva concretizzarsi.

E così si chiude una storia iniziata 17 anni fa con la cavalcata al main event WSOP di Chris Moneymaker e che ha vissuto gli anni ruggenti del poker. Ripercorriamola assieme.

Il punto di rottura per il poker

Le WSOP 2003 cambiano la storia del poker. Merito ovviamente di Chris Moneymaker. Il contabile di una piccola azienda di “provincia” che conquista l’accesso al main event WSOP grazie ad un satellite online proprio su Pokerstars. Una manciata di dollari investiti e il ticket da 10 mila bigliettoni assicurato in tasca. Già di per se un bel premio.

Ma serve un finale clamoroso per trasformare la favola, nel più grande miracolo pokeristico che si sia mai visto dalle parti di Las Vegas. Chris Moneymaker non solo se la gioca in quel campionato mondiale, ma approda al tavolo finale. Da sfavorito, da under dog come direbbero nel mondo delle scommesse.

Un dilettante in mezzo ad un tavolo di squali capeggiato da un certo Phil Ivey. Eppure il poker si dimostra imprevedibile e scienza inesatta. Chris scala posizioni, si prende le chips dello stesso Ivey al termine di un cooler clamoroso e infine da la stoccata finale: il titolo di campione del mondo.

Quel sogno è realtà. Il player occasionale e senza bankroll per poter sedere a quel torneo, si ritrova sul tetto del mondo grazie ad un satellite e porta a casa la bellezza di 2 milioni di dollari. E’ l’apoteosi, è il punto di non ritorno, è la storia che cambia da un giorno all’altro.

Moneymaker rappresenta il sogno

Se fino ad allora il poker è un mondo a parte, per pochi e destinato a persone con un portafoglio bello gonfio, da quel giorno la storia cambia. Chris Moneymaker rappresenta il sogno fatto persona: quello di investire pochi soldi per ambire al colpo grosso. Quello di puntare all’impossibile partendo da zero. 

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Il boom che ne consegue è solo figlio di questo incredibile successo al main event WSOP 2003. Un boom online e dal vivo, dove chiunque si mette in gioco sfidando se stesso e marea di avversari. La storia ci consegnerà una valanga di “Chris Moneymaker“, ma per tutti l’originale resterà lui. Quel contabile americano che in pochi giorni ha cambiato per sempre la propria vita e quella di milioni di appassionati. 

L’addio in salsa dolce

Nel corso degli ultimi anni Pokerstars ha alleggerito in maniera notevole il proprio roster di giocatori. Il team pro, da una sfilza di campioni si è tramutato sempre più in un club ristretto di players. Nuove strategie di mercato e nuovi obiettivi da raggiungere.

Così, non è poi una grande sorpresa l’addio tra Chris Moneymaker e la room dalla picca rossa. La più longeva sponsorizzazione nel mondo del poker si chiude dopo 17 anni. Con parole al miele da parte dello stesso campione del mondo 2003:

Posso solo dire grazie a Pokerstars. Per questi meravigliosi 17 anni passati assieme. Mi è stata concessa la possibilità di vivere un sogno e facendo quello che più amo. Adesso però, sento il bisogno di nuovi stimoli e di stare più vicino alla mia bellissima famiglia. Questo addio non è la fine della mia carriera nel mondo del poker, ma un nuovo punto di partenza”. 

La risposta di Pokerstars è tutta in un video che ripercorre i  momenti più importanti fra le due parti. Dalla mossa azzeccata di puntare su Moneymaker durante il main event WSOP 2003 e quella poi di continuare a dare fiducia all’uomo che rappresenta il sogno di tutti.

Un po’ di malinconia c’è sempre in questi casi, ma non possiamo far altro che battere le mani ad entrambi.

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