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il 21 Gen 2021

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I 17 anni con PokerStars nel racconto di Chris Moneymaker

I 17 anni con PokerStars nel racconto di Chris Moneymaker

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Tutto ha un inizio e una fine. Nella nostra nicchia ce lo ha ricordato qualche giorno fa il divorzio tra Chris Moneymaker e PokerStars.

Dopo 17 proficui anni, il sodalizio tra l’uomo che ha rivoluzionato la storia del poker e la poker room della picca rossa è arrivato ai titoli di coda.

Ma come è stato l’idillio tra Moneymaker e PokerStars? I giorni scorsi lo ha raccontato il poker pro statunitense, che ha anche rivelato che molto probabilmente tornerà ai tavoli da poker con una nuova patch sul petto.

Pagato per non fare nulla

Nel primo periodo da patchato, Moneymaker rivela che i suoi compiti erano davvero ridotti all’osso. In pratica riconosce di essere stato pagato almeno un anno intero per non fare nulla:

“Quando firmai il contratto con PokerStars il ruolo di ambasciatore ancora non esisteva. Tom McEvoy era l’unico che aveva un deal e io non sapevo bene che ruolo avesse. Il primo anno con PokerStars non ho realmente fatto nulla. Non succedeva nulla al di là di tre o quattro tornei l’anno che non erano trasmessi in tv più di tanto. In pratica mi davano soldi per non fare niente, più che per indossare una patch. Il primo anno di contratto non la indossai mai perchè non andai mai in televisione.”

Andando avanti col tempo però le cose cambiarono:

“Man mano che gli anni andavano avanti arrivarono tanti spettacoli tv, tanti tornei, tanto di tutto. A quei tempi essere un ambasciatore consisteva essenzialmente nell’indossare una patch e rappresentare il sito e fare le interviste e giocare nel sito. Niente che non avrei fatto normalmente, quindi per me non era come un vero lavoro. Dovevo solo essere me stesso, il che rese le cose molto facili”

Poker pro fever

Dopo Moneymaker nella scuderia di PokerStars entrarono Joe Hachem e Greg Raymer nell’ambito di una nuova politica sui testimonial, sempre più aggressiva, a detta di Chris decisa dal fondatore di PokerStars in persona Isai Scheinberg.

“In quei giorni ricordo che mi svegliavo al mattino e scoprivo che c’era un nuovo pro nel team di PokerStars”

Ma da un punto di vista professionale, per Chris le cose non cambiarono poi più di tanto:

“Il mio lavoro consisteva nell’uscire e incontrare persone e incontrare quei tipi che vogliono vincere un grande torneo, o cambiare la loro vita, o vogliono portare il loro gioco a un livello più serio. Hanno l’esperienza di giocare con me e di incontrarmi: essere un ambasciatore mi ha portato a tante esperienze a quattro occhi”

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Secondo Chris, nel suo rapporto così duraturo con PokerStars ha avuto larga voce in capitolo anche la sua disposizione a fare lo ‘yes man’:

“La cosa che credo di aver azzeccato in questi 17 anni è che ogni volta che mi hanno chiesto di fare qualcosa ho sempre risposto di sì. Non ho mai detto di no e non mi è mai costata fatica anche perchè ho sempre avuto la sensazione che non mi chiedessero mai di fare più di tanto”.

L’era degli streamer

Il vero cambio epocale nel ruolo del testimonial poker pro, spiega Moneymaker, arrivò con il Black Friday:

“Il ruolo dell’ambasciatore è cambiato nel tempo. Oggi potrei essere visto come una sorta di unicorno per il fatto che non vado in streaming tanto, mentre nel gioco di oggi per essere un ambasciatore devi essere uno streamer o fare cose di quel tipo, perchè non ci sono abbastanza opportunità di andare in televisione. Quando arrivò il Black Friday tolsero le patch dalla tv quindi oggi non ci sono tante chances per un patchato di arrivare in televisione. Oggi per fare bene l’ambasciatore devi essere uno streamer o una personalità in grado di attirare al poker gente che ne sta al di fuori”.

Nei confronti di PokerStars, oggi Chris ha solo gratitudine:

“PokerStars è una buona compagnia, sono stato davvero contento con loro e lo sono ancora, non ho problemi di alcun tipo. E’ stata una decisione reciproca, non mi hanno chiesto di fare molto e mi hanno pagato davvero bene. Quindi dal mio punto di vista sono stato davvero contento e sento che loro hanno avuto tanto valore da me. In ogni accordo commerciale entrambe le parti devono essere contente, e credo che questo sia il caso. Sapevo che il rapporto con PokerStars sarebbe continuato, da parte mia poteva andare avanti ancora per un decennio ma poi è arrivato il coronavirus e ha cambiato tutto”.

Ma da quanto lascia trapelare, non dovremo aspettare a lungo prima di vedere una nuova patch sul petto dell’uomo che ha rivoluzionato il poker online:

“Ho già ricevuto diverse telefonate e ho anche risposto ad alcune quindi sì, arriveranno novità nel futuro prossimo”.

Foto di PokerNews

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