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il 23 Dic 2019

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Che linea scegliere dopo aver floppato top set? Ecco l’analisi di Nick Petrangelo

Che linea scegliere dopo aver floppato top set? Ecco l’analisi di Nick Petrangelo

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Per diventare dei giocatori completi bisogna analizzare anche le proprie mani vinte, non solo quelle perse.

Lo sa bene Nick Petrangelo che commenta per UpswingPoker un colpo spettacolare andato in onda nel 2018 in occasione del Big One for One Drop, torneo da 1 milione di dollari di buy-in!

Petrangelo ammette di aver fatto parecchi errori dopo aver centrato un top set con Q-Q contro Dan Smith. Addentiamoci dunque nello spot toccando vari concetti tecnici. Oro colato se pensate alla carriera di Petrangelo che vanta due braccialetti e oltre 17 milioni di vincite.

Ecco l’action… Al tavolo c’è ovviamente gente tostissima come Holz, Vogelsang, Katz, Seidel. I bui sono 80/160k con 160k di big blind ante.

Nick apre preflop a 375k con QQ da hijack. Dan chiama da cutoff con KQ. Nick ha poco più di 10 milioni di chips (65 bb) e Dan lo copre con quasi 14 milioni.

Fin qui tutto abbastanza standard. Sentiamo l’analisi di Nick sui range: “A volte Dan può fare una 3-bet con quella mano. Stesso discorso per suited connectors o assi suited. Spesso ha qualcosa come A-Js o A-10s. Il suo range va tra l’8 e il 10% delle mani. Giocherà bene sul board contro il 28% delle mie mani“.

Il flop

Ma ora proseguiamo con la mano del Big One. Il flop recita Q46. Il pot è di 1.150.000 gettoni. Nick punta 325k e Dan chiama.

Nick qui avrebbe checkato, col senno di poi: “La c-bet è pessima se pensiamo a quante volte Dan può aver floppato qui. Sto puntando contro un range che farà quasi sempre call. Può avere asso o 8-7/8-9 con backdoor flush draw; oppure K-10/K-J. E molte di queste mani possono fare raise. Con 6-x può rilanciare per proteggersi. Ciò rovina il mio piano se ho qualcosa come J-10 suited. Ho letto male lo spot in quel momento“.

L’analisi è contro-intuitiva. Perché non puntare se l’altro spesso chiamerà? Perché c’è un grosso problema per il bluffing range di Nick, il quale potrebbe piuttosto fare molti più soldi con un check-raise o con un’azione nelle strade successive.

Come regola generale, se siamo fuori posizione e la nostra c-bet fa passare molto poco, è meglio checkare la maggior parte del nostro range. Checkando e affrontando una puntata, possiamo costruire un range di check-raise con mani molto forti e bluff. Con questa strategia forzeremo dei fold bluffando ed estrarremo massimo valore quando siamo buoni.

Il turn

La quarta carta del board è un 6. Nick qui checka, Dan punta 525k (in un pot da 1,8 mln) e Nick chiama.

Nick è nuovamente insoddisfatto della sua scelta. Avrebbe voluto continuare a puntare perché il turn si sposa bene con il range di Dan. Non ha migliorato a meno che non avesse il 6 o due quadri.

Dan qui ha mancato molte mani come J10 e non può fare molto. In game ho pensato che potesse usare il 6 come una carta per mettermi pressione. Difficile fare a me un 6.

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Dan al turn fa una puntata di valore e di protezione, almeno stando alla sua size. Io potevo rilanciare in bluff o per valore mettendogli pressione. Con un tris di donne era improbabile trovare top pair in mano a lui, ma non posso farlo andare allo showdown con questa puntata…“. Insomma, c’è un doppio errore da sottolineare secondo Nick al turn. Arriviamo all’ultima strada.

Il river

Il river è il 9 che non chiude eventuali progetti. Il pot ammonta a 2,8 mln. Nick checka, Dan punta 1.300.000 e Nick pusha 9.300.000 pezzi.

Shovare una somma pari al pot probabilmente è standard qui, quindi penso che dovrei farlo con il mio range. Potrei essere in bluff con A-4s o 4-5s ma la gente nella real life non fa queste cose…

In conclusione, penso di non aver scelto la linea giusta e di essermi trovato in uno spot dove non sono riuscito a fare mettere i soldi a un player molto bravo. Lui ha scelto delle size molto bene, creandosi una situazione in cui ha potuto semplicemente foldare uno dei suoi migliori bluff catcher“. Infatti alla fine Dan Smith folda.

 

 

Per la cronaca, Smith poi chiuderà terzo nel Big One for One Drop mentre Petrangelo non riuscirà a piazzarsi ITM.

Cosa abbiamo imparato?

Possiamo dire di aver appreso molte lezioni grazie a questa mano.

Primo. Solo perché sei il raiser preflop e hai una mano fortissima non vuol dire che devi fare c-bet su ogni board. Devi pensare a come il board interagisce con il tuo range e con quello avversario.

Secondo. Quando attui una strategia, devi pensare anche a come giocheresti con il resto del tuo range, non solo alla tua mano specifica.

Infine, abbiamo capito che anche i migliori giocatori fanno errori e analizzano le proprie mani. Solo perché hai vinto un colpo, non significa che tu lo abbia giocato nel modo ottimale. Se vuoi diventare un giocatore migliore, il tempo che spendi fuori dal tavolo è importante come quello che spendi al tavolo!

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