Cosa significa avere un piano per una mano giocata nel 2023?

Se vi siete mai affidati a un poker coach di quelli bravi negli ultimi anni, o quanto meno avete avuto a che fare con un giocatore sopra la media che vince con costanza sul .it o nei recinti live più nobili d’Italia ed Europa, una delle cose su cui sono abbastanza sicuro, è che avete con ogni probabilità parlato di tutto ciò  che fa capo a quello che in gergo è considerato come “il piano della mano che giocherete“.

Il gioco si fa difficile

Fino a qualche anno fa, era abbastanza schematico e piuttosto puerile lo schema da seguire per giocare qualsiasi tipo di colpo.

Uno sguardo al valore della propria mano, allo stack dei giocatori che parlano dopo di noi, a piccoli accorgimenti facenti capo allo stile e alle frequenze di chi occupa i blinds e, infine, alla texture del board che solitamente era, e ancora nella maggior parte dei casi è ancora, il punto focale della mano in questione.

Al giorno d’oggi non è esattamente semplice vincere a poker. Non lo è online dove spesso e volentieri non sai con chi hai a che fare ( al netto di software di supporto ) e tanto meno lo è live, quando, se non conosci personalmente chi hai di fronte, difficilmente riuscirai ad imbastire un piano di ogni mano che giocherai contro di lui.

La percentuale dei giocatori vincenti costantemente nel tempo, è ridottissima, ma se un tempo questa percentuale annoverava anche quelli che  giocavano “leggermente” sopra la media, leggasi “facevano meno errori della maggior parte del field”, oggi come oggi questo non basta più.

Il piano della mano e della carriera

Avere una pianificazione della propria carriera, di un torneo e di tutto ciò che può capitare durante ogni singola mano, è oggi invece una dinamica alla quale non è possibile rinunciare.

Il livello dei giocatori si è clamorosamente innalzato, soprattutto da quando la GTO è entrata prepotentemente in scena e nessuno può pensare di campare del giochino senza andarci pesante con lo studio e la disciplina.

Nell’ambito di ogni singola mano è necessario mettere a fuoco contro chi abbiamo a che fare e rimodulare la nostra strategia alla luce delle sue frequenze.

Va da sé che ogni volta che apriamo una mano da early, middle o late position, non abbiamo la certezza di chi darà seguito alla nostra azione, per cui il piano del nostro colpo comincia immediatamente il giro di puntate del preflop.

l’atteggiamento del o dei nostri rivali, la farà da padrone. L’eventuale nostra continuation bet dovrà tenere conto di chi ci sta d’avanti, che, ovviamente, avrà caratteristiche diverse e del tutto personali rispetto agli altri compagni di gioco, per cui anche le nostre contromisure dovranno essere adeguate alla tipologia dei nostri rivali. Tight Aggressive sono diversi dai Nitty, molto diversi dalle Calling Station e decisamente opposti ai Loose Aggressive Players. 

Lo sconsigliabile slowplay

Giocare lentamente, questa è la traduzione letterale di “Slow Play”, significa letteralmente provare a intrappolare il proprio avversario quando si ha un punto fortissimo in mano e si evita di ingrossare il piatto fin dal flop per simulare un punto debole o addirittura inesistente.

È generalmente una cattiva idea quando i tuoi avversari tendono a lasciare molto e giocare poche mani e quando giocano fanno molti check e call (sono i cosiddetti “passivi”).

Non si può contare su questi giocatori per mettere le chips nel mezzo, quindi devi costruire tu il piatto una volta che hai floppato il tuo mostro.

Dopo aver floppato un set, C-Bettare con una puntata congrua contro questi giocatori è spesso una buona strategia. Se sono tight e giocano solo mani iniziali forti, è più probabile che abbiano qualcosa di valore con cui chiamare la tua puntata. Inoltre, ai giocatori passivi piace chiamare e rimanere nel colpo per vedere turn e river.

Non preoccuparti di cercare di “intrappolare” questi giocatori utilizzando lo slow play, poiché è più probabile che tu perda valore postflop.