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il 16 Ago 2013

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“Eurovegas? Per la Spagna sarà come il bikini”

“Eurovegas? Per la Spagna sarà come il bikini”

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Il progetto di Sheldon Adelson per costruire “Eurovegas”, un casinò gigante a Madrid, continua a creare polemiche nella capitale spagnola. Un’incomparabile opportunità per creare posti di lavoro e rilanciare la malandata economia madrilena per alcuni, per altri invece non è altro che un covo di corruzione, malaffare e un investimento che finirà per far affondare la città.

La più fedele sostenitrice del progetto è ovviamente Esperanza Aguirre, presidente della regione di Madrid nel momento in cui si strinsero gli accordi, ma ormai dimissionaria. E’ stata lei recentemente in una colonna del giornale ABC (che pubblica i pezzi del suo blog) a parlare ancora una volta sulle bontà di “Eurovegas”, utilizzando una comparazione che non è passata inosservata.

Comparando “Eurovegas” con il boom turistico degli anni sessanta, la Aguirre scrive: “già allora ci furono tante voci che allertarono sui problemi morali che il boom turistico poteva implicare e invece i bikini portarono solo effetti positivi per gli spagnoli: più libertà e più apertura di mente“.

Un’accusa di moralismo che poco ha a che vedere con le preoccupazioni non solo dell’opposizione politica ma anche di tanti cittadini, che si chiedono il perché di questo progetto faraonico in questo momento di pesante crisi: nella regione di Madrid esistono già due casinò (Torrelodones e Aranjuez) e non c’è in effetti una domanda tale per averne bisogno di un terzo. Il problema viene soprattutto da alcuni piccoli particolari, che fanno di questi accordi con Adelson un progetto un tanto sospetto.

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Per esempio, il fatto che la stessa Aguirre abbia dato le dimissioni “per motivi personali” subito dopo aver concluso la trattativa con Adelson e solo un anno dopo le elezioni. Questo ha fatto pensare a molti che la necessità di concludere l’accordo di “Eurovegas” per la presidente sia stata quasi personale e non un vero investimento per i cittadini come ha sostenuto ovunque. Per non parlare delle diverse leggi che si sono già modificate o si cambieranno ad hoc per agevolare la costruzione del casinò: legge antifumo, incentivi fiscali, riduzione delle imposte sugli immobili (l’equivalente dell’IMU)...

Ma i madrileni diffidano soprattutto di Sheldon Adelson, proprietario de Las Vegas Sands, l’azienda che gestirà la costruzione di “Eurovegas” e proprietaria per esempio del Venetian a Las Vegas. Adelson, che possiede diversi casinò in tutto il mondo, è invece uno dei più acerrimi nemici del poker online negli Stati Uniti, a cui dice di opporsi perché da casa “non ci sarà modo di stabilire che le puntate nei giochi d’azzardo siano state fatte in modo completamente consensuale e razionale“. Una posizione che ha fatto sollevare addirittura un boicottaggio al Venetian.

Questo finto moralismo non è l’unica polemica in cui si trova immerso Adelson. Basta ricordare la storia di Steve Jacobs, un ex dipendente de Las Vegas Sands a Macao, licenziato secondo lui per aver scoperto che la prostituzione all’interno dei casinò di Macao non solo non era combattuta ma era persino autorizzata personalmente da Adelson.

Insomma, una storia questa di “Eurovegas” che continuerà ad attirare l’attenzione dei media. Vedremo come andrà a finire.

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