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il 2 Apr 2014

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Vito ‘w1llyss’ Barone: “Il deal a sei? In uno shootout è normale, la varianza ti può lasciare con due spiccioli”

Vito ‘w1llyss’ Barone: “Il deal a sei? In uno shootout è normale, la varianza ti può lasciare con due spiccioli”

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C’è chi l’orologio Scoop PokerStars già lo sente al polso, pur non avendolo ancora, e chi, invece, lo ha solamente sfiorato, perdendo l’heads up decisivo della ‘maratona di sit’n’go’ dell’evento shootout high: fa parte, ahilui, del secondo gruppo il professionista di PokerStars Vito ‘w1llyss’ Barone, che ieri sera allo Scoop è andato vicinissimo a bissare il successo ottenuto alle scorse Icoop.

Lo abbiamo contattato poco fa sentendolo amareggiato il giusto per l’occasione sfumata: “E’ sicuramente peggiore la sensazione del momento, quella che hai poco dopo la fine del torneo, mentre il giorno dopo nessun problema, si volta tranquillamente pagina senza strascichi”.

Il torneo che ha visto Vito tra i protagonisti del sit’n’go finale è stato caratterizzato da un deal, almeno in apparenza, strano e poco usuale, infatti ha coinvolto tutti i partecipanti del final table. Barone, comunque, spiega come sono andate le cose:

“In uno shootout non dovrebbe poi essere così strano: si è sudato molto per vincere i vari tavoli e proprio alla fine vuoi far in modo che la varianza ti faccia vincere due spicci? A me andava bene anche continuare e fare un deal a tre o quattro player, ma non mi piace troppo, in generale, fare il guastafeste. Avrei potuto far valere la mia edge, certo, ma si tratta di una specialità, il sit’n’go, ad altissima varianza e oltretutto quello di ieri sera, nello specifico, era un single shot!”

Deal o non deal? Escludendo la specifica situazione che lo ha coinvolto poche ore fa, Vito ci concede il proprio pensiero a riguardo: “E’ una domanda che non mi sono mai posto, perché non sono un grinder mtt quindi, in generale, quando arrivo in fondo ai pochi tornei che faccio durante l’anno sono già appagato, in quanto capisco che la varianza nel breve termine mi sta aiutando e non voglio esagerare rifiutando un accordo economico. Ovviamente quando si hanno molte chips e si pensa di avere edge al tavolo per la poca esperienza degli avversari, si dovrebbe ridurre al minimo la possibilità di arrivare a un deal”.

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La formula shootout è inusuale, essendo praticamente giocata solamente in pochi tornei, sempre all’interno di manifestazioni comunque di rilievo, e solitamente prende alla sprovvista chi, durante l’anno, ha poco a che fare coi ‘single table’: “Ho notato infiniti leak in tutte le fasi del gioco da parte degli avversari – sostiene Baroneperò direi che con la scusa del ‘winner take all’ giocavano tutti estremamente loose, senza valutare che la struttura, 15 minuti per livello e lo stack di partenza deep, ti permetteva di aspettare anche in questo tipo di torneo. Credo quindi di averne approfittato molto nelle fasi finali delle eliminatorie pre final table…”

L’heads up, purtroppo, ha arriso all’avversario di Vito che, stando alle sue parole, ha comunque il merito di aver imposto la propria ‘legge’ durante tutto il final table: “Ha distrutto il tavolo in precedenza, mentre io ero uno spettatore inerme (ride)! Sono partito sotto di uno a quattro, lui non foldava mai, il mio hud segnava il 95% delle mani giocate, le mie three-bet non lo intimorivano e oltretutto ho anche hittato poco post-flop per poterlo mettere in difficoltà”.

Lo SCOOP è quasi agli sgoccioli, dunque la corsa all’orologio diventa frenetica e Vito ‘w1llyss’ Barone pare non avere intenzione alcuna di mollare l’obiettivo: “Avevo promesso a me stesso che se avessi fatto final table allo shootout avrei fatto un’ora intensa di scale e così è stato, quindi se vinco l’orologio ne farò due di ore, oppure organizzerò un freeroll party su PokerStars a mie spese, promesso!”

 

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