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il 22 Gen 2016

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Il peggior downswing di Andrea Dato: “Ho perso pochi soldi ma molta fiducia, la meditazione mi ha risollevato”

Il peggior downswing di Andrea Dato: “Ho perso pochi soldi ma molta fiducia, la meditazione mi ha risollevato”

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Nessun giocatore viene risparmiato dai momenti di downswing.

Ne avete avuto conferma quando vi abbiamo parlato di quella trasferta di Andrea Crobu, del periodo negativo di Carlo Savinelli, e dell’approccio al Cash Game di Giada Fang.

Insomma, anche i migliori a volte perdono… ma sarà proprio così? Oppure è possibile avere un brutto downswing pur senza perdere molto, o addirittura senza perdere affatto?

La risposta è una delle più comuni del mondo del poker: dipende.

Dipende da cosa si intende per downswing: è soltanto il periodo dove tutto gira storto e non vinciamo un flip o è la conseguenza di tutto questo su noi ed il nostro gioco?

Andrea Dato non ha dubbi: un downswing può essere sofferto anche senza perdere cifre esagerate, cosa che comunque, come lui stesso ci racconta, gli è successa:

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“Riguardo agli swing negativi potrei parlarti di quel giorno lontano, ormai saranno 6-7 anni fa, in cui decisi di lasciare il mio lavoro in ufficio per dedicarmi a tempo pieno al poker. Beh, quel giorno stesso fu quello dove persi di più ai tavoli, circa €68.000. Un colpo duro per il mio bankroll che all’epoca sarà stato di €200.000, ma soprattutto un duro colpo psicologico; il giorno in cui decido di fare del poker il mio lavoro mi arriva questa botta… Però comunque mi ripresi abbastanza in fretta, quindi non penso sia un vero downswing quello.”

Quando chiediamo ad Andrea allora se ha mai vissuto un vero downswing, lui ci parla proprio del 2015, anno in cui non ha brillato come i precedenti della sua carriera:

“Direi proprio questo 2015, anche se non ho perso molto, devo aver fatto break even o forse ho chiuso leggermente in negativo, comunque non ci sono mai state grosse cifre. Bisogna però considerare che vengo da un periodo di 6-7 anni dove ho sempre chiuso con il segno ‘+’ nel bilancio finale, e questa è la prima volta che non succede. Comunque non è tanto quel mettere il ‘+’, è proprio un fatto psicologico, perché poi ti vengono i dubbi, pensi di non avere più le potenzialità, le capacità di vincere, ti chiedi ‘Ma adesso che non sono più in grado di vincere cosa farò della mia vita? Come guadagnerò i miei soldi?’ ed il tuo gioco ovviamente ne risente. Poi comunque ne sono uscito bene, non economicamente ripeto, visto che non ho vinto niente di particolare, ma ho ritrovato piena fiducia in me stesso.”

Incuriositi da questo “esserne uscito bene” abbiamo chiesto a Dato come ha fatto ad uscirne, e se i pensieri negativi in pieno downswing hanno avuto anche pericolose ripercussioni sul suo gioco:

“Il mio gioco ne ha risentito sicuramente, quando ero a Vegas per dirne una giocavo ogni giorno ai tavoli cash e ho perso abbastanza, anche se non è tanto la cifra, comunque non esagerata, quanto il fatto che non ero sereno, giocavo proprio incattivito come se con ogni mia giocata dovessi dimostrare qualcosa invece che fare la giocata giusta. Diciamo che a Vegas il periodo nero ha raggiunto il culmine, dopodiché è stato un lento decrescendo. A settembre poi ho cominciato con la meditazione che mi ha aiutato molto, quindi adesso sono… in forma diciamo. Adesso vediamo il 2016 come va, ora sono già schierato a Saint Vincent e potrebbe essere un primo test… anche se non è tanto una questione di vincere o perdere perché quello spesso è la varianza che lo decide, ma di giocare sereno, tranquillo e fiducioso delle proprie capacità. Credo che così le vittorie arrivino in automatico, se andrà bene davvero ve lo farò sapere alla fine dell’anno 🙂 .”

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