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Strategia

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il 30 Ott 2015

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Quanto conta la dimensione del field? Lacchinelli non ha dubbi: “Più gente c’è più sono stimolato, poca differenza a livello strategico”

Quanto conta la dimensione del field? Lacchinelli non ha dubbi: “Più gente c’è più sono stimolato, poca differenza a livello strategico”

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Uno dei fiori all’occhiello, forse il più evidente, degli Italian Poker Open è l’invidiabile afflusso di gente che provocano, spesso sfondando la quota 1.000 entries che in Italia rappresenta un ottimo traguardo.

La gente ama i tornei affollati, ma siamo sicuri che ci sia solo da guadagnarci? O anche i tornei con field un po’ più ristretto hanno i loro vantaggi?

Per andare sul sicuro abbiamo volto questa domanda ad un giocatore collaudato che ha affrontato tornei di ogni genere e misura: qui dall’IPO 19 per voi, parola a Riccardo Lacchinelli!

Riccardo non ci nasconde fin da subito che come la maggior parte delle persone ha una predilezione per i tornei con field ampi, sebbene anche i tornei più intimi abbiano i loro vantaggi, i quali non li rendono comunque paragonabili ai primi.

“Io amo i tornei come questo IPO, che porta centinaia e centinaia di persone nella stessa room ad affrontarsi… Banalmente il vantaggio principale è il montepremi molto più elevato, che fa ovviamente gola! Poi comunque a livello di gioco, di strategia, non è che differiscano esageratamente dai tornei più piccoli. In fondo se ci sono 10 persone o 10.000 in altri tavoli cosa importa? Tu sempre contro altri nove devi giocare! Inoltre io amo molto la competizione, amo avere nuovi stimoli, quindi confrontarmi e lasciarmi alle spalle 1.000 persone mi dà una soddisfazione senza paragoni. Ricordo che quando giocavo i Sunday sul dot-com con field di 10.000 giocatori c’era Blanco che mi chiedeva come c…o facessi ad arrivare sempre in fondo :D” 

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Nonostante ciò anche i tornei dall’affluenza più contenuta hanno il loro perché… e questo “perché” rappresenta -come è normale quando si paragonano due cose- un difetto della controparte.

“Se ti confronti contro field più ridotti hai ovviamente il vantaggio di maturare molto più velocemente una history sensata con tutte le persone con cui giochi abitualmente. Spesso più gente c’è più i fish abbondano ed il problema si risolve in parte da sé, ma pensiamo solo al numero di giocatori lasciando invariate le altre caratteristiche. Nei tornei con poche persone hai più history contro i tuoi avversari, e a parità di struttura terminano prima apportandoti una buona dose di stanchezza in meno.”

La stanchezza è un dettaglio da non sottovalutare in effetti, e Lacchinelli ce lo spiega, e ci spiega anche le differenze tra i due tipi di torneo in relazione agli ITM:

“Tornando sul discorso dei tornei con molta gente, se hanno una struttura giocabile sono destinati a durare a lungo, 2 o 3 giorni o, come questo IPO anche 4. È una cosa che spesso sbagliando non si prende in considerazione. Io ad esempio mi iscrivo sempre e solo ai Day 1 A, per riuscire a prendermi un giorno di stacco in mezzo ed arrivare più fresco degli altri nei giorni successivi. Comunque una differenza tra i tornei più e meno affollati sta anche nel numero di giocatori a premio e nelle frequenze con cui si arriva a piazzare la famosa bandierina. Anche se premiano sempre il 10% delle persone, per forza di cose arrivare primo ad un torneo con 1.000 iscritti sarà più difficile che arrivare primo ad un torneo da 60, e questo vale anche per molte altre posizioni d’arrivo. Comunque il payout è studiato per avere una specie di proporzionalità inversa che appiana questa divergenza: più l’evento è raro più viene ricompensato!”

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