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Poker Live

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il 29 Ott 2015

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Andrea Cortellazzi, il giovane vecchio squalo del live: “Perché preferisco il gioco dal vivo che l’online…”

Andrea Cortellazzi, il giovane vecchio squalo del live: “Perché preferisco il gioco dal vivo che l’online…”

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Il field del poker live può essere genericamente suddiviso in due grandi categorie di persone: la vecchia guardia, composta dagli squali del live che fanno dell’esperienza la loro arma vincente, ed i ragazzini dell’online, che fanno il loro esordio live dopo aver macinato milioni di mani davanti ad un monitor e maturato un bagaglio di skill per nulla indifferente.

Come si sa però generalizzare è spesso sbagliato, e Andrea Cortellazzi ne è la prova vivente.

Il ventiduenne di Sondrio, che è balzato agli onori delle cronache circa un anno fa con i suoi ottimi risultati in alcuni dei più prestigiosi tornei italiani (incluso l’Italian Poker Open 16), non appartiene a nessuna delle due categorie ma continua ad ottenere ottimi risultati nel gioco dal vivo.

Abbiamo approfittato della sua presenza all’IPO 19 (dove peraltro ha raddoppiato già al primo livello di gioco) per farci raccontare la storia di un giovane squalo del live:

“Ho cominciato a giocare prestissimo, alle superiori. Come molti altri ho cominciato con gli home games tra amici, per poi appassionarmi al gioco e frequentare circoli e tornei minori ai casinò… Online ho giocato veramente poco, anche se con discreti risultati: avrò fatto grosso modo un migliaio di tornei e sono sopra di 20.000€, ma quando il dot.it ha imposto le sue limitazioni ed il field è stato stravolto mi sono allontanato da quella branca del poker. Ora online gioco solo quando ci sono eventi importanti, per il resto preferisco concentrarmi sul live che preferisco sicuramente.” 

Sentendo queste parole affiora subito alla mente l’idea del classico ragazzo-prodigio, talentuoso fin da subito ma con la pecca della scarsa esperienza. Un “leak” che quando si affrontano certi giocatori può costare caro, ma vuoi per la fortuna, vuoi per qualche abilità innata ad Andrea non è successo.

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“Gli inizi sono stati lisci come l’olio: ho vinto un satellite per il mio primo torneo importante qui a campione e sono arrivato ITM, tempo dopo ho vinto un altro satellite per l’IPO Summer Edition in cui sono uscito terzo… Così già il roll ha avuto una buona spinta. Poi spesso mi scambio quote con amici, in questo modo riesco a ridurre le spese e a giocare buoni eventi, macinando anche buoni risultati che mi hanno permesso addirittura di arrivare a Vegas quest’anno, e nemmeno lì sono andato troppo male.”

Passare dagli amici, ad avversari da circolo, a regular di MTT live fino ad arrivare ai veri e propri giocatori di fama internazionale nell’arco di circa tre anni… È una storia già singolare di per sé, e diventa ancor più incredibile pensando che a differenza di altri giovani che hanno fatto la stessa cosa non è mai passato alla prova dei pericolosi top reg dell’online.

Come ci si sentirà ad affrontare da un giorno all’altro persone del calibro di Fedor Holz? Ma soprattutto… a cosa è dovuta l’assenza dello step quasi obbligatorio dell’online?

“Come ho già detto preferisco molto più il live, avere di fronte e vedere in faccia il proprio avversario. Chi ha giocato ad entrambi può capire: è lo stesso gioco ma sembra che non lo sia dato che ha due strategie completamente diverse, dai range di apertura in poi. Ritengo di essere più ferrato nel gioco live, o almeno i miei risultati dicono questo. Poi secondo me molti giocatori fortissimi online fanno un po’ fatica nel gioco dal vivo, non è così facile adattarsi a dinamiche che online sono inusuali. Confrontarsi con i grandi campioni, certo, mette un po’ in soggezione, ma alla fine per me un avversario è come un altro e non mi faccio intimorire. Poi ovviamente quando mi scontro contro qualcuno di famoso faccio un po’ più di attenzione, ma questo è normale… Credo che il bello di questo gioco sia che chiunque può vincere e dire la sua. Ed io penso di aver trovato la strategia giusta per farlo.”

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