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il 3 Ago 2018

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I limiti della percezione: la ‘trappola’ di Adelson

I limiti della percezione: la ‘trappola’ di Adelson

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Guardate attentamente l’immagine qui sopra: sembra una normalissima scacchiera, dove tutti i riquadri riportano, come di consueto, un’alternanza tra bianco e nero. Spiacente di deludervi, ma non è così, perché le caselle segnalate con le lettere A e B, seppur vi sembrino totalmente diverse, sono in realtà dello stesso colore!

Questo è uno degli esempi più famosi e spettacolari di come la nostra mente spesso ci faccia credere cose che nella realtà dei fatti sono ben diverse, mettendo in luce gli evidenti limiti della nostra percezione.

Certo, poste così le illusioni ottiche possono sembrare un semplice gioco per stupire i lettori, ma rapportati alla vita reale sono moltissimi gli esempi in cui un piccolo particolare su cui ci focalizziamo riesce a portare in secondo piano, o a nascondere totalmente, quella che è la realtà dei fatti.

Quante volte magari ci è capitato di innamorarci della persona sbagliata, irrealmente concentrati sui piccoli particolari ignorando tutto il marcio che invece c’era intorno ed evitando, se pur spronati dagli amici, di spalancare gli occhi?

Quante volte siamo stati sicuri di poter portar a termine un progetto, magari perché affascinati da una prospettiva di guadagno o da una voglia di emergere nella carriera, senza considerare gli evidenti (per gli altri!) limiti dell’impresa?

I limiti della percezione sono fondamentalmente “bastardi” anche nel poker: in tanti, magari alle prime esperienze, riescono a vincere uno dei primi tornei giocati, o a triplicare lo stack al cash game; ci si sente invincibili, stupiti del talento posseduto e stuzzicati da quanti soldi potrebbero derivarne in maniera rapida e senza sforzo. Purtroppo è solo un’illusione e ci vorrà tanto impegno per provare a confermare i risultati.

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Vincere a poker a volte è (quasi) facile quanto perdere e non è sempre facile distinguere la differenza tecnica che c’è tra i due risultati: spesso anche chi gioca a poker da anni compie l’errore di incensare il proprio gioco, dando poi la colpa alla sfortuna quando si perde, mentre sono semplicemente cambiate le condizioni di contorno.

Magari gli avversari sono migliorati e non si riesce a “leggerli” come prima, forse si è fatto un level up troppo avventato e ora non si hanno le skill per battere il nuovo livello, o vari eventi nella “real life” ci stanno facendo giocare un poker meno buono del solito, in uno stato di semi-tilt permanente.

Osservare con attenzione tutto ciò che ci circonda, e che può influenzare il nostro giudizio, è fondamentale per poter essere costantemente vincenti. Sovrastimare le nostre capacità, o da contrappasso sottostimare quelle dei nostri avversari, è un limite che un pokerista deve assolutamente evitare.

Il segreto è guardare con occhio cinico e distaccato tutte le componenti di un successo (o di un fallimento), sezionarle per poterle considerare sia nell’insieme che nell’unicità, per poi riuscire a comporre perfettamente una scacchiera che, questa volta, avrà tutte le tessere al posto giusto: una scacchiera reale, solida e tangibile.

Con queste premesse nessuno un giorno potrà dirci che è solo un’illusione creata dai limiti della nostra percezione.

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