Tuesday, Apr. 23, 2024

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il 2 Apr 2019

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Parliamo di 6+ Hold’em: Il gioco postflop

Parliamo di 6+ Hold’em: Il gioco postflop

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Paragonando il preflop alla dama, allora il postflop può essere considerato come gli scacchi.

Chiunque è in grado di giocare una coppia d’assi servita preflop, ma le cose diventano più complicate quando il board si riempie al flop.

Cosa fare quando si ha A A una volta che scendono J 10 7?

Non esiste una mossa convenzionale sempre giusta in ogni situazione.

Bisogna considerare che esistono  variabili come ad esempio le dimensioni dello stack, la posizione da cui si gioca e gli avversari che cambiano continuamente.

Le cose sono destinate a diventare ancora più complicate al turn e al river, con il piatto che diventa sempre più grande e gli errori sempre più “costosi”.

Il mazzo del 6+ Hold’em ha solo 36 carte, tuttavia si applicano gli stessi principi del classico Hold’em.

Il gioco postflop richiede un thinking process più profondo e complesso rispetto a quello adottato durante il preflop.

In un interessante contributo pubblicato sul portale PokerNews, Jason Somerville ha analizzato tutte le caratteristiche legate al postflop.

 

Capire i range degli avversari

Come già detto vedendo il gioco preflop, quando si passa da No Limit Hold’em al 6+ Hold’em bisogna ricalibrare la percezione del valore delle carte a terra e dei punti in mano.

L’altra volta vedemmo che una mano come 7 6 nel 6+ va intesa come 3 2 nel regular Hold’em, quindi non è una delle migliori. Allo stesso modo anche durante il postflop vanno riconsiderate tutte le mani.

Somerville suggerisce di pensare sempre bene a quale flop si vuole cbettare. Il cbetting segue una linea simile al regular Hold’em.

Non sono cosi comuni le cbet semplicemente perché i raise preflop sono rari, quindi ci sono più piatti limpati. Di conseguenza un giocatore non è molto avvantaggiato dal puntare alto preflop.

“Ci sono un sacco di board sui quali vorresti bettare” dice Somerville riferendosi alle condizioni di cbetting postflop.

Ovviamente conta sempre, anche nel 6+, la conoscenza dei propri avversari. In alcuni casi l’history con un avversario può determinare una giocata piuttosto che un’altra.

“Comprendete quale tipo di board volete hittare e quali range i tuoi avversari potrebbero avere”.

Nel complesso Somerville ritiene che in realtà sia più semplice capire il range dei propri avversari proprio perché ci sono meno carte rispetto al no-limit Hold’em.

Il punto è che però allo stesso tempo ogni range può comprendere mani che hanno uno sviluppo sul board totalmente diverso.

Questo aspetto rende più difficile capire quale sia la scelta giusta da compiere. Il fattore che però complica il tutto sono i piatti multi-way.

 

Giocare i piatti Multi-way

Da una prospettiva puramente matematica, il primo giocatore ad agire punta su un piatto con una proporzione di ante 8 a 1, quindi limpare è corretto.

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Ovviamente basta un raise e tutto cambia. È comunque un prezzo interessante da pagare considerando che molte mani sono giocabili.

Pertanto, i piatti head’s-up sono relativamente rari nel 6+ Hold’em, dato che la maggior parte dei giocatori è intenzionata a vedere il flop rispetto al no-limit Hold’em.

“Molte persone vogliono vedere il flop, i ragionamenti sono più difficili da risolvere rispetto al no-limit” afferma Somerville.

“Tutto questo rende il 6+ Hold’em molto più complicato”.

Per spiegare questo concetto prendiamo un esempio da Hold’em classico.

Il giocatore da button raisa, BB chiama.

“Come veterani del gioco possiamo facilmente capire quali sono i range e le mani che andrebbero giocate”.

Questa situazione in una mano da 6+ invece è leggermente più difficile da leggere.

Ad esempio, quattro giocatori che hanno limpato vedono un flop di J[x] 8[x ] 6[x].

“Chi dei quattro limper ha il range più forte in questa situazione? Non è così chiaro!”

Nel 6+ Hold’em ci si può trovare in casi postflop in cui le informazioni sono veramente prossime allo zero.

Somerville crede che il 6+ Hold’em sia un gioco più complesso ma allo stesso tempo più interessante. Molti professionisti condividono questa affermazione.

È un formato di gioco in cui ci si può esporre per vedere il flop durante i tornei. La tensione è spesso al massimo considerando l’equity che c’è tra le varie mani disponibili.

Il gioco postflop del 6+ Hold’em è molto dinamico. Mediamente sono coinvolti in ogni piatto molti più giocatori.

Inoltre il fatto che chiudere un punto sia più semplice rende più difficile lasciare una mano perdente.

Allo stesso modo postflop i bluff sono estremamente più difficili da valutare. In linea generale quindi il gioco postflop è molto più variabile e le scelte da fare sono meno “standard” rispetto al regular Hold’em.

Da questo punto di vista si potrebbe definire il 6+ Hold’em un gioco molto “televisivo” per via delle possibili combinazioni di eventi del postflop.

Tra bluff spinti e carte al river che stravolgono una mano bisogna tenersi pronti veramente a tutto.

 

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