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il 5 Apr 2019

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Parliamo di 6+ Hold’em: il bet sizing e la gestione dei bluff

Parliamo di 6+ Hold’em: il bet sizing e la gestione dei bluff

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Continuando il discorso sul 6+ Hold’em lanciato da Pokerstars, oggi affrontiamo nuovi aspetti strategici.

L’ultima volta, parlando del gioco postflop, il pro player Jason Somerville ha aperto il discorso sulla strategia da adottare e su alcune accortezze da avere.

In quest’ottica vediamo tutti i consigli elargiti dal patriarca di Run it Up sul sito di Pokernews.

Parleremo nello specifico delle dimensioni delle puntate (il bet-sizing) e della gestione dei bluff.

Inoltre il pro player ha aperto una considerazione sulla compatibilità del 6+ Hold’em con il Pot Limit Omaha.

Vediamo allora le considerazioni da fare ampliando anche il discorso sulla posizione e sui blockers.

Bet-Sizing

Il 6+ Hold’em non è molto diverso dal no-limit Hold’em, tuttavia una delle cose che cambia in modo significativo è la size tipica delle bet.

Sapere come dimensionare le proprie bet è parte integrante del poker, sia per ottenere valore sia per forzare al fold avversari che potrebbero avere mani migliori della propria.

Nell’Hold’em classico, il “meta game” corrente prevede che i giocatori puntino piccole percentuali del piatto.

Normalmente si tende a puntare circail 30% del piatto in seguito alla caduta del flop sul board.

In genere poi si aumentano le bet avvicinandosi al valore totale del piatto al turn/river.

Somerville spiega che questo “meta game” decisamente non si avvicina al 6+ Hold’em.

I giocatori tendono ad aumentare di molto la size delle puntate superando spesso il valore del piatto.

“Le puntate full-pot e le overbet sono molto più comuni. Negare l’equity, portando gli avversari a foldare è la parte più importante.”

ESEMPIO

A K contro J 10 su un flop di 9 8 A.

Nel regular Hold’em si potrebbe bettare metà piatto dando all’avversario un odds di 3 a 1, rendendo così J-10 una mano sconveniente con cui chiamare.

Invece nel 6+ Hold’em la mano J 10 ha molto più value poiché c’è una probabilità del 26% di combinare una scala al turn.

Per questa ragione conviene puntare alto nel 6+ Hold’em.

Inoltre Somerville afferma che le bet più piccole possono giocare un ruolo importante contro giocatori inesperti, ma non funzionano contro chi comprende la matematica del gioco.

“I giocatori più sofisticati, capiranno che di fronte a piccole bet dovrebbero semplicemente callare”

 

Gestione dei bluff

Cercare di leggere le mani degli avversari nel 6+ Hold’em è un po’ come giocare a Pot-Limit-Omaha, facilmente ci si sbaglia.

Vale a dire che al turn e al river il valore delle mani tende a cambiare di molto, quindi può essere semplice che le situazioni si capovolgano.

Già nell’articolo sul gioco postflop avevamo chiarito come i bluff sono più ostici nel 6+ Hold’em.

“Ci sono molte più opportunità di bluff nel 6+ Hold’em che nel regular Hold’em”.

Per bluffare, Somerville consiglia di considerare alcuni fattori principali come: la posizione, la betting lead e i blockers.

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C’è da tenere in contro che ci possono essere alcune “sfumature” aggiuntive che variano di situazione in situazione.

Ad esempio, su un board “morto” con un progetto di colore, il giocatore OOP con la bet lead checkerà sicuramente se scende sul board una carta che può potenzialmente chiudere il colore.

Ovviamente questo discorso è generico e riguarda l’Hold’em classico.

Nel 6+ Hold’em è differente, perché ci sono molti meno outs per il colore, a causa del minor numero di carte ad ogni seme.

“È davvero raro combinare Colore nel 6+ Hold’em. In un piatto heads’up devi sempre chiederti: Il mio avversario è quel tipo di giocatore che crederebbe al bluff di colore?”

Invece per quanto concerne il combinare una scala nel 6+ Hold’em ci sono molte più possibilità.

Nel 6+ Hold’em la board mostrerà spesso progetti di scala, è quindi fondamentale controllare il tilt e considerare il fold ogni qual volta una carta che completa una possibile scala avversaria casa sulla board.

“Non si può bluffare troppo in questi spot. Pensa solo a te e al tuo avversario, che tipo di mani sono state mostrate finora. È una buona occasione per bluffare contro una scala?”

Anche per quanto riguarda i blockers, questi sono diventati parte fondamentale delle strategie in altri formati di gioco.

Somerville afferma che tutto ciò vale “assolutamente” anche per il 6+ Hold’em.

“Se hai 10-10 in uno spot in cui un 10 è una carta fondamentale per combinare una scala, hai una buona opportunità per bluffare”

Ogni volta che hai informazioni che i tuoi avversari non hanno, sei certamente incentivato a bluffare.

Questo discorso si può applicare in egual modo quando si ha una posizione favorevole o si conosce bene l’avversario.

6+ Hold’em è il paradiso dei giocatori PLO?

La Bet-Sizing, lo sfruttamento della posizione e la gestione dei bluff sono caratteristiche che svolgono un’importante ruolo anche nel Pot Limit Omaha.

“Il 6+ Hold’em è molto simile al Pot Limit Omaha!. Se osserviamo i migliori giocatori del 6+ Hold’em, attualmente la maggior parte di loro sono eccellenti giocatori provenienti dal Pot Limit Omaha”.

Infatti, proprio come nel Pot Limit Omaha, il 6+ Hold’em è un gioco molto complesso durante il postflop.

Questo perché diventa molto più “profondo” in termini di decision-making nei piatti heads’up rispetto al classico Hold’em.

Entrambi i giochi offrono tonnellate di azioni e piatti multi-way, rendendo quindi molto più ardue le decisioni da prendere.

“È davvero un bel gioco e c’è ancora molto da sviluppare, soprattutto in fase postflop”.

Chiaro quindi che sotto tanti aspetti il 6+ è molto simile all’Hold’em classico.

Allo stesso tempo però durante le fasi di gioco, in particolare nel postflop, le decisioni da prendere cambiano moltissimo.

Questo si riflette quindi nelle attitudini dei giocatori e nelle loro scelte dal bet sizing alla gestione dei bluff.

 

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