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il 23 Mag 2016

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Poker & Psiche – Il Mental Coach Nicola Pacchetti analizza la situazione di Ben ‘NeverScaredB’ Wilinofsky

Poker & Psiche – Il Mental Coach Nicola Pacchetti analizza la situazione di Ben ‘NeverScaredB’ Wilinofsky

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Gli scorsi giorni ha tenuto banco, destando anche un po’ di scalpore nella community, la vicenda di Ben ‘NeverScaredB’ Wilinofsky, straordinario mtter canadese che da un po’ di tempo sta combattendo con la depressione, disturbo che lo ha allontanato dal poker.

Non essendo particolarmente esperti della disciplina, ci siamo fatti aiutare dal Mental Coach Nicola Pacchetti per capire meglio il rapporto tra psiche e poker, cercando quindi di comprendere cosa abbia ‘bloccato’ il buon Wilinofsky.

ItaliaPokerClub: Abbiamo portato alla luce la situazione di Ben Wilinofsky, che per anni è stato uno dei migliori mtter online: stando alle informazioni che abbiamo a disposizione, la sua è una forma di depressione o altro?

Nicola Pacchetti: Oggigiorno siamo spinti a vivere di definizioni (purtroppo) e proprio qui si fonda il fulcro della questione, a mio parere. Essendomi specializzato in Mental Coaching dopo la Laurea in Psicologia, trovo che la questione sia piuttosto chiara: molti la ‘definiscono’ depressione (un nome, per l’appunto), io preferisco identificare la questione in esame come ‘stato attuale, posizione attuale’. Grazie al Mental Coaching ci si dirige da un luogo di origine, appunto, a un luogo desiderato, un obiettivo. Quando si afferma che ‘si HA la depressione’, ad esempio, si fa rifermento a un possesso e a un’identificazione della persona in un determinato disturbo. Per quanto mi riguarda altro non è che un insieme di caratteristiche soggettive e personali dalle quali partire in direzione di un obiettivo ben formato, altrettanto soggettivo e personale. L’uomo nasce con due sole paure: quella di cadere e quella dei forti rumori. Tutto il resto è qualcosa di appreso. Dunque, come si può imparare a ricreare i ‘sintomi di un disturbo’, possiamo apprendere anche a crearne di migliori e più utili.

IPC: C’è un qualche tipo di correlazione, per te, tra grinding online e depressione? Insomma, c’è qualche rischio di cadere in depressione per chi fa quello stile di vita, che è sì pieno di libertà ma forse troppo?

Nicola Pacchetti: Assolutamente no. I rischi li possiamo trovare ovunque e in qualunque luogo o contesto. Lavoro, amici, famiglia, amore, sé stessi… Il mondo (dello sport in primis forse) è pieno di questi esempi. Io credo che la vita, nel lungo periodo, come nel poker, sia meritocratica. E questa è una convinzione che nutro e che confermo come una sicurezza per me. Ovviamente ha un duplice lato della medaglia. Il segreto è nella persona. Come mai troviamo esempi opposti? A volte si teme la libertà, l’essere liberi e autonomi. Penso questo: alcune cose potrebbero andare storte. Altre potrebbero funzionare. Le possiamo trovare entrambe là fuori. Se cerchiamo le cose che potrebbero andare storte, le troveremo. Avremo semplicemente guardato nel mucchio sbagliato! Cerchiamo ciò che funziona: troveremo anche quello.

IPC: Chi gioca online, di fatto, è solo: è l’unico ‘padrone’ di sé stesso, della routine, della gestione del denaro e del tempo. Tutto ciò è qualcosa di positivo oppure ha qualche aspetto negativo?

Nicola Pacchetti: Mai nulla di grande è stato realizzato se non da chi abbia osato credere che dentro di sé ci fosse qualcosa di più grande delle circostanze. E’ ancora una volta una questione di obiettivi e di focus: se guardiamo a qualcosa che non ci attrae e non ci affascina, ci perderemo nei dettagli e nelle piccole cose, fuorvianti. Per fortuna c’è sempre un ‘viceversa’! La gente non è pigra. Semplicemente ha mete svigorite, mete che non ispirano affatto.

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IPC: Data la tua esperienza, quali sono i consigli che ti senti di dare a un pokerista per cercare di evitare periodi alla Wilinofsky?

Nicola Pacchetti: Consiglio di voler essere sempre curiosi. Sempre alla ricerca dell’entusiasmo. E proprio nella domanda che mi hai posto troviamo la soluzione: la società di oggi ci sprona ad abituarci a ‘evitare alcune cose’. Evitare pericoli, rischi, situazioni, azioni. Io sono un fermo sostenitore, invece, di chi ‘va verso qualcosa’. Mi interessa molto di più provare piacere che evitare dolore. Se ambisci a ottenere qualcosa di buono e di utile per te stesso, di certo sei più motivato, più attento al conseguimento e più svogliato (oltre che con meno tempo a disposizione) a cercare cosa non funzioni. E’ tutto orientato all’obiettvo. E la vita cos’altro è se non un tracciato pieno di obiettivi?

IPC: Quali sono, invece, i tre errori madornali da non commettere? C’è qualche abitudine malsana che i pokeristi hanno ma, magari, sottovalutano?

Nicola Pacchetti: Il breve periodo. Le scusanti. L’ignoranza. Non ci si può fare influenzare (in entrambi i casi) dai risultati immediati. Viviamo in un mondo che si nutre e ci nutre di ‘tutto e subito’, di ‘oggi vale tutto’. Allontaniamoci prima possibile da questa mentalità autodistruttiva, limitante e limitativa. Ciò che stabilirà la nostra credibilità è la nostra persona. Viviamo nel lungo periodo e traiamo più informazioni possibili ogni giorno. Informiamoci su tutto ciò che ci puo tornare utile. Internet ha come pregio esattamente questo: se vogliamo possiamo conoscere ogni cosa.

IPC: Alternare grinding online con trasferte pokeristiche, che sono un po’ lavoro un po’ vacanza, è un qualcosa di consigliabile oppure quando uno stacca deve farlo del tutto?

Nicola Pacchetti: Bisogna chiarire con quali motivazioni si stabiliscono le cose e quali benefici si traggono. Staccare deve aggiungerci qualcosa. Alternare online e live è una bomba! La concentrazione in questi casi è alla base di tutto. L’avanzamento verso gli obiettivi stabiliti inerenti alle due discipline (ancor più se le alterniamo) è il cuore di tutto. “Prenditi cura delle tue convinzioni e loro si prenderanno cura della tua vita”, sostiene un saggio proverbio. Le persone che ottengono veramente quello che vogliono utilizzano il loro cervello in modo efficace e sviluppano un’attitudine che permette loro di spingersi avanti, di imparare dagli errori e persistere, mantenendo sempre il focus sull’obiettivo da raggiungere. È quel modo di utilizzare la mente, di porsi di fronte alle sfide, che permette all’essere umano di attingere al proprio vero potenziale e fare il passo oltre i propri limiti. Sviluppare una sfrenata volontà di migliorare costantemente sé stessi permette davvero di fare la differenza, ed è solo con quel desiderio che si può dare inizio ad una vera evoluzione. Ricordiamoci una cosa molto importante e veritiera: le persone che riescono in questo mondo sono quelle che vanno alla ricerca delle condizioni che desiderano, e se non le trovano le creano.

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