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il 29 Mag 2015

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Colossus di nome e di fatto: prizepool da capogiro, garantito stracciato e code chilometriche alle casse!

Colossus di nome e di fatto: prizepool da capogiro, garantito stracciato e code chilometriche alle casse!

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Le WSOP sono (finalmente!) cominciate e le luci dei riflettori sono tutte per l’evento dei record: Il Colossus.

Mai nome fu più appropriato considerando la fiumana di gente che si sta riversando nelle sale del Rio e l’enorme prizepool che secondo le stime dovrebbe addirittura ‘doppiare’ i 5 milioni garantiti.

Al momento è stata toccata quota 17.000 iscrizioni, ma secondo il tournament director Jack Effel non sarà difficile sfiorare le 25.000 presenze: numeri paragonabili a quelli dei low buy-in domenicali su Pokerstars.com giusto per fare un paragone appropriato.

Volevamo fare qualcosa di grandioso – ha dichiarato Effe al portale reviewjournal – che fosse in grado si superare i record ottenuti negli anni precedenti, regalando alle persone il sogno di poter vincere un braccialetto e fargli respirare l’atmosfera unica della WSOP. E penso che stia succedendo proprio questo“.

Non mancano i commenti dei top player mondiali che esternano i loro pareri su Twitter, come nel caso di Phil Hellmuth:

O la nostra punta di diamante grazie ai suoi due braccialetti vinti, Max Pescatori


La portata dell’evento suggerisce che la fila alle casse per pagare i 565$ di buy-in sia qualcosa di terrificante, un sospetto confermato dal divertente cinguettio di Isaac Haxton:

Certo, i fortunati nove giocatori che raggiungeranno il tavolo finale potranno vantare un R.O.I. senza precedenti, ma come riuscire nell’impresa?

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Alcuni consigli giungono proprio da chi di final table ne ha masticati parecchi in carriera, tra cui Phil Hellmuth, Greg Merson, Martin Jacobson, Joe Cada e Greg Reymer che intervistati dal portale internazionale ‘pokerlisting‘ hanno detto la loro.

Secondo ‘The Poker Brat’ la pazienza sarà l’arma vincente, anche perché “molti amatori tenderanno a giocare tantissimi piatti senza una ragione apparentemente valida“. Gli fa eco il campione svedese Martin Jacobson, che oltre alla già citata ‘virtù dei forti’ propone di prefissarsi piccoli obbiettivi nel corso del torneo e provare a raggiungerli.

Greg Merson suggerisce di non fantasticare troppo: “si tratta di un field mostruoso, per cui le chance di vittoria sono davvero esigue. Meglio rimanere coi piedi per terra coscienti del fatto che si tratta quasi di una lotteria“.

Pazienza, realismo e tanta tanta attenzione, come dice Greg Reymer: “molti giocatori guardano gli stack più grossi negli altri tavoli e pensano ‘ora devo riuscire a raggiungerli altrimenti non vincerò mai’ e così facendo commettono un grosso errore. Bisogna sempre pensare a se stessi e guardare meno il vicino di tavolo“.

Anche Joe Cada è dello stesso parere: “ricordo che dopo esser stato per tutto il main event con il doppio dell’average, mi ritrovai con 20 blind quando a giocare eravamo rimasti solo in 27. Non mi sono buttato giù ma ho aspettato e il risultato è sotto gli occhi di tutti“.

Insomma, in un evento dalle proporzioni mastodontiche come il Colossus il vero nemico da combattere, oltre alla sfortuna, potrebbe essere la fretta di accumulare chips.

E voi siete d’accordo con i campioni del mondo?

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