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il 4 Nov 2016

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Novità per Ivey anche sul caso Crockfords: perde l’appello ma conserva qualche speranza

Novità per Ivey anche sul caso Crockfords: perde l’appello ma conserva qualche speranza

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Non c’è pace per Phil Ivey, sempre alle prese con la giustizia.

Negli ultimi due anni due il campione americano è stato impegnato più ai tavoli dei tribunali che a quelli del poker live.

Nei giorni scorsi Ivey ha avuto la testa occupata dalla causa plurimilionaria con il casinò Borgata, visto che doveva rispondere ad un documento di 30 pagine del giudice Noel Hillman.

Come se non bastasse, adesso è arrivato anche l’esito negativo dell’appello che Ivey ha fatto contro la società del Crockfords, altro casinò che si rifiuta di pagargli una vincita plurimilionaria per ‘edge sorting’.

Ricapitoliamo allora le tappe di quest’altra intricata vicenda giudiziaria. Anche qui le vincite ottenute (7.700.000£) risalgono al 2012.

Non si parla però esattamente di Baccarat ma di ‘Punto e Banco‘, una variante del gioco. Più di due anni fa, alla fine del 2014, Ivey ha perso la causa contro il Crockfords Casino.

Ivey però ha subito deciso di ricorrere in appello e sembrava che un eventuale risarcimente potesse arrivare già l’anno scorso, a fine 2015.

Si è dovuto invece aspettare un po’ di più, per ricevere una doccia fredda. La giudice Arden in queste ore ha stabilito che Ivey ha violato nel club londinese una clausola implicita rintracciabile nel Gambling Act del 2005.

Secondo la Arden “è possibile imbogliare anche senza disonestà“. Ivey non aveva intenzioni truffaldine, eppure, riconoscendo i dorsi delle carte, si è preso un vantaggio non consentito sulla casa da gioco.

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Tutto ciò ricorda moltissimo gli esiti controversi del caso Borgata, praticamente gemello di questo. Ivey insomma sta giocando due mani uguali in due tavoli separati da un oceano…

La società Genting Casions UK, che possiede il Crockfords Club nel centroa Mayfair e decine di altre case da gioco inglesi, si è detta ovviamente molto soddisfatta della sentenza.

Il giudice Mitting però dà qualche speranza a Ivey, in quanto è stato l’unico giudice in mezzo agli altri a dar ragione al giocatore 40enne, ritenendolo fermamente convinto di non essere nel torto e di non imbrogliare.

Ivey e il suo avvocato, Matthew Dowd, si dicono sbalorditi dalle motivazioni della sentenza: “I giudici hanno stabilito la nostra innocenza, ma la decisione alla fine va contro di noi.

Come è possibile? Qualcuno cortesemente mi può spiegare come ho fatto a imbrogliare onestamente?“.

L’avvocato Dowd sottolinea: “Non è stato affatto chiarito cosa significa barare nel gioco d’azzardo. Quattro giudici hanno esaminato il problema e non sono riusciti ad accordarsi sull’interpretazione della section 42 del Gambling Act“.

La vicenda non è finita qui. Ivey e il suo avvocato ora potrebbero avere la possibilità di ‘rilanciare’ e di fare ricorso alla Corte Suprema. C’è ancora una piccola speranza? Lo sapremo, ma certamente non a breve…

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