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il 22 Lug 2019

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Le migliori World Series of Poker di Negreanu (anche senza braccialetto!)

Le migliori World Series of Poker di Negreanu (anche senza braccialetto!)

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Ok il Main Event, poi le celebrazioni per la Hall Of Fame, poi ancora il tavolo finale col nostro Dario Sammartino protagonista.

Addirittura ha fatto più clamore il viaggio di Phil Hellmuth alle Galapagos o il suo commento sulla condotta di Sammartino all’heads-up

In pochi però, hanno evidenziato la prestazione di Daniel Negreanu a queste WSOP 2019: la sua miglior performance alle World Series in 23 anni onorati di carriera.

Super Negreanu e le sedici bandierine

E’ vero, Daniel è riuscito a chiudere le Series con un profitto maggiore in diverse occasioni (una su tutte quando fece runner-up al One Drop da 1 milione di buy-in) e ha vinto la WSOP Player Of The Year ben due volte.

Ma mai come quest’anno era riuscito a collezionare così tanti “in the money”: 16 per la precisione conditi da due secondi posti che ovviamente lasciano l’amaro in bocca.

Fare meglio di quanto già fatto in 23 anni, considerando che si tratta di uno che per diverso tempo è stato numero uno indiscusso della All-Time Money List mondiale non è mica uno scherzo.

Negreanu in questa edizione ha giocato sin dall’inizio, spaziando come suo solito tra le varianti. Il primo ITM è arrivato già al secondo evento in palinsesto, il Super Turbo Bounty da 10K, dove è riuscito a centrare il tavolo finale chiudendo in 6° posizione.

Se chi ben comincia è già a metà dell’opera, il runner-up al 10K Seven Card Stud raggiunto 19 giorni dopo sembrava invece il segnale che queste WSOP potessero essere più fumose che di sostanza.

E invece Daniel ha continuato a martellare, centrando il tavolo finale al 10K Razz Championship e piazzando ITM qua e là, fino al penultimo evento, quello della svolta.

Il runner-up all’High Roller

Chiudere le Series con 14 ITM alle spalle e un bello zero (o giù di lì) alla voce “profit” sembrava quasi un insulto per quanto fatto fino a quel momento.

Considerando la spending (abbastanza elevata se si includono gli eventi da  50K nei quali Daniel non ha brillato) e i circa 250mila dollari incassati, il bilancio totale non era affatto dei più soddisfacenti.

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Poi l’acuto all’High Roller da 100K, dove Daniel sfiora nuovamente il suo 7° braccialetto e deve accontentarsi (si fa per dire) dei 1.7 milioni di premio riservati al secondo classificato.

Il suo ranking nella classifica POY schizza nelle parti alte, il suo bilancio globale segna un profitto decisamente più incoraggiante rispetto a quanto maturato fino a quel momento e le sue WSOP cambiano volto.

La 16° bandierina Daniel la piazza nel H.O.R.S.E. da 3K, sposta poco in termini di profitto e ranking, ma è la conferma che a queste Series il canadese ha fatto davvero centro.

Chris Ferguson, l’inarrivabile

Nel 2017 Chris Ferguson riuscì a vincere la classifica POY grazie a 1 braccialetto, 4 final table e 23 ITM. Ventitré.

Lo stesso Ferguson quest’anno ha infilato la bellezza di 18 ITM, seconda miglior prestazione personale.

Shaun Deeb ha fatto 16 come Negreanu, e riuscì a piazzare 16 bandierine anche l’anno scorso quando vinse la Player Of The Year staccando Ben Yu di circa 1.300 punti, che dalla sua andò a premio in 15 occasioni.

Insomma, se per quanto concerne il numero di cash totali Hellmuth è ancora il numero uno con 135 ITM alle WSOP e 10 alle WSOPE, Chris Ferguson domina in quanto a ITM in una singola edizione.

Un record che, visto il maggior numero di eventi presenti in palinsesto e considerando che negli anni a venire non sarà certo impossibile arrivare a quota 100 tornei in una sola edizione, potebbe essere messo a rischio.

Chi sono secondo voi i più indicati nei prossimi anni a insidiare questi due primati?

Nel mentre date uno sguardo QUI per scoprire quali saranno i prossimi eventi ai quali Daniel Negreanu prenderà parte!

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