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il 7 Feb 2020

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La superstizione pokeristica di Martin Jacobson

La superstizione pokeristica di Martin Jacobson

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Gatti neri che attraversano la strada, ferri di cavallo, quadrifogli, combo fortunate e amuleti vari non devono entrare minimamente nelle considerazioni tecniche di un pokerista.

O almeno non dovrebbero farlo: in realtà anche i professionisti di poker sono umani e come tale possono sentire il peso della cultura dominante e quindi cedere al richiamo della superstizione.

Questo richiamo diventa un vero e proprio problema quando le azioni al tavolo verde non sono più determinate dal calcolo della EV ma da considerazioni a esso legate.

In generale, comunque, i professionisti di poker riescono a resistere alle pulsazioni superstiziose, anche perchè sennò che professionisti sarebbero?

A parlare delle sue superstizioni nel poker, i giorni scorsi durante il Main Event 888Live Madrid vinto dal nostro Carlo Biavaschi, è stato il pro del team 888Poker Martin Jacobson.

Il vincitore del Main Event WSOP 2014 ha affrontato l’argomento di petto in una intervista video rilasciata ai colleghi di PokerNews.

 

Un nuovo inizio

All’inizio della chiacchierata con Tiffany Michelle, Jacobson rivela che il 2019 è stata una annata pokeristica che ricorderà a lungo. Ma non in termini positivi:

“Da un punto di vista pokeristico il 2019 è stato un anno davvero brutto, forse il più brutto di tutta la mia carriera – dice Martin – Adesso sto guardando in avanti, spero di fare meglio quest’anno”

Secondo Martin, l’anno nuovo è uno spartiacque che può dare un boost psicologico:

“I primi giorni di gennaio rispetto a due settimane prime non è cambiato niente, però c’è qualcosa di psicologico che entra in ballo, la vivi come un nuovo inizio, con un nuoco mindset. Cerco di avere un approccio positivo, però credere che con l’anno nuovo cambi davvero qualcosa è una superstizione e niente più”.

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La superstizione di Martin Jacobson

A questo punto arriva la domanda a bruciapelo della intervistatrice: “Ma tu sei superstizioso Martin?”

Lo bocca dello svedese si allarga in un sorriso:

“Ovviamente cerco di non essere superstizioso, ma per alcune cose mi viene naturalmente”

“E qual è la tua superstizione?”

“Non ne ho una in particolare, in realtà, sono più tante piccole superstizioni… Ad esempio quando qualcuno ti augura buona fortuna al tavolo verde, io so che non si deve ringraziare perchè se si ringrazia porta sfortuna. Ma molto spesso ringrazio in automatico senza neanche pensarci, e poi mi maledico! L’importante comunque è restare sempre positivi e con il massimo focus possibile sul gioco, senza farsi distrarre da queste cose!”

 

La video-intervista

Per vedere l’intervista in cui Martin Jacobson racconta la sua superstizione schiaccia play nel riquadro sotto:

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