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il 28 Gen 2021

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Come rafforzare il proprio Mental Game: 5 piccoli consigli, dall’alimentazione all’attività fisica

Come rafforzare il proprio Mental Game: 5 piccoli consigli, dall’alimentazione all’attività fisica

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Puoi sviluppare le tue skill all’infinito, accumulare esperienza e vederne di tutti i colori, ma nel poker se sei debole nel mental game avrai vita dura. E come se non bastasse è anche un’abilità complicata da migliorare.

Per fare un esempio recente, il tilt di Daniel Negreanu contro Doug Polk ne è la prova. Non si può dire che Kid Poker non sia skillato, non si può dire che non ne abbia viste di cotte e di crude, ha dimostrato di avere uno stile di vita sano ed equilibrato e un’attenzione verso la propria mentalità, ma è comunque impazzito nell’intervista post sessione, e probabilmente anche peggio durante la sessione stessa.

Il mental game è un aspetto complesso. Fortunatamente qualcuno più esperto di noi, Jared Tendler, ha scritto due libri al riguardo che si trovano anche tradotti in italiano.

In questo articolo ci limiteremo a segnalare qualche piccola abitudine che non ha la pretesa di cambiare drasticamente il vostro approccio psicologico al gioco, ma che può dare dei miglioramenti senza grandi sforzi. Cominciamo!

Attività Fisica

Mens sana in corpore sano, detto che mai fu più vero. Fare attività fisica è notoriamente una delle abitudini che impatta in maniera più forte aspetti psicologici come concentrazione e stress.

Andare in palestra libera la mente da pensieri e problemi ed è una miracolosa valvola di sfogo per lo stress. L’attività aerobica, come corsa o bicicletta, favorisce un aumento della microcircolazione nel cervello, potenziando le capacità di memorizzazione e concentrazione.

Favorendo inoltre la produzione di endorfine e serotonina, e riducendo la produzione di cortisolo, previene la depressione e apporta notevoli benefici allo stato umorale. Niente male per affrontare i downswing a mente lucida.

Ora, non pensiate di dover diventare gym-addicted per trarre dei benefici. L’OMS raccomanda un minimo di 150 minuti a settimana di attività moderata, ma potete trovare da soli o con l’aiuto di un trainer il vostro equilibrio. E poi dai… volete davvero il fisico da grinder?

Meditazione

Prima che scappiate snobbando queste cose new age, portiamo in campo le evidenze scientifiche, derivate da oltre 3.000 ricerche globali.

Così come la palestra, la meditazione migliora l’attenzione, le abilità cognitive e la memoria, riduce l’ansia e i sintomi depressivi, e riesce a rimettere sui giusti binari eccesso di aggressività e di competizione, che possono distrarre dal proprio A-Game. Non secondaria a volte la sua capacità di migliorare la gestione della rabbia.

Forse più importante di ogni altra cosa per un poker player, la meditazione aiuta nel problem solving e nella velocità di risposta del nostro cervello davanti a dubbi e problemi.

Alcuni top player come Stephen Chidwick, Ike Haxton e Andrea Dato hanno trovato nella meditazione una potente alleata, e per i più pigri… potete unirla al punto 1 praticando lo yoga, altra disciplina di cui la scienza riconosce i benefici mentali.

Alimentazione

Anche questo aspetto non è una novità nel mondo del poker. Già scrivemmo di Steven van Zadelhoff e dei suoi consigli (estrapolati da diecimila ore su libri a tema) su cosa e come mangiare senza che la propria mente ne risenta.

Un piccolo recap dell’articolo in questione: non cedere al richiamo del cibo, evita gli zuccheri, no (o pochi) alcolici, più proteine e meno grassi.

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Integriamo con qualche ricerca che sottolinea come i grassi idrogenati aumentino l’aggressività, mentre quelli “buoni” come gli Omega-3 migliorano l’umore.

L’argomento è veramente lungo da illustrare, ma ItaliaPokerClub ha già affrontato l’argomento in passato, e con un paio di ricerche online si può trovare tutto ciò di cui si ha bisogno. Ci sono addirittura diete pensate apposta per i poker player, sui più noti blog di ricette e cucina.

Power Poses

Ok, questo è decisamente il meno scientifico dei 5 passaggi, ma vista la sua rapidità e semplicità di esecuzione abbiamo pensato che male non può fare.

Amy Cuddy è una psicologa statunitense studiosa del comportamento non verbale, che ha trovato i riflettori dopo uno studio sull’influenza della postura sull’umore e la produzione ormonale, secondo video più visto sul famoso canale YouTube TEDx.

Lo studio di Cuddy ha dimostrato che assumere una “high power pose“, una posa da vincente, da sicuro di sé, causa dei cambiamenti a livello neuroendocrino e comportamentale.

Chi si è messo in una posa “potente” ha sperimentato incrementi nel testosterone, un abbassamento del cortisolo, sensazione di potere e tolleranza per il rischio, mentre le “low power pose” hanno evidenziato aspetti contrari.

Nell’esperimento era previsto un test sulla propensione al rischio usando il gambling come prova: i partecipanti potevano tenere la somma iniziale o rischiarla al lancio di un dado per moltiplicarla, e chi ha assunto high power poses avrebbe in media scommesso con più sicurezza. Attenzione quindi al rovescio della medaglia.

Dall’altro canto è facile, passando ore davanti al pc, ritrovarsi automaticamente con una low power pose: la testa cala, le spalle si affossano e la postura si sgretola, e forse il gioco per assurdo ne risente. Provate queste “high power poses” e fateci sapere se hanno qualche effetto!

Vogliamo comunque sottolineare che molti hanno criticato l’esperimento di Cuddy, non ritenendolo scientificamente accurato, però i vantaggi delle power pose secondo la psicologa si manifesterebbero passando anche solo due minuti con la postura positiva. Due minuti possono essere sprecati senza pensieri, no?

Pomodoro

A volte ci vuole il gioco duro: usiamo un elemento esterno per disciplinarci.

Mantenere la concentrazione ai tavoli è difficile, tanto quanto accorgersi del fatto che non stiamo più giocando A-Game ma siamo scesi di diversi scalini nell’alfabeto. Allora riprendiamo i vecchi trucchi no?

La tecnica del pomodoro, che abbiamo approfondito in questo articolo, prevede semplicemente di scandire i nostri tempi utilizzando un banale timer da cucina. Dopo lo start, 25 minuti di full focus sul gioco, rimandando tutte le distrazioni al trillo del timer. 5 minuti di mente libera, dove distrarci è un obbligo, e poi si riparte con 25 minuti completamente assorti nei tavoli.

I tempi sono ovviamente aggiustabili, in particolare per chi gioca MTT che già vive qualcosa di simile con le pause, ma il concetto di base è disciplinare il proprio cervello a dividere i tempi in momento di concentrazione e impegno, e momento di pausa e relax, senza creare inefficienti ibridi tra i due (giocare e distrarsi, o fare review durante le pause).

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